venerdì 16 giugno 2017

Liete Novelle: Diario di un fantasma di Nicolas de Crécy (Recensione)

Buongiorno Evereaders! Oggi si torna a parlare di uno dei miei autori preferiti nel campo del fumetto. Un vero e proprio artista francese che riesce ogni volta a catturarmi con le sue storie assurde e magiche.


DIARIO DI UN FANTASMA
di Nicolas de Crécy
                                                                                             

TITOLO ORIGINALE: Journal d'un fantome

EDITORE: Eris Edizioni

GENERE: Narrativa a Fumetti

PAGINE: 223pp

PREZZO: 18,00€

USCITA: 08 mag 2017



TRAMA

È difficile essere un bozzetto in divenire di un disegno pubblicitario e passeggiare per le strade di un paese straniero, il Giappone, in un viaggio per scoprire i propri Dei del marketing e della pubblicità in grado di fidelizzare a vita un cliente. È semplicemente questo lo strano essere di cui il lettore segue le avventure, una massa informe alla ricerca della grafica più adatta al suo scopo, accompagnato da un manager cafone, severo e senza cuore, tra sogni metafisici e fantasmi sconosciuti. Ma il suo viaggio prenderà una piega inaspettata: incontrerà Nicolas de Crécy stesso. E allora un cambio di scenario: il Brasile per poi inoltrarsi in una dimensione sempre meno fisica, quella della creazione artistica, con le difficoltà di un lavoro su commissione e la voglia di esplorare e portare la propria arte sempre un po’ più in là, in un universo visionario dove non ci sono regole, l’universo stesso da cui prendono vita tutti i lavori di questo grande maestro..

MY POINT OF VIEW
                                                                 
                                     

E per la terza volta Nicolas de Crécy è riuscito a lasciarmi a bocca aperta! Dopo "Il celestiale Bibendum" e "La repubblica del Catch" l'autore ha saputo conquistarmi e far breccia nel mio cuore, con una storia diversa ma in un certo senso quotidiana. Questa è la magia che sa praticare de Crécy: saper incantare con storie "semplici" ma profonde, che fanno sentire (ogni volta) il lettore a casa, grazie a quell'aria nostalgica che storie e protagonisti si portano dietro. Ogni volta che leggo un suo libro mi sento proprio come quando torno a casa dopo un lungo viaggio: felice di essere nel mio mondo.

Questa volta la storia che l'autore ci racconta è quello di un personaggio che in qualche modo ha a che fare con l'autore ed il suo mondo, un personaggio che ha a che fare con l'arte e con le idee: un bozzetto destinato a diventare una mascotte pubblicitaria. La sua è una storia assai emblematica e parte in una dei paesi più "pubblicitari" di sempre, il Giappone, dove ogni oggetto ha la sua mascotte; mascotte che per i giapponesi divengono delle vere e proprie divinità, come lo stesso protagonista noterà sin dal suo arrivo. Il viaggio del "fantasma" alla ricerca della sua forma però non si ferma al Giappone, ma prosegue in Brasile, dove tutto subisce un improvviso mutamento, soprattutto a livello stilistico, e lo zampino di questa "mutazione" è da imputare proprio allo stesso de Crécy perché...

Anche stavolta il romanzo a fumetti è impostato su diversi livelli di lettura e possiede come i due volumi precedenti una duplice chiave di lettura: da un lato si percepiscono le difficoltà legate allo sviluppo e l'evoluzione di un'idea, una sorta di spiegazione di un lavoro arduo attraverso lo stesso prodotto, e è allo stesso tempo anche un po' la storia dello stesso autore. In questo caso la chiave di lettura si mostra chiaramente attraverso i disegni, imputabili ad una sorta di diario di viaggio del fumettista. Ogni vignetta infatti sembra quasi essere una pagina della sua agenda, scandita dal suo tratto tremolante che fa pensare ad uno schizzo fatto di fretta durante il viaggio, uno sketch estemporaneo fatto sul momento, di getto.

Quella che può sembrare una storia "semplice", ma che invece non lo è per niente, si rivela essere una storia (ancora una volta) profonda e intensa, una storia che per essere compresa fino in fondo merita di essere riletta almeno una seconda volta (come del resto fu con Bibendum). L'autore tratteggia e in qualche modo prova a dare un volto all'arte, all'arte della grafica e della pubblicità, attraverso una forma mutevole, quella del protagonista, fatta di linee sempre diverse e costantemente in movimento. Una forma che muta e si adatta in base alle esigenze e ai gusti dei diversi "committenti". L'autore altresì riesce a cogliere l'essenza stessa dell'arte, cosa che da un grande artista come lui ce lo si aspetta anche!

Per quanto riguarda il versante grafico, seppur ne ho parlato, e accennato il mio pensiero qua e la per la recensione, volevo sottolineare ulteriormente l'evoluzione dei disegni all'interno stesso del fumetto, che riesce a cambiare ed arricchirsi di pagina in pagina, per poi subire un brusco, ma gradito, cambio di registro con il viaggio da un continente all'altro. Due stili diversi che però si adattano perfettamente, per forme, tratti e colori, ai luoghi che sono chiamati a descrivere e rappresentare.
La mutevolezza è l'essenza di questo graphic novel, ma è allo stesso tempo anche l'essenza stessa della vita. Quindi...stavolta tirate le somme da voi!
See you soon! -Lewis

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