E siamo giunti già a questa seconda settimana di luglio miei prodi Evereaders! Il tempo scorre troppo velocemente quando ti diverti! Be' detto questo, iniziamo questa nuova settimana con una nuova recensione, stavolta molto "dark".
NYARLATHOTEP
di Rotomago e J.Noirel
TITOLO ORIGINALE: Nyarlathotep
EDITORE: Nicola Pesce Editore
GENERE: Horror
PAGINE: 64pp (col)
PREZZO: 14,90€
USCITA: 19 mag 2016
TRAMA
"Non riesco a ricordare il momento esatto in cui tutto è cominciato. Nel corso di un periodo di sommovimenti politici e sociali insorse la strana, opprimente e pervasiva sensazione di un abominevole pericolo fisico, un pericolo da cui nessun luogo era al riparo e che tutto minacciava. Ricordo le persone camminare pallide e preoccupate, mormorando avvertimenti e profezie che nessuno osava ripetere consapevolmente, e neppure confessare di avere udito." Howard Phillips Lovecraft (1890-1937)
MY POINT OF VIEW
Inquietante ed affascinante allo stesso tempo il volume di Rotomago e Noirel, che ci (ri)presentano in una nuova veste un classico personaggio nato dalla mente geniale (e anche un po' oscura) di Lovecraft. Se siete degli (come si dice a Napoli) "azzeccati" conoscerete senz'altro la mitologia di Lovecraft, carica di ansia ed orrore, e quindi conoscerete di certo Nyarlathotep, nato nel 1920. Se invece siete a digiuno dei racconti e degli scritti di uno dei maestri dell'orrore più conosciuti di sempre, non preoccupatevi, questo volume saprà venirvi incontro...costringendovi poi a recuperare i racconti di Lovecraft!
Bisogna dire che il volume è riuscito ad incantarmi ed affascinarmi, ma anche inquietarmi allo stesso tempo, lasciandomi un profondo senso di ansia, simile a quella scaturita dai racconti di Lovecraft. La trama è assai profonda e intricata, costellata da costanti momenti di ansia e apprensione, che i due autori sono riusciti a carpire dal racconto originale.
La narrazione seguo uno sviluppo abbastanza diverso dalle solite novel e dai soliti fumetti, poiché essa viene affidata alle didascalie, piuttosto che ai classici balloon, che rendono l'opera molto più simile ad un libro illustrato (ed infatti mi verrebbe da catalogare questo volume proprio come la versione illustrata del racconti di Lovecraft). Quello che leggiamo all'interno del volume sono infatti proprio le parole che compongono il racconto originale (chi l'ha letto lo riconoscerà all'istante), senza alcun adattamento, alcun dialogo, niente che possa farci pensare a qualcosa di nuovo. Il fatto che non ci sia però "niente di nuovo" permette al lettore (che abbia letto il racconto originale o no) di entrare fino in fondo all'interno della storia, di goderne in prima persona. E questo accade sin da subito, senza preamboli, senza alcuna introduzione. Un punto di forza che Rotomago ha saputo far suo all'istante, riuscendo a dare all'opera un'aura misteriosa a dir poco incredibile.
Altra caratteristica particolare, e quel senso di incompiuto, di "finale aperto", che ha la storia, che sembra presagire un seguito. Al termine della storia mi è parso quasi che questo fosse solo l'arco narrativo iniziale di un'opera che era solo sbocciata, la quale non vedeva l'ora di proseguire, mentre invece...
Accanto ad una storia così caratteristica però non poteva che esserci una "grafica" altrettanto forte. Le tavole sono costellate da un alone oscuro e tenebroso, che diventa sempre più cupo man mano che la storia prosegue. Tra le tante tavole, quelle che più sanno farsi valere, quelle che più predominano all'interno del volume, sono le "splash page", tavole che sono riuscite a lasciarmi letteralmente basito, per la loro bellezza. All'interno del volume si trovano tavole assimilabili a quadri, per via della loro impostazione, per l'uso del colore, e soprattutto per via della loro espressività.
Quei disegni, estremamente realistici, precisi e puliti, infatti riescono a rappresentare a pieno le parole contenute nei riquadri e nelle vignette, riuscendo ad essere una vera e propria illustrazione (e che illustrazione!). Illustrazioni assimilabili a delle fotografie, per via del loro realismo, e della loro espressività comunicativa, comune ai fotogrammi cinematografici, o a foto d'epoca (riviste in chiave moderna).
Per quanto riguarda infine i colori (sapete quanto sono fissato io con i colori), ci sono davvero poche parole per descrivere il loro uso all'interno dell'opera. Essi si sposano perfettamente con i disegni e la storia. Come già detto sopra, man mano che la storia procede le tavole si incupiscono, e con esse anche i colori, che assumono tonalità sempre più fredde e cupe, riuscendo a mantenere vivo quel senso di angosciosa ansia, che contraddistingue la storia.
Un volume davvero niente male, a cui gli amanti dell'orrore e di Lovecraft dovrebbero dare sicuramente una chance! Che ne dite? Poi magari fatemi sapere cosa ne pensate.
See you soon! -Lewis
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