Bentrovati amici di Everpop! Siete pronti a fare un giro tra le buie strade di una Trieste molto suggestiva? Oggi a tenerci compagnia sarà Aida, protagonista di questo suggestivo fumetto scritto e disegnato da Vanna Vinci.
TITOLO ORIGINALE: Aida al Confine
EDITORE: Bao Publishing
GENERE: Narrativa a fumetti
PAGINE: 144pp
PREZZO: 17,00€
USCITA: 08 feb 2017
TRAMA
Aida lascia Bologna per Trieste, e incontra il fantasma dei nonni e un amore impossibile, perché diviso dal tempo e dalla guerra, la grande guerra. Vanna Vinci racconta e si racconta, in una delle sue storie più personali e, nonostante l'apparente metafisicità dei piani narrativi che si intersecano, più dolorosamente reali. L'appendice di documentazione è stata aggiornata ed espansa, e l'ultimo sedicesimo del libro è a colori e contiene disegni, bozzetti e copertine inediti o rari.
MY POINT OF VIEW
Già prima mi risultava difficile parlare di Vanna (la chiamo per nome perché me l'ha detto lei a tempo di libri ndr), da quando poi l'ho incontrata e ci ho chiacchierato a Tempo di Libri la cosa si è fatta ancora più difficile.
Meno difficile però è parlare di questo accattivante romanzo a fumetti. Una vecchia storia apparsa su Mondo Naif anni fa, e finalmente ripubblicata da Bao Publishing, in un'edizione semplicemente sublime. Già di suo la storia aveva tutte le carte in regola, e risultava perfetta per il catalogo Bao (basti pensare che questo volume sarebbe stato una perfetta "Città vista dall'alto"), ma con i giusti accorgimenti, ed una prefazione impeccabile della stessa Vanna, il fumetto è riuscito a migliorare ancor di più (anche se risulta difficile quando un'opera è già di per sé immensa).
La trama segue le vicende misteriose ed oniriche (è il caso di dirlo) di Aida, quest'affascinante e un po' tenebrosa ragazza di Bologna, che per cambiare aria si rifugia nella vecchia casa dei nonni a Trieste. Il suo arrivo segna un cambiamento, tanto in lei quanto nel mondo e nella realtà che la circonda. Sembrerebbe infatti che il suo ritorno alle origini abbia innescato una serie di eventi misteriosi, capaci di richiamare da chissà dove gli spiriti della sua famiglia. Oltre agli affezionatissimi nonni infatti Aida richiama anche Nino, un uomo tutto d'un pezzo (quale pezzo non so, visto che parliamo di fantasmi) venuto da molto lontano, che si scoprirà presto essere il fratello maggiore (scomparso) del defunto nonno. A seguito della sua apparizione Aida si trova coinvolta in una spirale di mistero e nostalgia, sospesa tra presente e passato, che appare a più riprese senza preavviso, scombussolando un po' la realtà.
"Perché siete apparsi proprio a me?" si chiede Aida sul finire della sua storia. Be' quella domanda è un po' quella che si pone il lettore sin da subito, ed è forse anche la domanda che si sarà posta l'autrice durante la stesura. Viene spontaneo chiedersi perché Aida riesca a vedere e comunicare con i fantasmi. Una domanda alla quale forse è semplice rispondere, perché sin da subito la protagonista appare quasi persa, smarrita, in cerca del suo posto nel mondo, ma soprattutto in cerca di risposte. E forse l'unico capace di poter far fronte ai suoi dubbi, l'unico a saper rispondere alle sue domande, è proprio il passato, che appare nelle vesti di Nino, il quale porta con se sì tanti enigmi e tante domande, ma allo stesso tempo riesce ad essere il cardine tra presente e passato, quel pezzo mancante del puzzle che Aida stava cercando da un po'.
E' secondo me molto difficile individuare un vero e proprio protagonista all'interno di questo graphic novel, perché attorno ad Aida gravitano tanti altri protagonisti: Nino, la quale storia presto prende il sopravvento; il Passato che con forza penetra nella realtà presente; e infine, non meno importante (anzi), la città di Trieste, che con i suoi scorci, i suoi vicoli, i suoi monumenti domina la quasi totalità del fumetto. Trieste vive all'interno di questo volume, parla ai suoi lettori, si racconta attraverso immagini suggestive, e racconta, a pari passo con Aida, una storia triste e struggente che riesce a far breccia nel cuore dei lettori. Vanna Vinci riesce a far ciò che ben pochi altri autori riescono a fare: a dar voce ad una città, permettendola non solo di parlare, ma bensì di cantare (e per un assunto architettonico si sa, che le più belle architetture hanno la rara capacità di riuscir a cantare. La triste e melodiosa voce della città si traduce contemporaneamente anche in una piccola "playlist" che fa da accompagnamento alle varie scene contenute nella storia (che Vanna esplica ai margini delle tavole).
Il tutto si traduce poi in tavole malinconiche e suggestive, caratterizzate dalla forte presenza del nero, che domina su tutto, senza mai lasciare spazio agli altri colori. La totalità del nero è però giustissima per questa storia, che forse perderebbe tutto la sua bellezza, il suo charme, anche solo con l'introduzione di una punta di colore. Per quanto riguarda invece il tratto e lo stile dell'autrice, be'...Mi risulta ancora difficile riuscire a commentarlo, perché ogni volta mi lascia a bocca aperta, senza parole, proprio come riescono a fare i grandi quadri all'interno di grandi mostre e musei.
Mi sento tanto fan boy mentre scrivo questa recensione, ma non riesco a non esserlo perché ogni volta che mi imbarco in una storia scritta e disegnata da Vanna Vinci alla fine ne esco spaesato ma felice, proprio come se avessi intrapreso un gran bel viaggio. Ed oggi non posso che consigliarvi questo suggestivo viaggio tra l'oscurità della notte ed il buio del passato.
See you soon! -Lewis
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