venerdì 16 settembre 2016

BookInFront: IO SCRIVO PERCHE' #2 - Le parole dell'anima


Buongiorno Evereaders, dopo il successo dello scorso mese, IO SCRIVO PERCHE' torna sulle pagine di Everpop con 10 nuovi autori, e tante fantastiche parole. Cosa significa scrivere? Ve lo faccio raccontare da questi 10 grandi autori!
#IOSCRIVOPERCHE'
Grandi autori per una grande arte

Ho raccolto le testimonianze, di importanti autori italiani e stranieri, che molto gentilmente hanno risposto ad una "semplice" ma assai complicata domanda: 

"COSA SIGNIFICA SCRIVERE?"

KATHERINE PANCOL
(Muchachas)
Edizioni Bompiani



"Per me scrivere significa vivere al meglio la vita. E' come poter vivere molteplici vite."

ALAFAIR BURKE
(La ragazza nel parco)
Edizioni Piemme



"La scrittura per me è un modo per esplorare caratteri ed emozioni. Cosa ci rende felici? Cosa invece pericolosi? Cosa sono capaci di fare le persone normali quando sono in situazioni disperate? Immergersi in queste domande mi porta sempre ad una storia sorprendente."

LUCREZIA SCALI
(La distanza tra me e te)
Newton Compton Edizioni



"Scrivere è come andare in bicicletta. All'inizio sei troppo piccolo e devi usare le rotelle, poi ti diverti, vai veloce e hai degli strumenti in più per passare al passo successivo. E poi levi quelle rotelle. Non sei pronto, cadi, ti rialzi, insisti, ti arrabbi... E accade così , come per magia, ti accorgi che stai pedalando da solo. Ridi, e anche tanto. Così è la scrittura, una continua ricerca, il nervoso quando una scena non viene come vuoi tu e la voglia di mettersi in gioco. Non è solo questo, la scrittura è anche soddisfazione, risate, pensieri positivi in un mondo parallelo dove tu sei libera e senza alcuna preoccupazione della vita quotidiana. Una volta che inizi, non smetterai mai."

SALLY GREEN
(Half Lost)
Rizzoli Editore



"Scrivere ora è un mix di quello che ho guadagnato dalla vita, e quello che ho imparato sulle persone e su di me, è una parte grande ed importante della mia vita. Nella mia scrittura i miei personaggi sono la cosa più importante per me, li amo come amerei persone reali (suona un po' strano, lo so) e affido loro parti della mia vita e miei processi di pensiero. "

SILVIA ZUCCA
(Guida astrologica per cuori infranti)
Editrice Nord



"Mi capita spesso, quando conosco una persona nuova, di parlare del mio lavoro. Un po’ la temo la domanda fatidica “…e tu cosa fai?”, perché quando la gente sente che fai lo “scrittore” ha (quasi) sempre delle reazioni strane, tipo le convulsioni, e sgrana gli occhi e ti guarda come se all’improvviso ti fosse cresciuto un corno sulla fronte. In alcuni casi viene scossa da una specie di concitazione, e ti guarda con gli occhi luminosi di chi sta avendo una visione. In altri, finisce che ti fissa un po’ dall’alto in basso, inizia a parlarti piano, con una certa cautela, come se avesse davanti un matto e dovesse convincerlo a non fare quell’ultimo passettino oltre il cornicione. Non ho mai capito se sia perché, vedendomi, non ci credono e pensino che sia un’invasata scribacchina con problemi di socializzazione, oppure sia un loro modo per farmi salire su una specie di piedistallo, come un novello vate. Per togliere ogni dubbio, se doveste mai incontrarmi di persona: è sicuramente più vera la prima ipotesi che la seconda, perché scrivere è una vera pazzia. È uno strano mestiere, quello della scrittura. Cioè è un mestiere che non è un mestiere, o meglio non dovrebbe esserlo, un po’ come il politico… ma questa è un’altra storia. Per fare lo scrittore, devi essere allo stesso tempo libero e allo stesso tempo in gabbia, in un equilibrio precarissimo, e sempre pronto a essere spezzato e ridiscusso, tra la creatività più sfrenata e il metodo più integerrimo che neppure un geometra dei più puntigliosi. Devi fare l’equilibrista, sapere che c’è il momento in cui puoi volare, il momento in cui ti sembrerà di farlo davvero (sono i migliori!) e quello in cui dovrai esercitare il massimo controllo sia della tua penna che della tua vita. Perché scrivere è un mestiere solitario, che nessuno ti può dire davvero di fare, o quando farlo, e farti timbrare il cartellino e via, alla scrivania a tirare fuori quel tot di pagine ogni mattina. No, qui o ce l’hai dentro o non ce l’hai ed è meglio che per quel giorno ti fai un giro, che guardare le nuvole sarà senz’altro più produttivo che stare legato alla sedia. La scrittura, in sé, invece, è una specie di progetto. Un progetto alchemico, la definirei. Una ricerca. Come gli antichi alchimisti, anche noi scrittori, in un certo senso cerchiamo di creare qualcosa dal nulla, e la nostra pietra filosofale è la vita in sé stessa. Ogni volta, cerchiamo di creare un mondo, con pensieri, azioni, amore, sofferenza… A ben pensarci, scrivere è in sé un mestiere che ha in sé qualcosa di contraddittorio: si vuole creare la vita, ma nello stesso tempo si nega la propria, si rimane chiusi in casa per ore, giorni, mesi, in una realtà che nessun altro conosce (quindi è chiaro che l’ipotesi della follia non sia poi così campata per aria). Finora ho parlato degli sforzi, di quella specie di masochismo che mi pervade ogni volta che decido che è ora di ricominciare a scrivere un libro. Però oltre a questo, oltre al sudore e alla sofferenza c’è la soddisfazione, quando l’ingranaggio inizia a girare, quando il mondo che ho pensato prende consistenza, quando tutto lo studio che ho fatto (e io ne faccio sempre tanto, sui personaggi e sull’ambiente) inizia a darmi delle forme e queste forme sono vere e quasi tangibili. Qui arriva la parte bella, che è quella del “volo” di cui parlavo prima. Credo che sia per questa parte che io scrivo, per sentire quelle emozioni che sento quando riesco a vivere davvero quello che sto mettendo sulla carta. E spesso, nei momenti più riusciti, lo sforzo della scrittura si riduce e si assottiglia perché è davvero come se fossi riuscita a viaggiare nel tempo e nello spazio. Non c’è niente di paragonabile al momento in cui tieni in pugno la tua pietra filosofale."


