Il tempo vola, ed ecco che siam di già a mercoledì! E' proprio di tempo che parliamo nell'intervista di oggi a Sergio Algozzino (autore di Storie di un'attesa), fatta anche essa durante il Romics 2016. Pronti a sentire cos'ha da dirci Sergio?
di Sergio Algozzino
TITOLO ORIGINALE: Storie di un'attesa
EDITORE: Tunuè
GENERE: Narrativa
PAGINE: 140pp (col)
PREZZO: 16,90€
USCITA: 12 mag 2016
RECENSIONE: QUI
TRAMA
Tre storie distanti nel tempo. Un principe palermitano decide nell'Ottocento di partire per la Terrasanta, ma è molto più importante la preparazione del viaggio stesso. Due persone si sfidano, all'inizio del secolo scorso, in una partita a scacchi per corrispondenza, ma nel tempo scoprono come l'esistenza abbia scavato un abisso fra di loro. Un ragazzo, negli anni Novanta, si ritrova ad aspettare la ragazza con cui si è dato appuntamento, solo con i suoi pensieri. A legare le vicende l'aspettare con pazienza il tempo che scorre e i cambiamenti che ne vengono, per riscoprire, in un'epoca di frenesia, il valore dell'attesa.
INTERVIEW
Inizio con il ringraziare Sergio che mi ha accolto con il sorriso, e con lo stesso sorriso ha risposto alle mie domande. E' stata una breve intervista (perché la folla lo attendeva), ma davvero interessante!
LEWIS
Ormai "Storie di un'attesa" è uscito da un po', e in tanti l'hanno già letto e adorato, ma cosa c'è dietro a questa storia? Com'è nata?
SERGIO
LEWIS
La città di Palermo, come dicevi, è assai viva all'interno del fumetto, al punto da assumere in determinati casi persino il ruolo di co-protagonista. Da cosa è nata la volontà di parlare proprio di questa città?
SERGIO
E' stata una scelta un po' personale, perché avevo voglia di raccontare innanzitutto una Palermo che non spiccasse per dei temi scontati, scelta comune ai miei libri precedenti, ma bensì una Palermo profonda e vissuta, che apparisse allo stesso tempo quotidiana, quella che appunto vivono i tre protagonisti dell'opera. Il tema stesso dell'opera si adatta perfettamente a quello che volevo comunicare, e cioè quest'abitudine tipica del palermitano che aspetta sempre qualcuno che faccia le cose al suo posto, un atteggiamento che è anche allo stesso tempo molto italiano. La scelta dell'ambientazione è poi venuta quindi da se.
LEWIS
Tra gli altri temi predominanti nell'opera, il Tempo, che qui appare sotto diversi aspetti, è senza dubbio quello che spicca tra tutti, e si sa che parlare di tempo non è mai semplice. Com'è stato lavorare col tempo, parlare e scrivere di esso, ma soprattutto rappresentarlo (perché ricordiamo che tu sei effettivamente riuscito a rappresentare il tempo)?
SERGIO
Be', bisogna prima di tutto dire che ho un rapporto col tempo costruttivo ormai, basti pensare ad un mio libro precedente, Memorie ad 8-bit, che era invece fortemente nostalgico rispetto a Storie di un'attesa. Già in quel libro, molto di più in questo, il significato per me è che, quello che rappresenta per noi il passato deve essere non una schiavizzazione del presente, ma qualcosa utile per costruire un futuro. Quindi i ricordi non devono essere solo quelli che abbiamo vissuto, ma quelli che stiamo vivendo, e che in futuro diverranno tali. Per quanto riguarda questo Graphic Novel, si trattava quindi di enfatizzare questo tipo di sentimento, che in Memorie ad 8-bit, aveva una sua valenza portata verso l'umorismo, mentre qui è orientata verso il romanticismo.
LEWIS
Soffermiamoci a questo punto su Memorie ad 8-bit, che è fortemente autobiografico, mettendolo a confronto con Storie di un'attesa, viene spontaneo domandarsi se c'è qualcosa di te anche in questo tuo nuovo romanzo a fumetti. E' effettivamente così?
SERGIO
In Storie di un'attesa, in particolar modo la storia del ragazzino, parte da qualcosa che ho vissuto personalmente. Contemporaneamente però c'era la volontà, la mia, di non tirare fuori una storia fortemente autobiografica, ma che comunque fosse un ponte d'unione per chi avesse letto il libro precedente, un'opera molto diversa, ma con dei punti in comune con la lettura passata.
LEWIS
Hai detto che la storia del ragazzino ha qualcosa a che fare con una parentesi della tua vita, è lo stesso per il carattere dei personaggi, le loro scelte e i loro modi di essere? Ti rivedi effettivamente in qualcuno di loro?
SERGIO
In realtà mi rivedo in parte in tutti, persino nel Conte, che non c'entra niente con nulla che io possa aver vissuto, tanto meno se si considera la sua radice mistica, che io non possiedo. Il suo personaggio però possiede qualcosa nel quale io mi rivedo: è cioè una profonda passione per "qualcosa", per la quale poi si investe tutta la vita. Questo atteggiamento è ad esempio parte di me, ma ovviamente orientato su altre questioni. Considerando ad esempio questo aspetto si può quindi dire che ognuno dei miei personaggi ha effettivamente qualcosa di me.
LEWIS
Domandona di Everpop. Ti diamo la possibilità di realizzare un qualunque fumetto esistente, del presente o del passato, quale sceglieresti tu? Quale grande fumetto ti piacerebbe aver realizzato?
SERGIO
Be' la domanda non è semplice, ma se proprio posso sognare al massimo, direi senza dubbio i Peanuts!
LEWIS
Concludiamo con le aspirazioni per il futuro. Cosa ha in serbo per noi lettori Sergio Algozzino?
SERGIO
Progetti per il futuro...In teoria a Febbraio dovrebbe uscire un libro nuovo, del quale però curo solo la sceneggiatura, mentre le illustrazioni saranno di Deborah Allo. E poi sto cominciando a pensare quale sarà il prossimo libro. Ho più cose di cui voler parlare, più cose che vorrei realizzare, ma non so ancora quale di queste vincerà. Ma sono fiducioso, e confido nel fatto che prima o poi riusciranno ad essere pubblicate tutte.
Siamo ahimè giunti alla fine dell'intervista, e mi tocca salutare di già il mitico Sergio. Il tempo scorre troppo velocemente quando si conversa amichevolmente! Nonostante questo spero però che abbiate gradito questa recensione, proprio come me! Se avete qualche domanda per Sergio scrivetela pure nei commenti, e vedrò poi di recapitargliela! Nel frattempo...
See you soon! -Lewis
Nessun commento :
Posta un commento