Buongiorno amici di Everpop! Lo so che Tempo di Libri è trascorso da un po, ma io non potevo certo non condividere con voi l'intervista fatta alla mitica ed esplosiva M.G. Leonard, autrice de "Il ragazzo degli scarabei". Stavolta vi offro un'intervista a tre voci, in compagnia della mia migliore amica Elisa del blog Devilishly Stylish.
TITOLO ORIGINALE: Beetle Boy
EDITORE: De Agostini
GENERE: Slice of Life
PAGINE: 380pp
PREZZO: 14,90€
USCITA: 17 gen 2017
TRAMA
La vita di Darkus fa decisamente schifo. Da quando suo padre è scomparso nel nulla, tutto è andato a rotoli. Darkus si è ritrovato solo al mondo, a vivere in una casa che non conosce con uno zio che non sa badare a lui. Come se non bastasse, i vicini sono due tizi a dir poco disgustosi che accumulano montagne di immondizia e di insetti nel cortile. E proprio da lì Darkus vede spuntare uno scarabeo gigante, il più grande che abbia mai immaginato. Si chiama Baxter e sembra in grado di comunicare con Darkus. Ma un ragazzino può davvero diventare amico di un insetto? E un insetto può aiutare un ragazzino a ritrovare il padre scomparso? Pare proprio di sì. Soprattutto se l'unica al mondo ad avere notizie del papà di Darkus è Lucretia Cutter, una perfida collezionista di gioielli a forma di scarabeo...
LET'S TALK
ELISA
Parto con una domanda un po' sciocca. Poiché sono terrorizzata da ogni tipo di insetto, mi chiedevo come mai avessi scelto proprio gli scarabei?
M.G. LEONARD
In realtà inizialmente ero davvero terrorizzata dalle creature piccine, ma non erano tanto i topi a terrorizzarmi, per farti un esempio, ma c'era qualcosa negli insetti, anzi negli invertebrati, in ogni piccola creatura senza spina dorsale a farmi spaventarmi, come ad esempio i millepiedi, o le farfalle...ero letteralmente spaventata da ognuno di questi insetti.
Ho sempre trovato terrificanti i posti come i giardini delle farfalle, e una volta una mia amica mi ci ha persino portata, pensando che potesse essere una ottima idea, be' ho trascorso quella giornata confinata nel cappuccio del mio giubbotto, terrorizzata che una di quegli esserini potessero posarsi su di me. Avrei dato di matto! Quindi capisco benissimo la tua paura, e credevo persino che questa paura sarebbe durata per tutta la mia vita, così come la paura per le altezze.
Ma poi ho realizzato una cosa quando ho iniziato a scrivere una storia in cui avevo pensato ad un antagonista, un personaggio davvero spaventoso e disgustoso, che viveva in un posto disgustoso ed era ricoperto di insetti: per descriverlo, per poter raccontare la storia, dovevo prima di tutto descrivere gli insetti.
Ho dovuto pensare ad insetti spaventosi, e mi sono venuti subito in mente i ragni, che con le loro otto zampe scoperto poi essere in realtà aracnidi, e così ho pensato che genere di creature sono i millepiedi ed i centipede che ne hanno dodici di zampe?
Questo mi ha fatto capire che non sapevo davvero nulla degli insetti, e che non potevo certo parlare di queste creature senza saperne poi molto a riguardo. Non avrei certo potuto commettere un errore sciocco che avrebbe poi fatto ridere tutti!
Dovevo quindi imparare al più presto più che potevo riguardo queste spaventose creature per poterle descrivere adeguatamente, e una delle creature che erano in testa alle mie ricerche erano proprio gli scarabei
Come prima cosa ho cercato "scarabei" su Google, che è il mio sinonimo di fare ricerca, e ho scovato la pagina di Wikipedia riguardante gli scarabei, nella quale ho letto una frase che poi mi ha cambiato la vita: diceva che il nome scientifico usato per lo scarabeo è coleottero, che significa avere due paia di ali con le quali spostarsi e volare.In quel momento mi sono detta: "Pfff no! Gli scarabei razzolano in giro, non volano di certo!". Ho poi subito compreso che quella che si sbagliava ero io. Io credevo che gli scarabei fossero appunto piccoli, neri e spietati, o almeno quelli più grandi. Ma poi ho scoperto l'esistenza di svariati scarabei, di colori diversi come il rosso, il blu e l'oro.