MARC LEVY
(Lei&Lui)
Rizzoli



"La scrittura per me è un cammino di libertà, su cui tutto è possibile."

HOMER HICKAM
(In viaggio con Albert)
Harper Collins Italia




"Scrivere è la mia passione. Mi rende felice scrivere, specialmente quando sono immerso nelle profondità di un romanzo e so che sta procedendo al meglio. "

TOMMY WALLACH
(Fino alla fine del mondo)
Edizioni Piemme



"Scrivere è il mio modo personale di dare un senso al mondo che di solito non ha molto senso."

FABIO GEDA
(Berlin)
Mondadori



"Le storie sono un acceleratore di esperienze, uno straordinario simulatore di realtà che ci permette di vivere meglio il nostro presente. Le storie ci aiutano a rafforzare l'ego e allo stesso tempo a relativizzarlo, mentre il mondo è pieno di persone dall'ego fragilissimo, che hanno continuo bisogno di conferme, e che allo stesso tempo si sentono assoluti. Le storie sono fondamentali nella costruzione dell'uomo come cittadino: attraverso le storie di cui ci nutriamo ci formiamo delle opinioni sul mondo e in seguito a quelle opinioni andremo a votare, a fare la spesa, interagiremo con gli altri cittadini. E poi, si sa, le storie hanno uno straordinario potere terapeutico: ci aiutano a comprendere i nostri sentimenti, le nostre paure, le nostre ansie; ci curano e ci consolano ma anche ci attivano, facendoci venire voglia di uscire nel mondo e di tentare di farci qualcosa, con il mondo. Ecco perché scrivo. Ed ecco quale valore - valori - ha la scrittura nella mia vita."

MARCO MAGNONE
(Berlin)
Mondadori




"Sono cresciuto in una grande casa di una piccola frazione vicino ad Asti, senza fratelli né sorelle. Questa combinazione ha fatto sì che vivessi gli anni delle elementari e tutto sommato delle medie senza sapere molto di quello che stava succedendo dentro e intorno a me. Quando si è trattato di scegliere quale istituto superiore frequentare, la scelta naturale sarebbe stata il liceo classico, visto che l’italiano e le materie umanistiche mi interessavano più di matematica eccetera. Il fatto però è che per caso venni a sapere alcune cose che accadevano al liceo scientifico: era dotato di laboratori pieni di microscopi e altri gingilli che al tempo avevo visto solo nei film e telefilm, e soprattutto aveva appena acquistato un vero telescopio, e tutte quelle meraviglie erano a disposizione degli studenti. Se aggiungiamo che si studiava il tedesco come lingua straniera e che questo garantiva una settimana extra di viaggio all’estero, non c’era storia. Perché scoprire il mondo, a quattordici come a novantanove anni, è un’esigenza irrinunciabile. Attraverso i viaggi, certo, ma anche grazie a strumenti come il microscopio e il telescopio. Il primo capace di farci vedere come funzionano cose piccolissime nascoste da qualche parte dentro di noi, il secondo in grado di portarci alla scoperta di giganteschi mondi tanto lontani che non riusciamo nemmeno a immaginarci. Ovviamente dopo le prime due lezioni in laboratorio avevo già perso ogni interesse verso i microscopi, e mi bastò una notte passata sul tetto della scuola per farmi disamorare del telescopio e buscare un brutto raffreddore, ma non importa. Non sarebbero state quelle le mie armi per passare dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo. Era la scrittura, che mi permetteva di mettere ordine dentro di me e nel mondo fuori, lasciando emergere poco per volta ma con sempre maggior precisione un "testo", e trovandogli posto in un "contesto", nel quale tutto risultasse più chiaro e comprensibile. Quel primo anno capii che non mi serviva altro, e da allora non mi sono più fermato. A leggere, scrivere ma in generale a divorare storie. Perché se la scrittura è il linguaggio che per qualche ragione sento più mio, da consumatore onnivoro di mondi non penso che un libro sia di per sé superiore a un film, una serie Tv, una canzone. Sono tutte finestre attraverso le quali abbiamo la straordinaria opportunità di vivere pezzi di vita che non sono la nostra, cosa che altrimenti ci sarebbe impossibile. Basta aprirle, lasciar circolare un po’ d’aria, e respirare a pieni polmoni."


Anche stavolta i nostri dieci nuovi autori hanno saputo dare il meglio di se, regalandoci parole fantastiche che sanno farci sognare! Ringrazio ognuno di loro per la dolcezza, la gentilezza, ed il tempo che mi hanno dedicato! Se non conoscete qualcuno tra loro, be'...vi consiglio di leggere le loro opere, cariche della stessa profondità di queste frasi!

Be' per questo mese è tutto Evereaders! Vi do appuntamento al mese prossimo con 10 nuovi fantastici autori!
See you soon! -Lewis

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