Audite audite ragazzuoli cari: Ho trovato il terzo titolo della mia “Lista dei libri perfetti” (I primi due sono: Wonder di RJ Palacio, e La magia delle cose perse e ritrovate di Brooke Davis). Stavolta è un libro venuto dal passato, consigliatomi dalla cara zia T. E che libro….ora ve ne parlo!
TURISTA PER CASO
"Dopo una certa età, mi pare che si possa solamente scegliere che cosa perdere"
TITOLO ORIGINALE: The Accidental Tourist
EDITORE: TEA
GENERE: Narrativa Contemporanea
PAGINE: 300
PREZZO: 9,00€
USCITA: 13 apr 1992
TRAMA
La vita di Macon Leary è organizzata
con la precisione di un meccanismo a orologeria. Giorno dopo giorno, la
sua esistenza si svolge, secondo regole accuratamente prestabilite, tra
la stesura di guide turistiche per uomini d’affari, le passeggiate con
Edward, simpatico cagnetto vagamente nevrotico, e il continuo
perfezionamento delle proprie abitudini. Persino il dolore, quello per
la tragica morte del figlio e per il successivo abbandono da parte della
moglie, sembra non scalfire il mondo ordinato di Macon. Ma il destino
ha in serbo per lui un colpo a sorpresa. Si chiama Muriel Pritchett, ha
una massa ribelle di riccioli, un bambino bisognoso di cure ed è un
turbine di incontrollabile disordine. Più a nulla varranno le
resistenze, la pazienza, il metodo, la fuga; è arrivata la vita e Macon
non può più nascondersi.
MY POINT OF VIEW
Non credevo che mi sarei mai potuto innamorare di questo libro. Certo
la trama era allettante, e la descrizione dei personaggi ancor di più,
ma pagina dopo pagina (nonostante la mia lentezza nel leggerlo),
capitolo dopo capitolo, non ci ho messo molto a capire che questo era il
libro giusto.
Ora parliamone! Questo libro ha dei
protagonisti incredibili, dei personaggi che ti entrano nel cuore, e che
proprio non ne vogliono sapere di andarsene. Macon e Muriel (in testa),
sono REALI, non hanno nulla di finto e fasullo, sono così veri che
sembra conoscerli da sempre. Lui, burbero e molto (ma davvero molto)
singolare, è l’antieroe di sempre, il protagonista agli antipodi,
qualcuno che proprio non vorresti essere (io ad esempio gli assomiglio
in una maniera impressionante, tanto che più volte mi è capitato di
pensare che Macon fosse il me stesso del futuro). Pignolo alla massima
potenza, ha sempre da ridire su tutto. Per lui c’è sempre qualcosa di
sbagliato, ed il bicchiere è perennemente mezzo vuoto…o almeno
inizialmente. Venendo lasciato da Sarah, Macon scopre aspetti di lui
stesso, e del mondo che lo circonda, fino ad ora sconosciuti. Nonostante
l’età avanzata, riesce a riscoprire il suo io interiore, e a maturare.
Ma tutto questo solo grazie all’intervento dell’eroina del libro:
Muriel. Lei è un uragano di emozioni, ma soprattutto di parole. Blatera e
blatera per tutto il tempo, su tutto, e su tutti. Riesce a passare da
un argomento ad un altro, in un minuto, con una maestria unica. Se ve lo
state chiedendo…sì Muriel è abbastanza stramba. Una stramba in gamba
però, quella che tutti vorrebbero come migliore amica. Quando questi due
strani personaggi si incontrano, scatta un’alchimia, che è qualcosa di
diverso dall’amore. I due sembrano riconoscersi, sembrano scovare
all’istante quel qualcosa che manca ad entrambi, da sempre. C’è
attrazione fisica? Certo quella non manca. Ma non è questo a spingerli
l’uno verso l’altra, bensì il loro passato, e la loro sfortuna. Uno
rimpiange la vita (ormai perduta) del figlio, l’altra invece una
relazione finita male, ed un bambino indifeso al quale è difficile
badare. E sono proprio questi gli elementi di punta di questo romanzo;
questi, e l’addestramento di Edward, il cane di Macon, che è il terzo
protagonista di questo romanzo, senza il quale non esisterebbe questa
storia. Ho letteralmente amato Edward, perché è la personificazione del
cane pestifero, che però tutti (a modo loro) amano. Accanto a loro tre
