Il Lucca Comics ha aperto i battenti a lettori e autori, e qui su Everpop si continua ad omaggiare due di quei grandi autori. Oggi la parola va a Teresa e Stefano.
di Stefano Turconi e Teresa Radice
TITOLO ORIGINALE: Il porto proibito
EDITORE: Bao Publishing
GENERE: Narrativa a fumetti
PAGINE: 320
PREZZO: 27,00€
USCITA: 03 nov 2016
TRAMA
Nell'estate del 1807, una nave della marina di Sua Maestà recupera al largo del Siam un giovane naufrago, Abel, che di sé ricorda soltanto il nome. Diventa ben presto amico del primo ufficiale, facente funzioni di capitano perché il comandante della nave è, a quanto pare, scappato dopo essersi appropriato dei valori presenti a bordo. Abel torna in Inghilterra con l'Explorer, e trova alloggio presso la locanda gestita dalle tre figlie del capitano fuggiasco. Ben prima che gli possa tornare la memoria, però, scoprirà qualcosa di profondamente inquietante su di sé, e comprenderà la vera natura di alcune delle persone che lo hanno aiutato. Dall'affiatato team creativo composto da Teresa Radice e Stefano Turconi, un libro intenso, che scava nell'anima dei protagonisti e dei lettori, che BAO propone in uno speciale cartonato a dorso tondo realizzato per ricordare un antico tomo marinaro.
Il volume torna con una nuova magnifica veste, ricca di nuovi ed esclusivi contenuti extra!
INTERVIEW
LEWIS
Come siete approdati alle vostre rispettive carriere?
TERESA
STEFANO
Anche io sono cresciuto a “pane e fumetti”, ho sempre amato disegnare e
da bambino passavo il tempo a copiare personaggi dagli albi di Asterix e
Topolino, o animali dalla quantità di libri naturalistici che mi facevo
regalare (l’unico dubbio che avevo sul mio “futuro da disegnatore” era se fare
il fumettista o l’illustratore naturalistico; fortunatamente ho scelto la prima
opzione, temo che gli illustratori-naturalisti siano disgraziatamente una
specie in via di estinzione…). Di conseguenza nessuno si è stupito quando ho
scelto di fare il liceo artistico e poi Belle Arti e la scuola del fumetto
(quella del castello Sforzesco, dove poi ho anche insegnato) da lì sono poi
passato all’Accademia Disney (insegnando poi anche lì); prima, per qualche
mese, sotto l’ala di G.B.Carpi (la sua “Guerra e Pace” era una delle mie storie
preferite di sempre: immaginate l’emozione quando mi fu presentato appena
varcata la soglia dell’Accademia!) e successivamente al corso di disegno tenuto
da Alessandro Barbucci; sei – sette mesi intensissimi e poi via con la prima
storia di 5 pagine (a luglio 2017 saranno 20 anni esatti). È lì, in Disney che,
si può dire, ho “imparato il mestiere”!
LEWIS
Com'è nata la coppia Turconi/Radice?
STE/TERE
E’ nata prima la coppia, poi la coppia “artistica”. Ci siamo incontrati “per caso” (di nuovo!) a fine gennaio 2004, grazie alla puntata di un programma di Disney Channel che doveva raccontare come nasce una storia a fumetti e per partecipare alla quale erano stati chiamati uno sceneggiatore e un disegnatore tra i tanti che in tutta Italia collaborano con la redazione: noi due. Poco più di un anno dopo eravamo già sposati, ma abbiamo continuato per un po’ a lavorare ognuno alle proprie storie, prima di approdare a qualcosa a quattro mani. La nostra primissima collaborazione, in realtà, nasce in viaggio, in Algeria, con un carnet che raccoglie gli scritti della Tere e gli schizzi di Ste in dieci giorni di cammino nel deserto con i touareg. Non è mai stato pubblicato, ma ci ha fatto scoprire che potevamo unire le forze anche sulla carta. Il primo progetto “ufficiale” Radice-Turconi è nato in seguito: si tratta della serie anni’30 in 15 episodi “Pippo Reporter”. Era il 2008; la prima pubblicazione sul Topo è del 2009.
LEWIS
Quanto vi ha segnato la vostra rispettiva esperienza in casa Disney?
STE/TERE
tanto, tantissimo. Spesso ci dicono: bello, eh, fare le cose vostre dopo tanti anni di “costrizioni” e “regole ferree”! Vero. Ma “le cose nostre” scaturiscono proprio dall’interiorizzazione di quelle regole e barriere che, lungi dall’essere un impedimento, ci hanno insegnato a “pensare lateralmente”, a escogitare modi sempre nuovi di raccontare all’interno di quei confini. Sono state uno stimolo e una continua sfida. Nei nostri progetti originali, abbiamo chiaramente più libertà, ma le nostre “radici Disney” ci aiutano sicuramente a non “deragliare”: a prestare sempre attenzione alla comprensibilità del racconto, ad esempio. La scuola Disney, quasi “militaresca”, è servita anche a farci le ossa per affrontare “il mondo di fuori”: fare, rifare, cadere, rialzarsi, provare, riprovare, cancellare, riscrivere, tenere duro. Perché… “se puoi sognarlo, puoi farlo”, no? ;-). E comunque, anche ora che siamo approdati alle opere extra-Disney, sebbene la nostra quantità di storie per Topi e Paperi si sia ridotta, torniamo periodicamente a quell’universo: ci siamo affezionati, fa parte di noi.
