martedì 22 maggio 2018

Cinescopio: Stato di Ebbrezza di Luca Biglione (Recensione)

STATO DI EBBREZZA

Buongiorno e bentrovati amici di Everpop! Anche oggi lascio la parola a Sunday per una nuova recensione cinematografica. Oggi tocca a Stato di Ebbrezza che a me è piaciuto tanto e a Sunday? Scopriamolo insieme!
STATO DI EBBREZZA
                                                                         
REGIA: Luca Biglione | GENERE: Commedia/Drammatico

SCENEGGIATURA: Maddalena De Panfilis | DURATA: 90'

PRODUZIONE: Stemo Production, Toed Film | ANNO: 2018

DISTRIBUZIONE: Stemo | USCITA: 23 Maggio 2018

CAST

Francesca Inaudi   -   Maria
Melania dalla Costa   -   Beatrice
Andrea Roncato   -   Luigi
Fabio Troiano   -   Renato



CIAK SI RECENSISCE



Ci sono dei film capaci di colpirci al cuore e farci rivivere emozioni e ricordi forti, di farci immedesimare completamente in personaggi che con noi magari hanno ben poco a che vedere ma che vivono esperienze e provano sentimenti che ci riportano a momenti specifici delle nostre vite, positivi o negativi che siano. Stato di Ebbrezza per me è stato un film del genere, in cui tanto mi hanno urtato i nervi i suoi personaggi quanto ho rivisto in altri momenti me stesso e la mia vita, al netto di situazioni radicalmente differenti.

Da un’idea di Maria Rossi, apprezzata comica teatrale, Stato di Ebbrezza ne racconta - autobiograficamente - le vicende più buie, la discesa nel tunnel delle dipendenze, dell’alcolismo, concentrandosi perlopiù sulla sua prima esperienza in clinica. In un periodo in cui l’invocazione del TSO è una battuta ricorrente e un meme diffuso sui social, Maria Rossi e Luca Biglione vogliono ricordarci la serietà dietro il trattamento sanitario obbligatorio, la delicatezza della malattia mentale, la fatica necessaria per rialzarsi dopo un trauma, dopo una caduta, tanto metaforica quanto didascalicamente reale: sin dall’inizio vediamo Maria, interpretata da una Francesca Inaudi in stato di grazia, precipitare dal palco durante un pezzo di stand up comedy. Pur mantenendo dei toni leggeri per buona parte della sua durata, il film ci mostra da subito che, in questa storia, il successo è una luce lontana e che prima occorrerà sudare e faticare, ma soprattutto farsi male.
Stato di Ebbrezza mi ha convinto per molti motivi.

Mi ha convinto perché ha il pregio di sembrare molto vero. Nonostante non sia tecnicamente eccelso, riesce a calarci in una realtà credibile, un’Emilia Romagna che non si nasconde dietro attori dalla dizione perfetta ma che ci lascia ascoltare degli accenti onesti, promemoria della bellezza dietro la varietà linguistica della nostra penisola. E poi Andrea Roncato – nel ruolo del papà di Maria – è un po’ una garanzia.

Mi ha convinto perché riesce a raccontare anche altre storie, anche se non tutte riescono a colpire allo stesso modo. Tra pazienti affetti da ninfomania piuttosto che da disturbo ossessivo compulsivo, spiccano secondo me il personaggio di Rosa, a cui presta il volto niente meno che Mietta, pressoché incapace di dire la verità, e quello interpretato da Marco Cocci, a mio avviso davvero interessante, sul quale preferisco lasciare un alone di mistero. Non mi ha soddisfatto del tutto Beatrice (Melania Dalla Costa), però, personaggio su cui il film punta molto ma che mi è parsa ricalcare eccessivamente la figura di Micaela Ramazzotti nel bellissimo La Pazza Gioia di Virzì.


Stato di Ebbrezza mi ha convinto perché il cameo di Maria Rossi rende tutto ancora più sentito e più vero.
Hasta pronto! -Sunday

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