INTERVISTA A MANLIO CASTAGNA
Buongiorno e buon giovedì Evereaders! Oggi iniziamo la giornata in compagnia di un amico di Everpop, uno degli autori italiani che più stimiamo in questo angolo del web: Manlio Castagna pronto a parlarci del suo Petrademone.
botta & risposta
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Partiamo alla larga, con una domanda sul tuo stile e sulla tua scrittura, come sappiamo tu scrivi sia romanzi che sceneggiature, ma quali sono le principali differenze tra i due tipi di scrittura? Quali le maggiori difficoltà?
Manlio Castagna
La sceneggiatura è una struttura che ne tende ad un'altra, come dice giustamente Pasolini, non è un'opera che finisce lì dove vai a scrivere, ma qualcosa che è fatta perché ne diventi poi un'altra, quindi lo stile è importante, ma nei dialoghi, mentre invece durante il compimento di una azione puoi essere anche più sciolto, più superficiale. Nella stesura del romanzo è stato diverso perché ho dovuto cercare di far immaginare al lettore un personaggio, un'ambientazione, un evento addirittura, la difficoltà maggiore sta proprio nel dover far vedere attraverso le parole, non le immagini. Una delle cose a cui tenevo, che volevo trasparisse in questa trilogia, sono i diversi modi in cui le persone possono piangere, un aspetto che mi affascina parecchio, perché sono svariati i modi in cui uno scrittore può raccontare il pianto.
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Connettendoci alla domanda di sopra, e rimanendo quindi in tema scrittura, trovi che il tuo stile sia cambiato dal primo al secondo libro? Ha forse inficiato sulla lunghezza di questo secondo capitolo?
Manlio Castagna
Certo, la scrittura è cambiata davvero tanto, forse azzarderei completamente, per due motivi: il primo è perché più scrivi, più alleni il tuo modo di scrivere e quindi diventa più facile per te raccontare le cose. Il secondo è senza dubbio l'intervento dell'editor, che ti mette sulla strada giusta, su quel percorso che vorresti percorrere. Poi devo dire che anche incontrare i lettori mi è stato molto utile, perché mi ha fatto capire quale strada prendere, dove poter migliorare e cosa poter affinare. Inoltre quest'anno ho conosciuto tanti altri lettori, con cui ho stretto amicizia, e questo ha sicuramente inficiato sul mio stile, perché il confronto con altre persone che fanno il tuo steso lavoro inevitabilmente ti cambia e lo capirete senz'altro con il terzo volume.
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Dalla scrittura ai temi portanti di questa serie. Prima parlavi di King e quindi sorge spontaneo iniziare a focalizzarsi su uno dei maggiori aspetti di questa serie, la Paura. Come mai hai deciso di far ruotare la vita dei tuoi personaggi attorno a questo tema?
Manlio Castagna
Vi avverto, se inizio a parlare di paura potrei continuare all'infinito. Mi piace davvero tanto raccontare storie paurose e mia figlia di tre anni lo sa bene, provate a chiedere a mia moglie (che è stufa di tutto questo); le nostre storie della buona notte hanno sempre come protagonista zombie, mostri o cose simili. Ma scelgo di ricorrere alla paura, come mezzo narrativo, perché penso tenga strette e vicine le persone. La paura ci avvicina, perché quando la proviamo cerchiamo sempre qualcuno con cui condividerla, qualcuno a cui chiediamo protezione. E poi, se ci pensiamo, è stata proprio la paura a far evolvere gli esseri umani. L'unico problema, oggi, è che la paura viene usata come mezzo politico per chiudersi e non per proteggersi.
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Tra le altre tematiche di Petrademone ci sono ovviamente il coraggio e l'amicizia, ma poiché è un libro che parte dal dolore e dall'elaborazione del lutto, quando hai inserito queste tematiche non hai pensato che potessero essere limitative?
Manlio Castagna
In realtà quando scrivo non parto mai dalle tematiche, infatti quando mi dicono di aver apprezzato il tema del coraggio, dell'amicizia o della diversità, io rimango stupito perché non ci avevo proprio pensato. Non mi va di scrivere di valori, ma di storie che siano belle da leggere. Mi interessava però raccontare della morte e della perdita, perché questa serie nasce proprio da una mia perdita personale. Volevo che la perdita e la memoria fossero temi importanti, a prescindere dal fatto che poi qualche professore o qualche genitore l'avesse poi trovato troppo cupo per uno studente o il proprio figlio. A me piace scrivere di questo e farlo mi rende anche più dark.
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Dalla paura alla malinconia, potresti raccontarci questo sentimento?
Manlio Castagna
La malinconia è il sentimento che preferisco in assoluto insieme alla nostalgia. Nostalgia significa "dolore del ritorno", un sentimento legato al non poter avere più ciò che si è posseduto in precedenza; la malinconia invece è un sentimento di distacco da ciò che si è in un determinato momento, è la percezione che il mondo va in una direzione diversa rispetto alla tua. Come se il mondo ti sfuggisse tra le mani per diventare nebbioso e inafferrabile.
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Fermiamoci sui ricordi allora. Anche questo tema è una pietra miliare per questa seria. Perdere i ricordi terrorizza un po' tutti, quindi ritrovare questo timore all'interno del romanzo connette senza dubbio il lettore ai protagonisti. Da dove nasce questa tua decisione di far leva anche su questo aspetto?