Da lì ho capito che non sapessi appunto nulla nemmeno degli scarabei. Nonostante le mie due lauree non sapevo nemmeno cosa fosse uno scarabeo, tutto quello mi ha fatto sentire davvero sciocca.
Ho capito poi di non essere la sola quando al pub ho chiesto alle mie amiche cosa fosse per loro uno scarabeo: neppure loro sapevano che gli scarabei potessero volare.
In quel momento capii che tutta quella ignoranza in materia di insetti poteva significare una sola cosa: non doveva esistere una vera e propria letteratura con e sugli scarabei. Quando sono andata in biblioteca ho scoperto che ci avevo visto giusto! Ho subito pensato: "Fantastico! Ho scovato un argomento di cui nessuno aveva mai parlato! Se nessuno l'ha mai fatto, se nessuno ne ha mai parlato, devo assolutamente farlo io!".
C'era un problema, anzi due: la mia ignoranza sugli scarabei, ed il terrore che mi incutevano.
Ho dovuto quindi iniziare a studiarli, e più li studiavo, più mi incuriosivano e meno mi spaventavano.
La mia paura è scemata quando durante le riprese di un programma dal vivo di cui ero ospite per parlare del mio libro, ho toccato degli insetti. Secondo il copione avrei dovuto toccare diversi insetti, e per seguirlo avrei dovuto lavorare sulla mia paura. Alla fine però ci sono riuscita, nonostante il mio terrore durante i dieci secondi in cui ho tenuto in mano una tarantola.
Dopo questi studi ho capito di amare gli scarabei, al punto da averne preso persino alcuni come animali domestici. Purtroppo però uno di loro, il maschio, è morto qualche tempo fa. Sono assai affascinanti ma non vivono molto al lungo, se gli va bene riescono a sopravvivere per diciotto mesi, ma mediamente, soprattutto i più grandi, non sopravvivono dopo i tre mesi di vita.
Credo che forse è proprio per questo se il romanzo sia così diretto: nessuno ne aveva mai parlato, ma ancor di più perché ho descritto il percorso che mi ha portato a superare la mia paura, e a trasformarla in amore. Ero perfettamente come Darkus all'inizio, non sapevo di poter amare queste creaturine.
LEWIS
Nasci come produttrice, ma sei arrivata poi ad essere una scrittrice. Cosa ti ha portato ad intraprendere questa scelta, a diventare una scrittrice per bambini?
M.G. LEONARD
In realtà non è stata una vera e propria scelta. Io amo il mio lavoro, e trovo sia un lavoro fantastico. Non dovevo prendere nessuna decisione, nessuna scelta da fare, perché lavorando da tanti anni come produttrice ero ormai arrivata ad una posizione alta, oltre la quale non potevo essere ulteriormente promossa. Pensarla così mi rattristava, non ero più motivata.
Quando ho scritto il libro non avrei mai pensato che avrei avuto successo. Avevo diversi amici che scrivevano ma non avevano molti soldi, la maggior parte di loro lavorava in librerie e tavole calde per vivere.
Quando mi è venuta in mente questa idea, l'idea alla base del libro, ero talmente eccitata da non pensare minimamente a cosa sarebbe potuto succedere poi, figurarsi una pubblicazione ed il conseguente successo!
E' stato grazie al successo che ho preso poi la decisione che ha cambiato la mia vita: dovevo scegliere tra il lavoro di produttrice e quella di scrittrice.
Inizialmente mi sono concessa un anno sabbatico, ma poi al ritorno ho comunque abbandonato la mia carriera da produttrice. Ora sono un'autrice a tempo pieno, e non tornerei mai indietro, non prenderei mai una decisione diversa, ma ora mi tocca però far funzionare al meglio la mia carriera, perché per portarla avanti ho dovuto lasciare un lavoro magnifico.
Non ho scritto questo romanzo perché insoddisfatta del mio lavoro e della mia carriera, non l'ho fatto neppure pensando ai soldi, sapevo che non avrei fatto molti soldi, ma lo fatto perché questa storia mi aveva scelta, ed ora farò di tutto per far sì che tutto vada per il meglio. Ed è quello che farò!
ELISA
Nel tuo romanzo i due protagonisti, nonostante siano un ragazzino ed uno scarabeo, riescono in qualche modo a comunicare. Quanto è stato difficile raccontare una storia che si basa su una comunicazione particolare quanto questa?