LEWIS
Le vostre due opere di spicco sono senza dubbio "Viola Giramondo" e "Il porto proibito" che si distinguono inizialmente per lo stile grafico con i quali si presentano, ma quali sono state le difficoltà insite nella realizzazione di queste due opere?
STE/TERE
Forse possiamo parlare di sfide, più che di difficoltà. Prima di tutto la lunghezza: in Disney le storie, quando sono lunghe, si aggirano al massimo sulle 35 tavole. “Viola Giramondo” ha 120 tavole, “Il Porto Proibito” addirittura 300! Nel caso di quest’ultimo, poi, il vero “salto nel buio” era presentarci con un racconto “per adulti”, visto che eravamo conosciuti come autori per bambini e ragazzi. Ma è andata bene, grazie al passaparola tra i lettori che hanno amato questa storia e che ringraziamo perché continuano a farla “navigare”. La stessa cosa, pare, sta accadendo in Francia, dove il libro è uscito in giugno ed è già alla ristampa.
LEWIS
Chi segue il vostro "La casa senza nord" sa bene che la vostra passione per i viaggi è sconfinata, e questo si riflette in entrambe le vostre opere sopracitate. Quali sono stati però i viaggi che più vi hanno segnato ed ispirato?
STE/TERE
Intanto, grazie per aver nominato il nostro piccolo blog! E poi… oh, caspita, domanda difficile! Ce ne sono diversi: sicuramente quello già citato, in Algeria con i touareg, nel 2006, che poi ha finito per ispirare “Topolino e il grande mare di sabbia”, e l’incontro con la Siria, l’anno seguente, che ha “scatenato” il bisogno di scrivere la nostra storia nuova, sulla quale siamo attualmente al lavoro, “Non stancarti di andare”. Ma anche le tre settimane a zonzo per il Canada atlantico nel momento del foliage hanno lasciato il segno (e le tante foto ci hanno aiutato a creare le atmosfere dorate del secondo tempo di “Viola Giramondo”), per non parlare dei vagabondaggi a bordo di una jeep scassona tra le foreste tailandesi (da lì viene la Chicken Island de “Il porto proibito”). Indimenticabile il viaggio-ricerca fatto coi bimbi tra Devon e Cornovaglia, nel 2013, per prepararci a scrivere e disegnare Il Porto… e anche l’ultimo in ordine cronologico, lo scorso agosto: la nostra prima settimana tutta per noi due da quando ci sono i cuccioli! Isole Far Oer, tra Scozia e Islanda, freddissime e primordiali… di sicuro, prima o poi, finiranno dentro qualche storia!
LEWIS
Tra tutti i personaggi da voi creati, quali sono quelli che secondo voi vi assomigliano di più?
TERESA
STEFANO
Io mi sento molto papà Konrad in Viola Giramondo, secchione, imbranato e appassionato di cose da nerd. Poi non saprei, credo di mettere sempre qualcosa di me in questo o quel personaggio, ai miei Pippo e Archimede Pitagorico, per esempio, affibbio sempre il mio fisico magro e dinoccolato. Uso anche molto lo specchio quando disegno, quindi capita spesso che personaggi che magari non mi assomigliano per niente abbiano delle mie espressioni.
LEWIS
Quali sono gli autori che più vi hanno segnato, e ai quali tutt'oggi vi ispirate nella realizzazione delle vostre opere?
TERESA
STEFANO
Anche per me la lista degli “autori di riferimento” sarebbe lunga e apparentemente “bizzarra”. Ne citerò solo alcuni: di casa Disney ho sempre adorato la recitazione e il cinismo del già citato Carpi, il rigore e la capacità di creare atmosfere di Cavazzano e lo stile e il disegno dei film classici a cavallo tra anni 60 e 70 (quelli di Wolfgang Reitherman per intenderci: La spada nella roccia, la carica dei 101, ecc.). Extra Disney ho un enorme debito di riconoscenza verso Uderzo (Asterix rimane una delle pietre miliari della mia formazione) e verso Cyril Pedrosa, secondo me un genio! Per finire due autori apparentemente lontani dal mio stile di disegno: Sergio Toppi e Rien Poortvliet. Del primo ho sempre ammirato il meticoloso e appassionato lavoro di documentazione, che sempre riesce a calare perfettamente il lettore in mondi lontani ed esotici e la capacità di raccontare piccole storie che potrebbero fare invidia a Gogol, dei veri “graphic novel” magari di neanche 10 pagine. L’altro è un meraviglioso illustratore olandese, famoso per la serie di libri sugli gnomi, ma quello che interessa a me è la sua capacità incredibile di creare atmosfere col colore: i suoi boschi, prati, al crepuscolo o all’alba, sono degni della maestria dei suoi antenati fiamminghi.
LEWIS
Domandona: Se vi fosse data la possibilità di poter realizzare un grande fumetto (potete scegliere davvero qualunque fumetto) quale scegliereste? Quale opera vi piacerebbe aver potuto realizzare?
TERESA
STEFANO
Tutte le opere di Sergio Toppi, dalla prima all’ultima!
Con gli occhi carichi di stima e amore per voi due, vi saluto da parte mia e dei lettori di Evepop, sperando che possiate tornare qui tra queste pagine virtuali!Ad
entrambi un grandissimo in bocca al lupo.
TERE E STE: Crepi il lupo! (No, dai, si fa per dire: siamo entrambi soci WWF!) E… a presto! (se non dal vivo, dentro nuove storie)
TERE E STE: Crepi il lupo! (No, dai, si fa per dire: siamo entrambi soci WWF!) E… a presto! (se non dal vivo, dentro nuove storie)
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