L'ETÀ DELLA CONVIVENZA - DOSEI JUDAI
Buongiorno e bentrovati amici di Everpop! Quest'oggi iniziamo la giornata in compagnia di Met e di una sua nuova recensione. Lascio quindi a lui la parola per parlarvi di L'età della convivenza di Kazuo Kamimura.
EDITORE: J-POP Manga | GENERE: Drammatico
NUMERI: 3 (Concluso) | TITOLO ORIGINALE: Dosei Judai
USCITA: lug 2017 | PREZZO: € 18,00 cad
TRAMA
Per la prima volta in Italia, il capolavoro del maestro Kazuo Kamimura. Una storia d’amore amara e realistica sullo sfondo del Giappone del 1972: una giovane coppia, non sposata, vive a Tokyo all’alba dei moti studenteschi e di una rivoluzione sociale che crea aspettative e nuovi problemi per i due protagonisti.
MY POINT OF VIEW
Kazuo Kamimura è un
autore poco conosciuto in Italia. Si tratta di un mangaka che ha operato tra
gli anni sessanta e ottanta, fino a pochi anni fa inedito nel nostro Paese.
J-Pop ha il merito di averci portato questo magnifico artista nel 2014, quando
ha dato alle stampe, furbescamente, Lady Snowblood, l’opera che ha
ispirato il Kill Bill di Tarantino. Io l’ho conosciuto così, e così me
ne sono innamorato! Ho avuto subito un’impressione positiva del suo stile
narrativo e figurativo e anche in questo Dosei Jidai, che è quasi
contemporaneo a Lady Snowblood, sono rimasto colpito dalla sua eleganza.
In una Tokyo degli anni
settanta, Kyoko e Jiro sono due ventenni che hanno deciso di convivere, senza
sposarsi. I due ragazzi si trovano quindi a confrontarsi con la quotidianità
della vita, dalla più ovvia gestione delle spese, passando per le faccende di
casa, fino alla delineazione dei propri spazi vitali e relazionali. L’aspetto
della convivenza senza matrimonio non è da sottovalutare. Se ancora adesso può
suscitare curiosità nei paeselli più provinciali, negli anni settanta in pieno
centro di Tokyo era vista a livelli palesemente drammatici. La loro scelta è un
affronto al sistema, ma perfettamente in linea con la primavera di emancipazione
che parecchi giovani vivevano in quegli anni.
Kamimura non si
sofferma molto sul mostrare la vita di quell’epoca, ma questo stigma del
matrimonio influenzerà notevolmente le vite di Kyoko e Jiro. È l’unico
aspetto che fa da testimone del contesto sociale di quel periodo, poiché
troviamo solo scarsi riferimenti agli avvenimenti storici contemporanei alla
narrazione. Ad ogni modo, l’interesse di Kamimura è quello di concentrarsi
sulle crisi di una coppia nel passaggio all’età adulta. Questa continua indefinizione
del loro rapporto causa infinite riflessioni e dubbi tanto a Kyoko quanto a
Jiro: non essendo sposati, sono solo due persone che dividono l’affitto di
un appartamento? O sono due amanti in fuga dalle proprie famiglie che presto
esauriranno la loro passione? Oppure ancora sono una coppia che semplicemente
si ama e non c’è bisogno di provarlo con un contratto legale? I caratteri dei
due ragazzi, ancora evidentemente immaturi e totalmente impreparati alla vita
di convivenza, invece che dialogare tendono ad annichilirsi, a bloccarsi
totalmente di fronte alle difficoltà, talvolta rifugiandosi in piaceri effimeri
come alcool e sesso pur di non confrontarsi con gli ostacoli della vita,
continuando a logorarsi interiormente senza reagire. Un evento in particolare
molto significativo per la coppia, che vediamo nel secondo volume, sarà di
notevole incidenza nel loro rapporto. Una delle conclusioni cui giungono nel
finale è proprio rendersi conto di aver fatto innumerevoli errori e di aver
spesso agito impulsivamente.
Nel districarsi in
tutti questi eventi di quotidianità, Kamimura tende a sorprendere il lettore
con situazioni paradossali, allegoriche e metaforiche il più delle
volte, dove concretezza e illusione distruggono i confini della realtà
percepita. Leggendo L’età della convivenza quindi, non troverete una
semplice storia d’amore di una coppia, ma una rappresentazione della loro
psiche, un affresco dei timori di due giovani appena diventati indipendenti. Ed
ecco che la fantasia e la capacità rappresentativa dell’autore prende spesso
pieghe inaspettate, così come accade in quasi tutte le sue opere. Kamimura
gioca magnificamente con lo spazio della pagina, creando vignette
dinamiche, cinematografiche, ma anche soluzioni creative volte a raccontare un
dolore o una gioia che va oltre un viso triste o contento. Ripenso ad esempio
ad una vignetta in cui Kyoko è talmente shoccata che le sue pupille vengono
rappresentate come pezzi di ceramica distrutti. Oppure alle scene erotiche,
dove le inquadrature più volgari sono sostituite da fiori o da altre grafiche
allusive. Ogni emozione non viene mai rappresentata in modo banale ma è sempre
accompagnata da una figura allegorica che la accentua e ne espande l’intensità.
Una dialettica, come già accennato, tipica di Kamimura.
L’età della convivenza, al tempo della
pubblicazione, rappresentò un simbolo per i giovani lettori giapponesi: era il
tempo della rivoluzione giovanile e tutti si sentivano di poter fare qualunque
cosa, ingenuamente, senza rendersi totalmente conto delle responsabilità della
vita, come ad esempio il peso di una convivenza su tutti i livelli, da quello
economico a quello relazionale. La cosa sorprendente, leggendo queste pagine
oggi, è la totale attualità di Kyoko e Jiro. Le crisi emotive che affrontano
potrebbero essere le stesse vissute dalle coppie odierne, a prescindere dai
contesti familiari e dai vari stigmi sociali che la collettività impone. Non
è il matrimonio a fare una coppia, ma non lo è neppure la convivenza. Non
basta ritrovarsi in un appartamento e giurarsi fedeltà e sostegno, poiché
talvolta l’amore non riesce a superare certe barriere interiori, psichiche o
relazionali che siano. Tali riflessioni sono ciò che troverete in questo manga.
Consiglio caldamente di leggerlo, se non altro per riscoprire lo stile
narrativo di Kamimura, decisamente all’avanguardia rispetto ai fumetti di quel
periodo – e per certi aspetti anche di quelli attuali! L’edizione J-Pop ha
inoltre un formato ineccepibile: ottima carta, dimensioni comode per la lettura,
discreti approfondimenti sull’autore (compresa un’interessante intervista alla
figlia) e, non per ultimo, una grafica semplice ma curata. Immancabile nella
libreria di chi ama i manga che hanno letteralmente definito questo nome.
Yatta! Alla prossima! –Met
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