M.G. LEONARD
In Inghilterra abbiamo avuto un grandissimo successo con lo spettacolo di "War Horse", tratto dal romanzo di Michael Molpurgo, di cui Spielberg ne ha fatto anche un film dopo aver visto il nostro spettacolo.
Nel romanzo vivi la storia attraverso il punto di vista del cavallo, del quale senti i pensieri. In uno spettacolo non riesci ad avere lo stesso effetto, te lo immagini? "Ehi sono un cavallo e penso questo". Sarebbe terribile. E tanto meno puoi portare un cavallo vero sul palcoscenico. La vera domanda è "cosa puoi fare con il cavallo?"
Noi abbiamo risposto costruendo un cavallo gigantesco, un pupazzo enorme controllato da sei persone, che abbiamo reso il più possibile reale. La relazione tra ragazzo e cavallo era tutto frutto dell'immaginazione del pubblico. Vedi il ragazzo accarezzare il cavallo, vedi quest'ultimo scuotere la testa, e pensi immediatamente che sia nato un amore.Ho lavorato su questo show per quattro anni, ho studiato approfonditamente il linguaggio dei gesti e l'immaginazione del pubblico, e questo studio l'ho poi applicato per il mio romanzo: attraverso i movimenti del corno dello scarabeo Darkus capisce cosa l'amico gli stia comunicando. E' il lettore ad interpretare questi gesti, a capire se questo sia un gesto d'affetto o amore, e in questo i bambini sono davvero bravi a capirlo. Quando giro per le scuole succede sempre che i bambini mi dicono che amano Baxter, e che vorrebbero tanto avere anche loro un amico come lui. Si cresce con gli insetti, e credetemi i bambini amano gli insetti, li amano davvero!
LEWIS
Ora una domanda su Lucretia! Lei è una vera cattiva, è pura malvagità, ed è sia una scienziata che una stilista. Come mai hai scelto questi due lavori per lei?
M.G. LEONARD
Lei ha un suo background nella scienza, ma il suo business è nella moda.
Ho scelto questi due lavori per Lucretia perché lei ha un piano, un grande piano, che però scoprirete solo leggendo il secondo libro, nel quale è lei la vera protagonista. Ma lo si capisce già dai titoli perché "Il ragazzo degli scarabei" si riferisce a Darkus, il mio protagonista, mentre "La regina degli scarabei" si riferisce a Lucretia, la mia antagonista.Nel secondo libro ho preferito concentrarmi più su di lei e far capire a lettore perché fa quello che decide di fare, cos'è che la muove. Mentre nel terzo ho preferito parlare invece della battaglia tra i due, quindi preparatevi perché è questo lo schema della trilogia.
Lucretia nutre grande interesse per la scienza, ma sa bene che per portare i suoi studi ad un livello superiore, e quindi raggiungere i suoi scopi, ha bisogno di soldi e potere.
In una società capitalista come la sua, realizza che il modo migliore per diventare potente e realizzare i suoi scopi è trovare una copertura, un business che mascheri i veri interessi, un business fruttuoso come quello della moda. La moda e il glamour in realtà non sono altro che una facciata.
Ci sono stati diversi stilisti che mi hanno ispirata, stilisti come Alexander McQueen (il mio preferito in assoluto), che hanno preso dalla natura e dagli animali che la popolano gli elementi per il loro stile. Quando ho immaginato inizialmente Lucretia ho pensato proprio ad alcune delle creazione di McQueen.
Volevo una vera cattiva, come non ce ne sono spesso all'interno della letteratura, una cattiva con una personalità complessa, che spiccasse non tanto per la sua intelligenza ed il suo interesse per la scienza o per la moda, quanto piuttosto per la totale assenza di empatia verso chiunque la circonda, come ad esempio la sua stessa figlia. L'unica cosa che le interessa davvero sono i suoi perfidi piani.
Prima di essere Lucretia Cutter è stata una scienziata qualunque: la timida e calma Lucy Johnson. Una serie di eventi però l'ha cambiata, e a causa della rabbia è diventata la perfida donna che è. Non c'è nulla di più spaventoso di una donna arrabbiata!
LEWIS
Come mai però hai scelto una donna adulta come antagonista, piuttosto che un altro bambino?
