giovedì 5 ottobre 2017

A Tutto Manga: L'età della convivenza di Kazuo Kamimura (Recensione)

L'ETÀ DELLA CONVIVENZA - DOSEI JUDAI

Buongiorno e bentrovati amici di Everpop! Quest'oggi iniziamo la giornata in compagnia di Met e di una sua nuova recensione. Lascio quindi a lui la parola per parlarvi di L'età della convivenza di Kazuo Kamimura.


L'ETA' DELLA CONVIVENZA di Kazuo Kamimura
                                                                                                                  

EDITORE: J-POP Manga | GENERE: Drammatico
NUMERI: 3 (Concluso) | TITOLO ORIGINALE: Dosei Judai
USCITA: lug 2017 | PREZZO: € 18,00 cad

                                                                                                                  

TRAMA

Per la prima volta in Italia, il capolavoro del maestro Kazuo Kamimura. Una storia d’amore amara e realistica sullo sfondo del Giappone del 1972: una giovane coppia, non sposata, vive a Tokyo all’alba dei moti studenteschi e di una rivoluzione sociale che crea aspettative e nuovi problemi per i due protagonisti.


MY POINT OF VIEW
                                                                     
                                            


Kazuo Kamimura è un autore poco conosciuto in Italia. Si tratta di un mangaka che ha operato tra gli anni sessanta e ottanta, fino a pochi anni fa inedito nel nostro Paese. J-Pop ha il merito di averci portato questo magnifico artista nel 2014, quando ha dato alle stampe, furbescamente, Lady Snowblood, l’opera che ha ispirato il Kill Bill di Tarantino. Io l’ho conosciuto così, e così me ne sono innamorato! Ho avuto subito un’impressione positiva del suo stile narrativo e figurativo e anche in questo Dosei Jidai, che è quasi contemporaneo a Lady Snowblood, sono rimasto colpito dalla sua eleganza.

In una Tokyo degli anni settanta, Kyoko e Jiro sono due ventenni che hanno deciso di convivere, senza sposarsi. I due ragazzi si trovano quindi a confrontarsi con la quotidianità della vita, dalla più ovvia gestione delle spese, passando per le faccende di casa, fino alla delineazione dei propri spazi vitali e relazionali. L’aspetto della convivenza senza matrimonio non è da sottovalutare. Se ancora adesso può suscitare curiosità nei paeselli più provinciali, negli anni settanta in pieno centro di Tokyo era vista a livelli palesemente drammatici. La loro scelta è un affronto al sistema, ma perfettamente in linea con la primavera di emancipazione che parecchi giovani vivevano in quegli anni.

Kamimura non si sofferma molto sul mostrare la vita di quell’epoca, ma questo stigma del matrimonio influenzerà notevolmente le vite di Kyoko e Jiro. È l’unico aspetto che fa da testimone del contesto sociale di quel periodo, poiché troviamo solo scarsi riferimenti agli avvenimenti storici contemporanei alla narrazione. Ad ogni modo, l’interesse di Kamimura è quello di concentrarsi sulle crisi di una coppia nel passaggio all’età adulta. Questa continua indefinizione del loro rapporto causa infinite riflessioni e dubbi tanto a Kyoko quanto a Jiro: non essendo sposati, sono solo due persone che dividono l’affitto di un appartamento? O sono due amanti in fuga dalle proprie famiglie che presto esauriranno la loro passione? Oppure ancora sono una coppia che semplicemente si ama e non c’è bisogno di provarlo con un contratto legale? I caratteri dei due ragazzi, ancora evidentemente immaturi e totalmente impreparati alla vita di convivenza, invece che dialogare tendono ad annichilirsi, a bloccarsi totalmente di fronte alle difficoltà, talvolta rifugiandosi in piaceri effimeri come alcool e sesso pur di non confrontarsi con gli ostacoli della vita, continuando a logorarsi interiormente senza reagire. Un evento in particolare molto significativo per la coppia, che vediamo nel secondo volume, sarà di notevole incidenza nel loro rapporto. Una delle conclusioni cui giungono nel finale è proprio rendersi conto di aver fatto innumerevoli errori e di aver spesso agito impulsivamente.

Nel districarsi in tutti questi eventi di quotidianità, Kamimura tende a sorprendere il lettore con situazioni paradossali, allegoriche e metaforiche il più delle volte, dove concretezza e illusione distruggono i confini della realtà percepita. Leggendo L’età della convivenza quindi, non troverete una semplice storia d’amore di una coppia, ma una rappresentazione della loro psiche, un affresco dei timori di due giovani appena diventati indipendenti. Ed ecco che la fantasia e la capacità rappresentativa dell’autore prende spesso pieghe inaspettate, così come accade in quasi tutte le sue opere. Kamimura gioca magnificamente con lo spazio della pagina, creando vignette dinamiche, cinematografiche, ma anche soluzioni creative volte a raccontare un dolore o una gioia che va oltre un viso triste o contento. Ripenso ad esempio ad una vignetta in cui Kyoko è talmente shoccata che le sue pupille vengono rappresentate come pezzi di ceramica distrutti. Oppure alle scene erotiche, dove le inquadrature più volgari sono sostituite da fiori o da altre grafiche allusive. Ogni emozione non viene mai rappresentata in modo banale ma è sempre accompagnata da una figura allegorica che la accentua e ne espande l’intensità. Una dialettica, come già accennato, tipica di Kamimura.

L’età della convivenza, al tempo della pubblicazione, rappresentò un simbolo per i giovani lettori giapponesi: era il tempo della rivoluzione giovanile e tutti si sentivano di poter fare qualunque cosa, ingenuamente, senza rendersi totalmente conto delle responsabilità della vita, come ad esempio il peso di una convivenza su tutti i livelli, da quello economico a quello relazionale. La cosa sorprendente, leggendo queste pagine oggi, è la totale attualità di Kyoko e Jiro. Le crisi emotive che affrontano potrebbero essere le stesse vissute dalle coppie odierne, a prescindere dai contesti familiari e dai vari stigmi sociali che la collettività impone. Non è il matrimonio a fare una coppia, ma non lo è neppure la convivenza. Non basta ritrovarsi in un appartamento e giurarsi fedeltà e sostegno, poiché talvolta l’amore non riesce a superare certe barriere interiori, psichiche o relazionali che siano. Tali riflessioni sono ciò che troverete in questo manga. Consiglio caldamente di leggerlo, se non altro per riscoprire lo stile narrativo di Kamimura, decisamente all’avanguardia rispetto ai fumetti di quel periodo – e per certi aspetti anche di quelli attuali! L’edizione J-Pop ha inoltre un formato ineccepibile: ottima carta, dimensioni comode per la lettura, discreti approfondimenti sull’autore (compresa un’interessante intervista alla figlia) e, non per ultimo, una grafica semplice ma curata. Immancabile nella libreria di chi ama i manga che hanno letteralmente definito questo nome. 
Yatta! Alla prossima! –Met

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