venerdì 13 aprile 2018

Cinescopio: Akira - 30° Anniversario di Katsuhiro Otomo (Recensione)

AKIRA - 30° ANNIVERSARIO

Buongiorno e bentrovati amici di Everpop! Concludiamo la settimana con l'arrivo di un nuovo componente dell'Everteam: Sunday che da oggi si occuperà della rubrica cinematografica. Si inizia con Akira di Katsuhiro Otomo che torna al cinema!



AKIRA
                                                                         
REGIA: Katsuiro Otomo | GENERE: Distopico

SCENEGGIATURA: Katsuiro Otomo | DURATA: 124'


PRODUZIONE: Haruyo Kanesaku - Shunzo Kato -  Yutaka Maseba | ANNO: 1988/2018

DISTRIBUZIONE: Nexo Digital

CAST

Kaneda         
Tetsuo          
Kei          
Ryusaku          
Yamagata          


CIAK SI RECENSISCE

Quello di Akira, per chi non l’abbia mai visto, è uno spettro angosciante, che lo accompagna e gli pesa sulle spalle ogni volta che un cinefilo, o un amico, o un sito più o meno autorevole, lo definisce il massimo esponente del cinema d’animazione, il migliore di tutti i tempi.


È con riverenza e timore che inauguro la mia collaborazione con Everpop e con Lewis parlando proprio di Akira, per un giorno nuovamente nelle sale cinematografiche grazie a Nexo Digital, che ci concederà mercoledì 18 aprile 2018 questo regalo in occasione del trentesimo anniversario del lungometraggio di Katsuhiro Ôtomo. Un’operazione non propriamente inedita: i ragazzi di Nexo Digital avevano già riportato il film al cinema cinque anni fa, e fu lì che lo vidi per la prima volta: Akira, questa creatura al contempo attraente e spaventosa di cui avevo sentito parlare da tutta una vita. Lo vidi rimanendone affascinato e allo stesso tempo confuso. Avevo ancora molto da imparare sul medium cinematografico, e mi mancavano forse alcuni strumenti per comprendere il fascino di un film che, alla fine degli anni Ottanta, arrivava a scrivere una pagina di storia. Che arrivava per restare. Non ero sicuro del perché. Non ero certo di aver apprezzato quei 124 minuti di animazione sì eccellente ma, ai miei occhi, datata. Non ero convinto di aver apprezzato la sua trama, o ad essere onesto di averla anche solo capita. Intendo dire che non si tratta di un film di facile lettura. Non ci si trova davanti al solito blockbuster all’americana, né al dramma poetico a cui lo Studio Ghibli, per molti il principale riferimento quando si pensa all’animazione nipponica, ci ha abituati. Akira è qualcos’altro. 


Rivederlo adesso mi ha lasciato a bocca aperta. Forse perché la seconda visione rende tutto più facile, forse perché ho imparato negli anni a guardare e ad ascoltare davvero un film, e il montaggio sonoro di Akira è da applausi, le sue animazioni sono splendide, e le transizioni tra le scene riescono a trovare un buon equilibrio tra varietà e compostezza. Sarà complice il fatto che il cinema ci sta disabituando all’animazione tradizionale, ma il piacere di vedere un film disegnato a mano sul grande schermo resta ogni volta immenso, anche senza pensare all’incredibile lavoro che c’è dietro. 


Akira racconta una storia convoluta ma a conti fatti molto semplice; o forse sarebbe più corretto dire che racconta una storia semplice in maniera complicata. Se mi dilungassi rischierei di scrivere un infinito approfondimento comprensibile solo a chi conosce bene questa storia, e farei un torto a chi invece è curioso ma non ha mai visto il film né letto il manga da cui origina: tenendo gli spoiler al minimo, perciò, posso raccontarvi che il cuore di Akira è un conflitto personale, una storia di emozioni ataviche dell’essere umano. È la storia di Kaneda e Tetsuo, motociclisti fuorilegge dal background tutto da svelare, è la storia di quello che hanno vissuto e di quello che il 2019 ha in serbo per loro, a trentuno anni da un terzo devastante conflitto su scala mondiale. Una Neo-Tokyo che raccoglie a piene mani l’eredità di Blade Runner e che, a sua volta, influenzerà pesantemente il cinema futuro: l’ottimo Chronicle di Josh Trank gli deve tutto, e l’iconica moto di Kaneda è visibile sin dal trailer di Ready Player One, opera ultima di Steven Spielberg in queste settimane nei cinema. 


Insomma, il buon Akira continua a influenzare il cinema contemporaneo senza farsi remore di alcun tipo: se non lo avete ancora visto, approfittate di questa occasione per godervelo al cinema. 
Hasta pronto! -Sunday

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