M.G. LEONARD
Perché credo che all'interno dei miei romanzi accadano essenzialmente due cose: i bambini, con le loro menti aperte ed il loro gran cuore, imparano durante la crescita cosa sia il mondo proprio attraverso ciò che li circonda, e allo stesso tempo scoprono per cosa vale la pena lottare. Il libro tratta essenzialmente questo: che impatto ha l'uomo sull'ambiente. Lucretia invece rappresenta il lato adulto, quello che ormai ha già intrapreso determinate scelte prese.
Quello che accadrà nei prossimi cinquanta anni, a livello climatico, dipenderà proprio da cosa faranno i ragazzi di oggi, dalle scelte che prenderanno i bambini di oggi. Saranno loro a determinare il futuro del mondo.
Ed è per questo che l'antagonista è un adulto e non un bambino. E' una sorta di contrapposizione tra generazioni.
LEWIS
Ora una domanda su Lucretia! Lei è una vera cattiva, è pura malvagità, ed è sia una scienziata che una stilista. Come mai hai scelto questi due lavori per lei?
M.G. LEONARD
Lei ha un suo background nella scienza, ma il suo business è nella moda.
Ho scelto questi due lavori per Lucretia perché lei ha un piano, un grande piano, che però scoprirete solo leggendo il secondo libro, nel quale è lei la vera protagonista. Ma lo si capisce già dai titoli perché "Il ragazzo degli scarabei" si riferisce a Darkus, il mio protagonista, mentre "La regina degli scarabei" si riferisce a Lucretia, la mia antagonista.Nel secondo libro ho preferito concentrarmi più su di lei e far capire a lettore perché fa quello che decide di fare, cos'è che la muove. Mentre nel terzo ho preferito parlare invece della battaglia tra i due, quindi preparatevi perché è questo lo schema della trilogia.
Lucretia nutre grande interesse per la scienza, ma sa bene che per portare i suoi studi ad un livello superiore, e quindi raggiungere i suoi scopi, ha bisogno di soldi e potere.
In una società capitalista come la sua, realizza che il modo migliore per diventare potente e realizzare i suoi scopi è trovare una copertura, un business che mascheri i veri interessi, un business fruttuoso come quello della moda. La moda e il glamour in realtà non sono altro che una facciata.
Ci sono stati diversi stilisti che mi hanno ispirata, stilisti come Alexander McQueen (il mio preferito in assoluto), che hanno preso dalla natura e dagli animali che la popolano gli elementi per il loro stile.
ELISA
Quanto ha inciso il tuo pensiero per quanto riguarda l'aspetto grafico del tuo romanzo?
M.G. LEONARD
Ho il privilegio di poter visionare e approvare ogni cosa riguardante il romanzo, e poter di cosa chi mi piace e chi no, ma non avevo mai sentito parlare di Julia Sarda, però ho amato subito il suo lavoro, la sua cover e le sue illustrazioni quando le ho viste.
Gli editori hanno investito molto nei miei libri, ci hanno creduto sin da subito, quindi non si sono minimamente preoccupati del prezzo per le illustrazioni all'interno, per loro era un giustissimo investimento.
Inizialmente avevo proposto tre illustratori che amavo, ma ognuno di loro era già impegnato per i due anni a seguire. Mi hanno quindi proposto Julia Sarda, un'illustratrice spagnola nuova, con un portfolio assolutamente incredibile, che mi ha conquistata con le illustrazioni contenute nel suo portfolio rappresentanti "Il giardino segreto" e "Alice nel paese delle meraviglie", dei lavori straordinari. Quindi quando mi hanno chiesto se mi andava bene ho risposto SI?!?
La cover e gli interni del primo volume sono state realizzate interamente da lei, ma ora che è abbastanza famosa, ha potuto realizzare solamente la cover del secondo volume, mentre le illustrazioni sono state affidate ad un illustratore diverso, che ha cercato di conservare in qualche modo lo stile.
Ho già visto la cover del terzo volume: è verde, e anche stavolta le illustrazioni interne non sono le sue ma seguono il suo stile, ormai è davvero impegnatissima!
Gli editori hanno investito molto nei miei libri, ci hanno creduto sin da subito, quindi non si sono minimamente preoccupati del prezzo per le illustrazioni all'interno, per loro era un giustissimo investimento.
