DOCTOR STRANGE LEGACY - DIO DELLA MAGIA
Buongiorno e buon venerdì Evereaders! Concludiamo questa settimana in compagnia del mio eroe preferito in assoluto: Doctor Strange in una nuova storia di Gabriel Hernandez Walta e Donny C. Cates.
my point of view
Come sapete è da relativamente poco che mi sono appassionato ai fumetti Marvel, arrivando a poco a poco a toccare le diverse serie in uscita; forse però non sapete che questa mia nuova passione è nata proprio grazie al Doctor Strange, uno degli eroi più emblematici della casa delle idee che mescola in se magia e super eroismo. Prima ancora di iniziare a leggerne i fumetti il suo personaggio mi aveva sempre affascinato, proprio per questa sua dualità, anche se l'aspetto che possedeva anni fa non mi piaceva poi così particolarmente. Da due anni però tutto è cambiato, come per magia, e Stephen Strange (insieme a Kamala Khan) è diventato il mio protagonista preferito. Lo scorso anno poi c'è stato un vero e proprio power up, con l'avvento di Legacy, che ha un po' "scombussolato" le diverse serie, riportandole a dei punti principali, punti di svolta, che come nel caso della serie più magica di casa Marvel, ha dato vita ad un impressionante crescendo di eventi magnifici.
La mini saga compresa in questo volume, quella dedicata a Loki - Stregone Supremo della Magia, oltre che Dio degli inganni e delle menzogne e bla bla bla, è senza dubbio una delle parti che più ho apprezzato nella storia di Strange. Un racconto che tratta di magia certo, come tutti gli altri suoi fumetti, ma che allo stesso tempo mette in gioco una moltitudine di sentimenti diversi, combinandoli ognuno con personaggi differenti, alcuni dei quali si ritrovano in primo luogo ad essere spiazzati.
Questa miniserie, ormai raccolta in un singolo volume, parte con uno Stephen Strange sconfitto e nuovamente al punto di partenza, lì dove tutto era iniziato, lontano dal mantello e dal suo Sancta. Un uomo poi non così diverso dal medico che aveva perso il suo più grande strumento e dono, le mani, non così differente soprattutto a livello emotivo e spirituale. Un parallelismo con le origini che esplicita il significato stesso di Legacy, e che permette di vedere il protagonista sotto una luce differente, che accresce il suo carattere e il suo fascino. Stephen è sconfitto ma non gli ci vuole poi molto a tornare in carreggiata, a rialzarsi per porre rimedio ai capricci di un Loki ancor più inquieto.
Un gioco di contrasti quello a cui ricorre lo sceneggiatore, contrasti tra Stephen e Loki, che mai come stavolta sono più vicini l'uno all'altro, ma anche tra lo stesso Strange, tra quello del passato e quello che vorrebbe essere nel presente, e perché no, nel futuro. Attraverso questi contrasti riesce ad esplicitarsi un animo tormentato e in un certo senso in fuga, un animo insoddisfatto che brama nuovamente quel potere che inizialmente arrivò "quasi per caso"; un animo indeciso, sospeso su cosa sia o meno giusto da fare, perché se da un lato c'è la consapevolezza di poter tornare alla vita di tutti i giorni e aiutare il prossimo al meglio delle proprie possibilità (pur facendo il veterinario), dall'altro c'è il ricordo di una vita fatta di potere e forza, di energia e di magiche soddisfazioni. E' intrigante vedere il Dottore interrogarsi su questi aspetti, sulla sua vita e sulla direzione più giusta da prendere, così come è intrigante vederlo ricorrere a mezzucci tipici del Dio Asgardiano Loki, che sembra quasi aver scambiato con lui le carte.
Non mancano scontri, incantesimi e creature magiche, ma ciò che più catalizza l'attenzione del lettore in questo albo è proprio ciò che il Doctor Strange si porta dentro, la continua evoluzione di un animo non poi così incrollabile e inattaccabile. Un volume dal ritmo lento e cadenzato, che si da le giuste pause e i giusti momenti di stasi, per dare al lettore e allo stesso protagonista il giusto momento per mettere in chiaro i pensieri. Un ritmo che trascina il lettore nel pieno della magia, per catapultarlo nel nero dell'anima e contagiandolo così con dubbi e domande. A partire da questo ritmo la storia si dipana di capitolo in capitolo, concentrandosi sul singolo personaggio ma dando ampio spazio anche ai coprimari, a personaggi che si sentono liberi di dire la propria, di fare la propria scelta, come ad esempio Bats il magico cane parlante del dottore.
Un volume unico nel suo genere, che apre le porte anche ai nuovi lettori, a quelli che delle storie di Stephen Strange sono ancora un po' a digiuno. Un albo finemente curato, la quale bellezza viene accentuata dai meravigliosi disegni di Gabriel Hernandez Walta, dal tratto sporco e quasi pittoresco, che alterna toni cupi a tinte più luminose, in asse con l'animo del protagonista. Tormenti e dubbi si palesano anche (addirittura mi verrebbe da dire "soprattutto") grazie ai suoi disegni, alle sue tavole ricche di particolari, di luci e di magia, quella che l'autore ha in comune con il protagonista, quella insita nelle mani. Il Doc di Walta in determinate scene sembra quasi il protagonista di un'opera pittorica, un moderno e magico Viandante sul mare di nebbia. Insomma una piccola perla d'arte.
