IL GIUSTIZIERE DELLA NOTTE
Buon martedì Evereaders! La giornata di oggi si apre con la recensione di un film d'azione travolgente che son certo vi lascerà con il fiato sospeso. Esce l'8 Marzo e si intitola: Il Giustiziere della notte con Bruce Willis
REGIA: Eli Roth | GENERE: Azione
SCENEGGIATURA: Joe Carnahan | DURATA: 107'
PRODUZIONE: Roger Birnbaum | ANNO: 2018
DISTRIBUZIONE: Eagle Pictures
CAST
Paul Kersey BRUCE WILLIS
Lucy Kersey ELISABETH SHUE
Frank Kersey VINCENT D'ONOFRIO
Jordan Kersey CAMILA MORRONE
Detective Rains DEAN NORRIS
Detective Jackson KIMBERLY ELISE
CIAK SI RECENSISCE
Quanto possono la rabbia e la
vendetta cambiare il destino di un uomo, distruggerlo, stravolgerlo,
modificarlo fin nel profondo, corrodendo cuore e animo? Una risposta, un ottimo
esempio, ci viene offerta da Eli Roth e del suo “Il Giustiziere della Notte”.
Quando conosci un personaggio per sentito dire, soprattutto se questo è uno dei
miti di gioventù del proprio padre, ha i suoi lati positivi, ma anche tanti
lati negativi. Da un lato sai che ti ritroverai davanti ad un personaggio
interessantissimo e accattivante, dall’altro invece guardi la pellicola in
compagnia dell’ansia, perché sai che di Charles Bronson c’è ne è uno solo.
Bruce Willis infatti non potrà mai essere Charles Bronson, ma potrà, e
credetemi ci riesce, in qualche modo eguagliarlo, seppur in maniera differente.
Il gran buon Willis infatti riesce egregiamente a rivestire i panni di Paul
Kersey e ad intraprendere la strada della vendetta, quella già percorsa dal
predecessore, verso un finale non proprio roseo e certo.
La storia ruota attorno al
personaggio di Paul Kersey (Bruce Willis) e la sua famiglia perfetta, formata
da Lucy (Elisabeth Shue) e la talentuosa Jordan (Camila Morrone). Il dottor
Kersey ha tutto ciò che un uomo possa desiderare, una vita perfetta destinata a
crollare e svanire a seguito di una rapina mancata. A causa di una parola di
troppo da parte della moglie e il chiaro aspetto borghese della famiglia, i
Kersey vengono presi di mira da una banda di ladri che, convinti di non trovare
nessuno a causa della festa del capofamiglia, assaltano la casa in cerca di oro
e gioielli, ritrovandosi però davanti moglie e figlia. Dopo una selvaggia
colluttazione le due donne finiscono in ospedale, e mentre la madre esala l’ultimo
respiro, prima ancora di finire sotto i ferri del marito, la figlia entra in
coma, lasciando il padre distrutto e boccheggiante. Questo spiacevole e
spregevole episodio spinge il medico a pretendere giustizia per le sue due
amate, cosa che però tarda ad arrivare e in casi come questo si sa che “chi fa
da se, fa per tre”. Dopo aver tirato fuori tutto il coraggio e aver lasciato
fluire dentro rabbia e vendetta, il dottor Kersey decide di farsi giustizia da
solo, soprassedendo sul supporto ed il lavoro del detective Rains (Dean
Norris). Un nuovo giustiziere, il Cupo Mietitore, fa così la sua comparsa per
le strade della città.
Cambio d’epoca e cambio di
registro (il regista magari no). Dopo aver messo da parte le ambientazioni e le
tematiche tanto care ai film degli anni ’70, Eli Roth torna a far scendere in
campo un personaggio pazzesco, che sembra quasi un supereroe, il quale riesce
ad adattarsi perfettamente a questa nuova epoca, a questa nuova vita e a questa
nuova società. La realtà, soprattutto quella territoriale, chiaramente non è
più la stessa e di conseguenza persino il protagonista non poteva essere lo
stesso. Nonostante questo l’ingiustizia, be’ quella c’è sempre e dilaga come
una macchia d’olio, inarrestabile, in attesa di un giustiziere degno di nota,
Paul Kersey appunto, che dominato dalla rabbia e dalla violenza si evolve in una
vera e propria macchina da guerra, senza però lasciare mai andare il suo animo e
i suoi nervi saldi, grazie ai quali dimostra di essere uno dei migliori dottori
della città.
Il film ruota attorno all’idea
che tutti, anche il vicino più tranquillo (apparentemente), possono accedere al
potere, quel potere capace di rivoluzionare tutto e di contrastare il crimine
che si muove furtivo per il mondo. Questo concetto viene perfettamente spiegato
proprio dalla figura del medico, che grazie al volto e alla interpretazione di
Bruce Willis, riesce ad ergersi a vero e proprio simbolo della rivoluzione. Un
simbolo del genere, anarchico e fuori dagli schemi, però non sempre porta a
buoni risultati e, come c’è da aspettarsi, infatti non ci mettono molto poi a
sbucare gli imitatori.
Un moderno Conte di Montecristo
il personaggio interpretato da Willis, un uomo corroso dalla rabbia che si
ritrova a vagare per la città in cerca della vendetta, pronto a tutto per
soddisfare quell’inaspettata sete di potere e di appagamento che mai prima del
nefasto giorno aveva assaporato. Il personaggio di Paul ha infatti diversi
punti di connessione con il protagonista del romanzo di Dumas, soprattutto dal
punto di vista emotivo, ciò che li diversifica è il movente, ciò che invece li
spinge a compiere gesti estremi è invece la stessa identica cosa: il dolore.
Andrebbero spese diverse altre
parole su trama e cast, ma lascio a voi la scoperta di questo film travolgente,
che vi terrà incollati davanti allo schermo carichi d’ansia e a bocca
perennemente spalancata. Vedere per credere!
See you soon! -Lewis
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