Inizialmente avevo proposto tre illustratori che amavo, ma ognuno di loro era già impegnato per i due anni a seguire. Mi hanno quindi proposto Julia Sarda, un'illustratrice spagnola nuova, con un portfolio assolutamente incredibile, che mi ha conquistata con le illustrazioni contenute nel suo portfolio rappresentanti "Il giardino segreto" e "Alice nel paese delle meraviglie", dei lavori straordinari. Quindi quando mi hanno chiesto se mi andava bene ho risposto SI?!?
La cover e gli interni del primo volume sono state realizzate interamente da lei, ma ora che è abbastanza famosa, ha potuto realizzare solamente la cover del secondo volume, mentre le illustrazioni sono state affidate ad un illustratore diverso, che ha cercato di conservare in qualche modo lo stile.
Ho già visto la cover del terzo volume: è verde, e anche stavolta le illustrazioni interne non sono le sue ma seguono il suo stile, ormai è davvero impegnatissima!
LEWIS
Nel tuo romanzo ogni scarabeo possiede un "potere", e ne parli chiaramente, cosa che non fai per i tuoi protagonisti umani. Quali credi che siano i loro poteri?
M.G. LEONARD
Il vero potere di Darkus è lo spirito d'osservazione. E' un ragazzino introspettivo che pensa a quello che dice, e non formula giudizi frettolosi. Non si lancia all'avventura così senza pensarci, ma studia e annota le situazioni e gli eventi. E' un personaggio attento ai piccoli dettagli. Usa l'osservazione per imparare.
Virginia invece è il suo esatto opposto. Lei non pensa, lei agisce. E' davvero coraggiosa e forte, ed è il tipo di personaggio che quando decide di fare una cosa la fa subito. E' decisamente il personaggio che più mi assomiglia tra tutti.
Bertolt invece è completamente diverso, è un personaggio quieto e riflessivo, gli piace fare la cosa giusta, e per questo ci pensa sempre molto su. Però alla fine la sua pacatezza si tramuta in qualcosa di diverso, sfoca in una vera e propria passione per le esplosioni.
La sua è una mente scientifica, diversa da quella di Darkus che ha più una visione naturale delle cose. Bertolt ragiona più come un ingegnere meccanico, che pensa alla costruzione e alla de-costruzione, una mente matematica, una mente pratica, che lo porta a creare vere e proprie trappole. Come tutte le persone quiete si dimostra essere quello più sorprendente, quello più esplosivo!
Virginia invece è il suo esatto opposto. Lei non pensa, lei agisce. E' davvero coraggiosa e forte, ed è il tipo di personaggio che quando decide di fare una cosa la fa subito. E' decisamente il personaggio che più mi assomiglia tra tutti.
Bertolt invece è completamente diverso, è un personaggio quieto e riflessivo, gli piace fare la cosa giusta, e per questo ci pensa sempre molto su. Però alla fine la sua pacatezza si tramuta in qualcosa di diverso, sfoca in una vera e propria passione per le esplosioni.
La sua è una mente scientifica, diversa da quella di Darkus che ha più una visione naturale delle cose. Bertolt ragiona più come un ingegnere meccanico, che pensa alla costruzione e alla de-costruzione, una mente matematica, una mente pratica, che lo porta a creare vere e proprie trappole. Come tutte le persone quiete si dimostra essere quello più sorprendente, quello più esplosivo!
LEWIS
Domanda finale! Se fossi uno scarabeo, quale ti piacerebbe essere?
M.G. LEONARD
Senza ombra di dubbio un Rainbow Scarab Beetle, la specie alla quale appartengono gli scarabei che ho casa, perché hanno una vita longeva, ed è una gran cosa, ed hanno inoltre una corazza coloratissima. Mangiano inoltre svariate cose, alcuni infatti amano la gelatina di fragole come i miei, altri invece svariate altre cose. Ma mi piacciono perché hanno dei colori davvero meravigliosi, che li rendono esemplari favolosi.
Vivono nelle foreste australiane, e quindi sì vorrei tanto essere un Rainbow Scarab dell'Amazzonia!
Vivono nelle foreste australiane, e quindi sì vorrei tanto essere un Rainbow Scarab dell'Amazzonia!
E anche questa intervista tre è giunta al termine! Grazie alla Leonard, e grazi alla DeA per averci dato quest'occasione unica e strabiliante! Io e la Eli vi salutiamo, e vi auguriamo una giornata SUPER!
See you soon! -Lewis
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