martedì 15 novembre 2016

Liete Novelle: Paperi di Marco Rincione e Giulio Rincione (recensione)


Buongiorno Evereaders! Siamo già a martedì? Cavoletti se il tempo vola! Qui per voi però c'è una nuova recensione fumettosa. Siete pronti a rivedere vecchi amici come non li avevate mai visti prima d'ora?



PAPERI
di Marco e Giulio Rincione
                                                                                           

TITOLO ORIGINALE: Paperi

EDITORE: Shockdom

GENERE: Narrativa a fumetti

PAGINE: 128pp

PREZZO: 18,00€

USCITA: 28 ott 2016





TRAMA

Il dolore amaro di paperUgo, la spietata bestialità di paperPaolo e la ricchezza decadente di One: i Paperi Rincione tornano raccolti insieme in un unico volume. Ad accompagnare la trilogia, due storie inedite: paperFranco, racconto di Marco Rincione, e Nel Nome del Papero, epilogo a fumetti di Giulio Rincione.

MY POINT OF VIEW

Qua la vita a Paperopoli è un gran sballo, corri, voli in areoplano, ma che sballo...No aspettate mi sa che son già partito col piede sbagliato! Nonostante questo spero però che abbiate capito di cosa parla, o meglio di chi parla, il graphic novel che sto per presentarvi.
Se la vostra risposta è stata "Paperino e Co." allora la vostra risposta è esatta...in parte.
"Paperi", la raccolta delle storie di Marco e Giulio Rincione, ci (ri)presenta i cari vecchi amici della Disney illuminati stavolta da una luce differente, una luce smorta e morente, mai proposta fino ad ora, ma incredibilmente geniale, che nonostante si presenti come una lampadina ormai opaca e ricoperta dalla polvere per quanto concerne i temi trattati e le atmosfere, riesce a risplendere per la sua genialità. 
L'opera si compone di quattro diverse storie, che narrano di quattro diversi paperi, emblemi di casa Disney: un racconto scritto, quello di PaperFranco, e tre fumetti che parlano di PaperUgo, PaperPaolo, e PaperONe. Seppur legati tra loro da un'unico filo conduttore, i racconti meritano di essere brevemente analizzati uno per uno, così da poter estrapolare l'essenza per ognuno di essi.
L'essenza del primo è la sconfitta, che attanaglia il povero PaperFranco, grosso e cicciottello, perennemente seduto, il quale ha visto svanire davanti agli occhi il suo più grande soglio. Egli affronta la vita con passività, e questo suo atteggiamento carica il racconto di sofferenza ed insoddisfazione. Premesso che ognuno dei racconti è capace di toccare il cuore del lettore, bisogna ammettere che questo è quello che più riesce a far venire la pelle d'oca (in particolar modo per quanto riguarda la scena del disegno a scuola).
Il secondo racconto invece, quello di PaperUgo, è saturo di solitudine e incertezze. Il protagonista si lascia sopraffare dalla vita, ma non in modo passivo, poiché contribuisce egli stesso, per primo, alla sua sconfitta.
L'essenza del terzo racconto può essere descritta grazie a rabbia e frustrazione, nonché un forte senso di inappagamento, utili a descrivere il personaggio di PaperPaolo, una figura spaventosa, terrorizzata però da chi c'è sopra di lui.
La quarta ed ultima storia, quella di PaperONe, e forse quella più triste, dove vivono sovrane l'ansia, la paura e la sconfitta, la consapevolezza di aver fallito completamente nella vita. Il fallimento bracca e stritola il padre dei due paperi sovracitati, un cardinale circondato dall'oro, ma terribilmente solo, la cui unica compagnia è ormai la morte, che gli si fa sempre più vicina. E' l'epilogo perfetto per questa triste e malinconica storia. Una storia  nuda e cruda, cinica e spietata proprio come solo la vita sa essere. Un'opera di fantasia che sa essere contemporaneamente maledettamente tragica e reale, grazie all'aria di tristezza e sofferenza che pervade l'opera, che rende il fumetto una sorta di specchio sul mondo che ci circonda distorto e incrinato, ma tremendamente sincero.
I due autori utilizzano i personaggi che hanno popolato l'infanzia di ogni lettore, per affrontare temi, come ingiustizie e sofferenze, maturi e attuali. Quei personaggi vengono presi ed incattiviti, privati di ogni briciolo di innocenza alla quale siamo abituati, e rimessi in gioco, sotto una luce inquietante, per raccontare la dura e triste realtà nella sua totale completezza.
Prima di tutto però le storie, in particolare le ultime tre, appaiono come una sorta di tristi e decadenti poesie, scritte in versi poetici, contenuti appunto nei riquadri neri che affollano le tavole dell'opera. Un volume che più di un romanzo a fumetti si presenta come una raccolta di versi poetici illustrati.
Per quanto riguarda infine i disegni, anch'essi pervasi da un'aura smorta e maledettamente malinconica, si distinguono però un tratto sicuro ed elegante, a volte incredibilmente reale. I primi piani sono a dir poco incredibili, proprio per l'umanità che si scorge nei volti (o sarebbe meglio dire nei musi) dei protagonisti, che attraverso soprattutto lo sguardo, riescono ad esprimere tutto il dolore che portano dentro. Occhi che infilzano il cuore del lettore, lasciandolo senza fiato. Le tavole sono delle vere e proprie composizioni artistiche, che alternano tecniche pittoriche a dir poco incredibili, rispetto soprattutto a quelle che il mondo del fumetto ci ha fino ad ora abituati, a disegni "tradizionali", che si mescolano e compenetrano tra loro, riuscendo ad esprimere completamente, grazie anche ad una tavolozza di colori azzeccatissima, l'aura che pervade l'opera.


Leggere quest'opera è stato come assistere alla propria sconfitta, allo sfiorire dei propri sogni, alla perdita dei propri ideali. Una lettura che però va fatta, e va affrontata di petto senza aver paura. Un volume questo che vi consiglio dalla prima all'ultima pagina! Quacktastico!
See you soon! -Lewis

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