Buongiorno e buon martedì Evereaders! Da oggi si parte con le recensioni. Ieri vi ho presentato "Il piccolo Caronte", ed oggi ve ne parlo dettagliatamente!
TITOLO ORIGINALE: Il piccolo Caronte
EDITORE: Tunué
GENERE: Avventura
PAGINE: 144pp
PREZZO: 16,90€
USCITA: 02 mar 2017
TRAMA
Caronte sparisce improvvisamente. A riempire il suo posto lasciato vacante, e assumere la funzione di traghettatore di anime viene chiamato il piccolo Mono, che non ha per niente voglia di sostituire il padre e assumersi una tale responsabilità. Caronte ha fatto la storia, ma Mono sarà all’altezza del suo compito? Riuscirà alla fine a traghettare la prima anima?
MY POINT OF VIEW
Ancora una volta Sergio Algozzino è riuscito a sorprendermi! Ammetto che dai primi disegni visti qua e là per il web mi ero immaginato una storia per ragazzi, una in stile Tipitondi, e quindi già scoprire che il volume sarebbe uscito per la collana "Prospero's Books" mi aveva lasciato dubbioso. Una volta letto però, tutto è tornato.
Sergio Algozzino, in compagnia stavolta di Deborah Allo, ci regala (ancora è il caso di dirlo) una storia ricca e profonda, che indaga sulla vita e la morte, e sull'impatto che hanno entrambi sull'animo umano, che immancabilmente ne viene segnato. Tutti almeno una volta nella vita ci siamo chiesti "Cos'è la Vita, e cosa la Morte", ebbene partendo proprio da questo antico interrogativo i due autori pongono le basi per un fumetto davvero sorprendente, che pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo (ne trovate essenzialmente tre) cresce, evolvendosi in qualcosa di incredibilmente profondo.
Tutto parte con Mono, piccolo abitante dell'Oltretomba, figlio del celebre Caronte, traghettatore delle anime, che a seguito della scomparsa del venerando padre è costretto a prendere il suo posto. Per rivestire questo celebre ruolo però dovrà prima incamminarsi in un percorso formativo, attraverso appunto la vita e la morte, affiancato da personaggi che come lui vivono all'ombra di qualcuno di più famoso, e in compagnia del fido Cerberino, un allegro e scodinzolante cagnolino infernale a tre teste. Parte così il viaggio di Mono, dei suoi primi passi nella vita, e nella morte, attraverso curiosi insegnamenti, e indirizzato verso la crescita e la maturazione. Questo fumetto è quindi a tutti gli effetti un romanzo di formazione (a fumetti), che incuriosisce e da da pensare, riuscendo alla fine a far crescere anche solo un po' il lettore, oltre che il protagonista con il quale si intraprende questo avventuroso e mistico viaggio. Questo è uno dei "superpoteri" di Sergio, che viene fuori in ognuno dei suoi fumetti, con i quali riesce a generare un piccolo cambiamento con il lettore, con il quale comunica con incredibile onesta e schiettezza, trattandolo appunto come un caro amico, che a fine lettura ne viene fuori immancabilmente maturato e arricchito.
Stavolta l'autore riesce ad essere ancora più schietto, ancora più onesto, in determinati punti persino spietatamente onesto. Parte tutto da un bambino, perché Mono alla fine non è altro che un bambino come tanti altri (nonostante l'età), e dalla sua ingenuità verso il mondo prima, e verso la vita e la morte dopo, che Sergio esplora in maniera del tutto sincera, mostrandola appunto per quella che è realmente, senza aver paura neppure per una volta di dire la sua. La vita viene descritta e narrata in tutte le sue diverse sfumature, sia quelle splendenti che ci rallegrano giorno dopo giorno, sia quelle tristi e decadenti che le affiancano. Il lettore viene affiancato da Momo, cugino di Momo esiliato sulla terra, che appare quasi come un fantasma Dickensiano, che fa da guida al piccolo Caronte (e quindi al lettore che lo accompagna) mostrando ad entrambi ciò che la vita ogni giorno dona e poi immancabilmente si riprende. Tutto questo viene inoltre descritto con assoluta delicatezza e sensibilità (soprattutto se si considera la scena della metro), che contrasta volutamente poi con ciò che viene narrato di seguito, la Morte. Attraversando il "velo" in compagnia di Mono, si viene travolti dall'ansia e dalla tristezza, e il cinismo, rappresentato da Hypnos, prende in qualche modo il sopravvento. Nonostante in questo capitolo la delicatezza venga un po' messa da parte per dare spazio alla l'imprevedibile violenza della morte, che viene descritta anche in questo caso senza "censure", l'autore continua a narrare la storia con immensa sensibilità, senza perdersi mai nell'immensità di questo tema.
La storia oscilla tra ordinario e straordinario, e appare come un'intenso viaggio formativo, che procede liberamente. Un aggettivo giusto per riassumere questo fumetto è Libertà, perché nonostante il ruolo predefinito che spetta a Mono, il piccolo protagonista non vi è incatenato ad esso, ma è bensì libero di fare le proprie scelte. Questo aggettivo riesce a descrivere anche i disegni che caratterizzano l'opera, che non sono ingabbiati in vignette nette e squadrate, ma che si muovono liberi e leggeri tra le pagine. Il tratto di Deborah Allo è altrettanto libero, leggero e fluido, e scorre armonioso, proprio come la vita. Con incredibile maestria riesce a dar vita ai sentimenti contenuti nella storia, prima che alla storia stessa. Sul volto dei suoi personaggi si può infatti scorgere ogni sorta di emozione, dalla curiosità allo stupore, dalla timidezza alla consapevolezza. Il suo stile si evolve, e muta al passaggio dalla vita alla morte, che viene qui rappresentata piatta e priva di colori, ma allo stesso modo diretta e intensa. La sua linea morbida prima, ed il suo acquerello dopo, donano quindi la vita a questa storia.
Voglio consigliarvi questo immenso viaggio, ma soprattutto voglio consigliarvi la compagnia di Mono, dei personaggi che popolano il suo mondo, e ovviamente dei suoi due autori che hanno dato vita a tutto questo! Stavolta è piuttosto semplice esclamare "ve lo consiglio".
See you soon! -Lewis
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