Manlio Castagna
Alla ricerca del tempo perduto è senza dubbio uno dei miei "libri della vita"; l'ho letto da adolescente e vi ho trovato dentro tanta memoria. Se penso alla memoria mi viene subito in mente un episodio accaduto qualche anno fa al Giffoni Film Festival: durante la proiezione di un film ho visto una ragazzina piangere e le ho subito chiesto il perché di quelle lacrime. La sua risposta fu che pur avendo perso recentemente la madre, il vero dolore stava nel fatto che ogni giorno la perdesse sempre di più, dimenticando le piccole cose a lei legate. Quella ragazza mi ha fatto intuire che la morte non è il momento in cui perdi una persona, ma quando perdi i ricordi di quella persona. Volevo che questo romanzo parlasse anche di questo.
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Frida però per non perdere i ricordi li appunta e li conserva. Trovi sia un buon metodo?
Manlio Castagna
Sì, scrivere è sempre un'ottima risposta in questi casi. Io sono ossessionato dai ricordi e scrivo tutto su dei diari, per non dimenticare nulla, è come se affidassi frammenti della mia vita ad una entità più affidabile poiché la memoria è selettiva. Quando si scrive, per necessità, si elabora il ricordo e quindi si è costretti ad ampliarlo e arricchirlo con altri aspetti. Può per questo capitare anche che così lo si tradisca, farlo però non significa rovinarlo, ma amplificarlo e renderlo più poetico.
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Molto caratteristiche sono anche le tue ambientazioni, che nonostante il tocco fantasy rimangono comunque riconoscibili e tanto italiane. Come mai questa decisione? A cosa ti ispiri?
Manlio Castagna
È una scelta molto precisa visto che l'Italia ha delle potenzialità narrative pazzesche. Credo che la provincia italiana poi sia satura di orrore, perché c'è tanta noia e dove c'è noia ci sono i mostri, dove ci sono i mostri poi c'è la paura, che mi affascina. Infatti Ivan Cotroneo, che sta lavorando all'adattamento televisivo, è ancora di più spinto sull'Italia.
Per quanto riguarda le ispirazioni sono da ricercarsi ne Le città invisibili di Italo Calvino. Tra queste c'è anche una città piena di aquiloni, come nel mio libro.
Per quanto riguarda le ispirazioni sono da ricercarsi ne Le città invisibili di Italo Calvino. Tra queste c'è anche una città piena di aquiloni, come nel mio libro.
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Dalle tue parole risulta che l'adattamento televisivo di Petrademone, ad opera di Ivan Cotroneo, sarà probabilmente per un pubblico più maturo, eppure se c'è una cosa particolare in questa serie è che, nonostante sia un libro per ragazzi, riesca a far breccia anche tra gli adulti per questa sua capacità immersiva e il suo riuscire ad empatizzare con i personaggi. Quando è venuto fuori questo aspetto, prima o dopo la fase di scrittura?
Manlio Castagna
In realtà anche io ne sono rimasto molto sorpreso. Ammetto che di letteratura per ragazzi ne sapevo ben poco, idem per il fantasy, tranne pochissime eccezioni. In passato se pensavo alla letteratura per ragazzi mi veniva subito in mente It di King, o Kafka per esempio. Quando però ho iniziato a scrivere mi sono reso conto che non era decisamente così, anche se trovo che "per ragazzi" sia un'etichetta troppo vasta, sia per il linguaggio da utilizzare sia per lo stile, un aspetto che secondo me va un po' arginato e un po' dimenticato, quando scrivi. Questo l'ho capito quando ho letto un romanzo di Frances Hardinge, leggerlo mi ha fatto capire che si può osare, non tanto nel linguaggio, poiché volevo che rimanesse piuttosto sobrio, ma nei temi e nel modo di raccontarli.
See you soon! -Lewis
Petrademone 2 - La terra del non ritorno
- Autore:Manlio Castagna
- Editore:Mondadori
- Genere:Avventure Dark
- Pagine:525 pp
- Uscita:05 Febbraio 2019
- Prezzo:€ 17,00
- Nazionalità:Italiana
TRAMA
Lasciato ormai il nostro mondo, Frida, Miriam e i gemelli Ober-dan si inoltrano nei regni di Amalantrah per salvare i cani spariti, ritrovare i propri cari e soprattutto Iaso, il guaritore, l'unico in grado di curare Gerico dal veleno degli uomini vuoti. Nel viaggio dentro le perenni nebbie di Nevelhem, le strade dei ragazzi si dividono e le missioni si fanno sempre più difficili. Dovranno affrontare nuove e inquietanti creature (animali vampiro, aquiloni ingannatori, ipnoratti e spettri affamati di paura; viaggiare su vascelli fantasma in fiumi di tenebra e scoprire città sbalorditive. Ad aiutarli gli intrepidi border collie di Petrademone, che staranno al loro fianco nei momenti decisivi. Numerosi saranno gli enigmi a cui dovranno dare una risposta: chi domina gli adoratori di Shulu? Perché Miriam non ha voce, ma sa far comparire parole profetiche sul Libro delle Porte? Perché il Signore degli Incubi imprigiona le anime dei bambini dietro gli specchi? I ragazzi dovranno puntare al cuore stesso del Male e disinnescarlo. Sapranno farlo senza perdersi?
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