giovedì 12 aprile 2018

Botta & Risposta: Mondi Fantastici e Chiacchiere Epiche con Simone Laudiero

ronac simone laudiero

INTERVISTA A SIMONE LAUDIERO

Bentrovati amici di Everpop! Voglio condividere con voi una fantastica intervista, quella fatta a Simone Laudiero sul suo Gli Eroi Perduti.

fantasy piemme 2018GLI EROI PERDUTI di Simone Laudiero
                                                                                                                  
EDITORE: Piemme | GENERE: Fantasy
PAGINE: 305pp | TITOLO ORIGINALE: Gli eroi perduti #1
USCITA: 17 apr 2017 | PREZZO: € 16,00 | EBOOK: 
                                                                                                                  
TRAMA
«La nave non aveva né remi né vele, e si muoveva da sola. Sembrava sospinta dalla corrente del fiume, fino a quando non cominciò a decelerare e si diresse verso la banchina. Man mano che si avvicinava, la sua mole incombeva sempre di più sulla folla, che ammutolì. L'Isola di Ferro era più alta di una torre di guardia, e a prua culminava con un rostro che avrebbe mandato in pezzi due navi in un solo speronamento. Il messaggio che i Re con l'Itri rivolgevano al mondo era chiaro: nessuna battaglia navale poteva essere vinta contro questa mostruosità».

BOTTA&RISPOSTA
                                                           

QUEST

Per chi ancora non si è approcciato al tuo libro, per incuriosire i lettori del blog, come definiresti il tuo romanzo? 

SIMONE

Il primo romanzo di questa mia nuova serie lo definirei senza alcun dubbio "Fantasy Mediterraneo". Leggo fantasy da quando ero bambino, quando in Italia ammettevi di leggere Fantasy non eri poi tanto ben visto dagli altri lettori, quindi ne ho letti davvero tanti di libri di questo genere, come Tolkien o Martin per fare un esempio, ma anche tanti altri. Ogni volta però mi chiedevo se si potesse mai arrivare a dar vita ad un fantasy più "nostrano", più italiano, senza però perdere epicità. Ad un certo punto però ho capito, lettura dopo lettura, che non dovevo fare un fantasy italiano ma bensì uno mediterraneo. Mettendo da parte l'Italia aprivo così molti scenari, come le Crociate o le Guerre Puniche. Ed è così che si sono aperti davanti ai miei occhi svariati scenari, molto più ampi di quelli che potevano esserci nella sola Italia.

QUEST

Come è nato invece questo libro? 

SIMONE

Be' il libro è nato, anche se sembra una cosa sciocca, dalla mappa. Credo che la mappa sia fondamentale e partendo da questo assunto ho pensato a creare non un continente, come ad esempio la Terra di Mezzo, ma bensì un mare, una mappa che ruotasse tutta attorno al mare. E' nato così questo mare, chiamato "la Croce Azzurra", formato da quattro quadranti, intorno a cui si svolgono le vicende dei libri. Ed è così che è nata la storia, complice anche il fatto che volevo creare un'eroina forte, che ci sapesse fare.

QUEST

Ecco, ti fermo per chiederti appunto qualcosa sulla tua eroina, Ronac. Parlaci di lei. 

SIMONE

Tutto nasce da una volontà particolare: volevo creare un'Indiana Jones al femminile. Avventurosa e simpatica, con uno stile simile a quello di Jones, un po' cialtrone, che però sembra perdersi al femminile, perché subentra la serietà. Ho scelto così Ronac, che è una cacciatrice di tesori ma allo stesso tempo è anche un po' sfigatella, a cui non sempre le cose vanno per il verso giusto, come Indiana Jones appunto.

QUEST

Legandoci a questo tuo discorso sulla protagonista volevo sottolineare l'atipicità di Ronac, il suo essere così inusuale e diversa dai soliti protagonisti fantasy, come lo sono poi anche gli altri personaggi del tuo libro. E' stata una scelta volta renderli così "particolari e diversi"? 

SIMONE

Io ho letto veramente tanto nella mia vita. Ho cominciato in terza elementare e da lì è stata una vera escalation, dai libri ai videogames, dai fumetti ai giochini per cellulari. Ho sempre sognato di farlo, di scrivere un fantasy e quando sono arrivato all'età adulta mi sono posto appunto questo obiettivo morale, quello di dar vita a personaggi che fossero sempre un po' fuori dagli schemi, diversi da quelli che solitamente ci si aspetta.

QUEST

Siccome prima hai citato il fatto di voler portare il nostro mare mediterraneo in un fantasy, i riferimenti alla letteratura classica, come l'Odissea ad esempio, sono tanti e facilmente individuabili. Volevo sapere se c'era questa idea di volerti riallacciare a quella che è un po' la nostra prima forma di fantasy. 

SIMONE

E' soltanto una questione di abbigliamento secondo me. Poi c'è da dire che anche nel fantasy polacco ci sono riferimenti alla mitologia greca, pur non avendo nulla a che vedere con il mediterraneo, quindi in un certo senso è un rimando ovvio, solo che c'è il problema del look, basti pensare a Troy o 300, interessanti e coinvolgenti, ma di cui non vorresti certo seguirne una serie; queste sono più cose che siamo abituati a vedere in personaggi nordici. Ormai è un pensiero radicato.

QUEST

Passiamo ad un elemento importantissimo del romanzo, un elemento centrale: l'Itri. Come nasce e cosa ti ha portato a voler dare appunto questo "super potere" ai guerrieri del tuo libro? 

SIMONE

Ottima domanda. L'Itri è senza dubbio l'idea più vecchia in questo libro, avuta almeno 15 anni fa e quindi mi risulta un po' difficile ricordare perché avessi voluto inserire questo potere. C'era da allora ed è rimasto un elemento fisso. In realtà mi serviva un meccanismo che creasse questa macchina da guerra che lottasse per la raccolta dell'Itri, che andasse poi a potenziare i guerrieri, volti appunto alla conquista di nuove terre ricche di Itri. Insomma un ciclo infinito che generasse guerre al solo scopo della raccolta. Mi sembrava una metafora interessante della guerra. Posso però dirvi che nei prossimi libri scoprirete la vera funzione dell'Itri.

QUEST

Restando sulla genesi dell'opera, come scegli di solito i nomi dei luoghi e dei personaggi, visto che non sono certo nomi comuni? 

SIMONE

Ottima domanda! Diciamo che è un mix. C'è sicuramente la consapevolezza del fatto che i nomi inglesi son più belli e non so se è per via del fatto che siamo italiani e quindi nomi come Westeros ci intrigano di più di Rocca Secca. Poi come dicevo è un mix, quindi ci sono nomi che sembrano arabeggianti, e lì vai facile, come con Cartavel, sul quale c'è stata una discussione perché mi dicevano che il nome faceva pensare a mura di carta velina e quindi deboli. Il riferimento invece è quello a Cartagine. Volevo però creare un certo equilibro attraverso i nomi che unisse la realtà a qualcosa di magico e fantastico. Il nome Ronac però non è inventato, l'ho "rubato" ad una amica straniera di un amico, il cui nome ha subito fatto breccia nel mio cuore.


Vi abbiamo convinti a leggere il libro vero? Bene, correte in libreria a prendere questo volume ed il suo piccolo prequel, non ve ne pentirete!
See you soon! -Lewis

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