c’è un cast di personaggi assai particolare: la famiglia di Macon (Rose,
Porter, e Charles), Julian (il capo di Macon), Sarah (ex moglie di
Macon) ed i personaggi di sfondo. Soffermiamoci un secondo sull’aspetto
familiare, che è un tema molto ricorrente all’interno della storia. Da
un lato c’è la famiglia di Macon, affetta da manie e ossessioni, causate
da una madre egoista (lei l’ho proprio odiata), e costellata di
divorzi. I Leary o li ami, o li odi! Dall’altro lato c’è la famiglia di
Muriel. La classica famiglia bigotta, che ha vergogna della propria
figlia, solo per via degli sbagli compiuti in gioventù (ho odiato anche
loro). E’ proprio colpa (o forse è fortuna) di queste due famiglia se i
nostri protagonisti sono così “particolari”. I bizzarri affetti
familiari li hanno letteralmente forgiati e temprati. Se però da un lato
troviamo il tema della famiglia, dall’altro ne troviamo uno ancora più
forte, quello dei viaggi. Turista per caso (involontario nel libro) è
proprio il titolo della collana delle guide scritte da Macon, una
collana che comprende guide utili a coloro che viaggiano per lavoro. Ho
letteralmente adorato i viaggi di Macon, e le sue pignolerie, perché
diciamocelo, sono un po’ anche le mie. I suoi sono viaggi brevi ma
dettagliati, ma soprattutto mirati. E poi devo dirvelo…i suggerimenti di
Macon sono delle GENIALATE (anche se applicate ai giorni nostri)!
Ora però mi tocca parlare (con estremo piacere) della Tyler. Questo è il primo romanzo dell’autrice che leggo, e devo dire che come prima impressione è andata più che bene. Io di solito sono il tipo di lettore che odia i fronzoli e le descrizioni, ma devo ammettere che stavolta, vedere il mondo attraverso gli occhi di Macon Leary, amandolo ed odiandolo, fino al più piccolo granello di polvere, è stata davvero un’esperienza piacevolissima. Nonostante la lentezza (da parte mia), non c’è stata una sola volta che questo romanzo mi abbia annoiato.Ogni volta che chiudevo il libro mi chiedevo cosa avrebbero fatto Macon e Muriel in seguito (e tutt’ora, a termine lettura, me lo chiedo). L’autrice sa alternare umorismo e quotidianità in maniera impeccabile; si passa dalle scene divertenti dell’addestramento, o delle scenette in casa Leary, agli avvenimenti del passato (soprattutto quelli riferiti alla morte del figlio di Macon, Ethan), con una continuità a dir poco incredibile. La Tyler mi ha sorpreso e sbalordito, e ne son davvero felice.
Ora però mi tocca parlare (con estremo piacere) della Tyler. Questo è il primo romanzo dell’autrice che leggo, e devo dire che come prima impressione è andata più che bene. Io di solito sono il tipo di lettore che odia i fronzoli e le descrizioni, ma devo ammettere che stavolta, vedere il mondo attraverso gli occhi di Macon Leary, amandolo ed odiandolo, fino al più piccolo granello di polvere, è stata davvero un’esperienza piacevolissima. Nonostante la lentezza (da parte mia), non c’è stata una sola volta che questo romanzo mi abbia annoiato.Ogni volta che chiudevo il libro mi chiedevo cosa avrebbero fatto Macon e Muriel in seguito (e tutt’ora, a termine lettura, me lo chiedo). L’autrice sa alternare umorismo e quotidianità in maniera impeccabile; si passa dalle scene divertenti dell’addestramento, o delle scenette in casa Leary, agli avvenimenti del passato (soprattutto quelli riferiti alla morte del figlio di Macon, Ethan), con una continuità a dir poco incredibile. La Tyler mi ha sorpreso e sbalordito, e ne son davvero felice.
Credo sia meglio finirla qui, nonostante
abbia ancora tante altre cose da aggiungere, perché sì, questo libro mi è
piaciuto davvero tanto! Con la speranza che possa piacervi allo
stesso modo, vi invito a dargli un’occhiata, e allo stesso tempo vi
saluto, dandovi appuntamento a domani. Restate sintonizzati su Everpop.
See you soon! -Lewis
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