E' inutile quindi dirvi che dovete correre in fumetteria a recuperare questo albo, ma ve lo dirò comunque, del resto l'ho appena fatto!
La mini saga compresa in questo volume, quella dedicata a Loki - Stregone Supremo della Magia, oltre che Dio degli inganni e delle menzogne e bla bla bla, è senza dubbio una delle parti che più ho apprezzato nella storia di Strange. Un racconto che tratta di magia certo, come tutti gli altri suoi fumetti, ma che allo stesso tempo mette in gioco una moltitudine di sentimenti diversi, combinandoli ognuno con personaggi differenti, alcuni dei quali si ritrovano in primo luogo ad essere spiazzati.
Questa miniserie, ormai raccolta in un singolo volume, parte con uno Stephen Strange sconfitto e nuovamente al punto di partenza, lì dove tutto era iniziato, lontano dal mantello e dal suo Sancta. Un uomo poi non così diverso dal medico che aveva perso il suo più grande strumento e dono, le mani, non così differente soprattutto a livello emotivo e spirituale. Un parallelismo con le origini che esplicita il significato stesso di Legacy, e che permette di vedere il protagonista sotto una luce differente, che accresce il suo carattere e il suo fascino. Stephen è sconfitto ma non gli ci vuole poi molto a tornare in carreggiata, a rialzarsi per porre rimedio ai capricci di un Loki ancor più inquieto.
Un gioco di contrasti quello a cui ricorre lo sceneggiatore, contrasti tra Stephen e Loki, che mai come stavolta sono più vicini l'uno all'altro, ma anche tra lo stesso Strange, tra quello del passato e quello che vorrebbe essere nel presente, e perché no, nel futuro. Attraverso questi contrasti riesce ad esplicitarsi un animo tormentato e in un certo senso in fuga, un animo insoddisfatto che brama nuovamente quel potere che inizialmente arrivò "quasi per caso"; un animo indeciso, sospeso su cosa sia o meno giusto da fare, perché se da un lato c'è la consapevolezza di poter tornare alla vita di tutti i giorni e aiutare il prossimo al meglio delle proprie possibilità (pur facendo il veterinario), dall'altro c'è il ricordo di una vita fatta di potere e forza, di energia e di magiche soddisfazioni. E' intrigante vedere il Dottore interrogarsi su questi aspetti, sulla sua vita e sulla direzione più giusta da prendere, così come è intrigante vederlo ricorrere a mezzucci tipici del Dio Asgardiano Loki, che sembra quasi aver scambiato con lui le carte.
Non mancano scontri, incantesimi e creature magiche, ma ciò che più catalizza l'attenzione del lettore in questo albo è proprio ciò che il Doctor Strange si porta dentro, la continua evoluzione di un animo non poi così incrollabile e inattaccabile. Un volume dal ritmo lento e cadenzato, che si da le giuste pause e i giusti momenti di stasi, per dare al lettore e allo stesso protagonista il giusto momento per mettere in chiaro i pensieri. Un ritmo che trascina il lettore nel pieno della magia, per catapultarlo nel nero dell'anima e contagiandolo così con dubbi e domande. A partire da questo ritmo la storia si dipana di capitolo in capitolo, concentrandosi sul singolo personaggio ma dando ampio spazio anche ai coprimari, a personaggi che si sentono liberi di dire la propria, di fare la propria scelta, come ad esempio Bats il magico cane parlante del dottore.
Un volume unico nel suo genere, che apre le porte anche ai nuovi lettori, a quelli che delle storie di Stephen Strange sono ancora un po' a digiuno. Un albo finemente curato, la quale bellezza viene accentuata dai meravigliosi disegni di Gabriel Hernandez Walta, dal tratto sporco e quasi pittoresco, che alterna toni cupi a tinte più luminose, in asse con l'animo del protagonista. Tormenti e dubbi si palesano anche (addirittura mi verrebbe da dire "soprattutto") grazie ai suoi disegni, alle sue tavole ricche di particolari, di luci e di magia, quella che l'autore ha in comune con il protagonista, quella insita nelle mani. Il Doc di Walta in determinate scene sembra quasi il protagonista di un'opera pittorica, un moderno e magico Viandante sul mare di nebbia. Insomma una piccola perla d'arte.
E' inutile quindi dirvi che dovete correre in fumetteria a recuperare questo albo, ma ve lo dirò comunque, del resto l'ho appena fatto!
See you soon! -Lewis
DOCTOR STRANGE - IL DIO DELLA MAGIA
- Autore:Gabriel Hernandez Walta e Donny C. Cates
- Editore:Panini Comics - Marvel
- Genere:Supereroi
- Pagine:120 pp
- Formato:17x26 cm
- Uscita:17 Gennaio 2019
- Prezzo:€ 14,00
- Titolo originale:Doctor Strange
- Nazionalità:USA
TRAMA
C’è un nuovo Stregone Supremo in città, e il suo nome è... Loki?! Che fine ha fatto Stephen Strange, e come mai ora al suo posto c’è il dio asgardiano degli Inganni? Di una cosa, comunque, potete essere certi: il buon dottore farà di tutto per riprendersi quanto è suo. Di tutto. Ciliegine sulla torta: un ritorno incredibile e... un cane parlante!
Disegni
9/10
Trama
9/10
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