FETISH
Buongiorno e bentrovati amici di Everpop! Quest'oggi la giornata inizia in compagnia di Fetish e della sua mangaka Kaoru Fujiwara.
my point of view
Dopo averci stregato con il suo precedente fumetto, Il giardino dell'Eden, la maestra Kaoru Fujiwara, torna nel catalogo Star Comics per regalarci una nuova antologia di racconti brevi, il cui tema cardine stavolta sono le ferite. Cinque storie brevi, cinque diversi punti di vista sulla tematica e sull'amore, un amore fuori dagli schemi e dai classici stilemi, che è portato all'esasperazione attraverso sentimenti estremi che lo fanno apparire quasi come un sentimento asfissiante e opprimente...oscuro!
L'oscurità non manca mai nei fumetti della maestra Fujiwara, sia a livello di trama che a livello stilistico, proprio lì dove si traduce in porzioni di nero che sembrano voler assorbire ogni briciolo di felicità e umanità. Perché diciamocelo, la sensibilità, quella tipicamente umana, viene presentata all'inizio di queste storie, ma sbiadisce sempre più ad ogni vignetta. Questo rende le storie della sensei ultraterrene, a cavallo tra reale e faceto, anche se le emozioni che ne scaturiscono sono molto più tendenti al mondo reale che a quello fantastico. Per quanto riguarda le trame di questi racconti però è sempre possibile trovare una costante "sovrannaturale", quell'elemento che eleva il racconto e lo rende spettrale e affascinante allo stesso tempo.
Personalmente queste storie mi hanno lasciato senza fiato, quasi affannato, e allo stesso tempo anche in ansia. Ce n'è davvero tanta all'interno di questo volume e in ogni singola storia che lo compone: timori e paure che contraddistinguono le protagoniste, in balia di quegli esseri oscuri (permettetemelo) che le affiancano e (in alcuni casi addirittura) le guidano. Sin dalla prima pagina la sensei fa provare al lettore un opprimente senso di inadeguatezza, comune agli stessi personaggi, che per un momento sembra far parte proprio del bagaglio dello stesso lettore, quando invece è la linfa vitale di questo volume e delle storie in esso contenute.
Nonostante questo aspetto "oscuro" però non manca certo la sensualità, comune alle altre opere della maestra, solo che stavolta è reinterpretata proprio attraverso il dolore, la sofferenza e le ferite (tanto quelle esterne, quanto quelle del cuore). Bende, tagli, ferite, non importa (o meglio sì se non che a livello di trama) perché le fanciulle descritte e rappresentate mostrano comunque la loro sensuale bellezza, a volte accentuata proprio da bende tutori e fasciature. In casi come questo ovviamente, dal punto di vista grafico, il bianco gioca un ruolo importantissimo e infatti, rispetto anche al volume precedente, il nero ha sì potenza ma allo stesso tempo possiede un ruolo che potremmo quasi considerare "marginale".
Questa volta non ho trovato un vero e proprio racconto che ho preferito o che in qualche modo è spiccato rispetto agli altri perché, pur essendo tanto diversi tra loro ma comunque accomunati da un'unica tematica di fondo, hanno tutti una potenza emotiva ed emozionale che si eguaglia, anche se in maniere differenti. Ho però apprezzato il ritmo che contraddistingue questi racconti, stavolta molto più rapido, adatto quindi a tradurre il senso di inadeguatezza e di paura presenti a livello di trama.
Spero di rivedere presto in fumetteria un nuovo volume della maestra perché ogni volta sa stupirmi in maniera differente, pur non avendo quelle caratteristiche tipiche che ricerco nei manga.
L'oscurità non manca mai nei fumetti della maestra Fujiwara, sia a livello di trama che a livello stilistico, proprio lì dove si traduce in porzioni di nero che sembrano voler assorbire ogni briciolo di felicità e umanità. Perché diciamocelo, la sensibilità, quella tipicamente umana, viene presentata all'inizio di queste storie, ma sbiadisce sempre più ad ogni vignetta. Questo rende le storie della sensei ultraterrene, a cavallo tra reale e faceto, anche se le emozioni che ne scaturiscono sono molto più tendenti al mondo reale che a quello fantastico. Per quanto riguarda le trame di questi racconti però è sempre possibile trovare una costante "sovrannaturale", quell'elemento che eleva il racconto e lo rende spettrale e affascinante allo stesso tempo.
Personalmente queste storie mi hanno lasciato senza fiato, quasi affannato, e allo stesso tempo anche in ansia. Ce n'è davvero tanta all'interno di questo volume e in ogni singola storia che lo compone: timori e paure che contraddistinguono le protagoniste, in balia di quegli esseri oscuri (permettetemelo) che le affiancano e (in alcuni casi addirittura) le guidano. Sin dalla prima pagina la sensei fa provare al lettore un opprimente senso di inadeguatezza, comune agli stessi personaggi, che per un momento sembra far parte proprio del bagaglio dello stesso lettore, quando invece è la linfa vitale di questo volume e delle storie in esso contenute.
Nonostante questo aspetto "oscuro" però non manca certo la sensualità, comune alle altre opere della maestra, solo che stavolta è reinterpretata proprio attraverso il dolore, la sofferenza e le ferite (tanto quelle esterne, quanto quelle del cuore). Bende, tagli, ferite, non importa (o meglio sì se non che a livello di trama) perché le fanciulle descritte e rappresentate mostrano comunque la loro sensuale bellezza, a volte accentuata proprio da bende tutori e fasciature. In casi come questo ovviamente, dal punto di vista grafico, il bianco gioca un ruolo importantissimo e infatti, rispetto anche al volume precedente, il nero ha sì potenza ma allo stesso tempo possiede un ruolo che potremmo quasi considerare "marginale".
Questa volta non ho trovato un vero e proprio racconto che ho preferito o che in qualche modo è spiccato rispetto agli altri perché, pur essendo tanto diversi tra loro ma comunque accomunati da un'unica tematica di fondo, hanno tutti una potenza emotiva ed emozionale che si eguaglia, anche se in maniere differenti. Ho però apprezzato il ritmo che contraddistingue questi racconti, stavolta molto più rapido, adatto quindi a tradurre il senso di inadeguatezza e di paura presenti a livello di trama.
Spero di rivedere presto in fumetteria un nuovo volume della maestra perché ogni volta sa stupirmi in maniera differente, pur non avendo quelle caratteristiche tipiche che ricerco nei manga.
See you soon! -Lewis
FETISH
- Autrice:Kaoru Fujiwara
- Editore:Star Comics
- Genere:Josei
- Pagine:168 pp
- Uscita:13 Novembre 2019
- Prezzo:€ 12,00
- Titolo originale:Fetish
- Nazionalità:Giapponese
TRAMA
Cinque storie, cinque differenti forme di amore “estremo” tratteggiate secondo suggestioni narrative differenti, che vanno dal surreale al morboso al thrilling, ma sempre con sorprendente e disturbante schiettezza e “carnalità”, e impreziosite da uno stile grafico raffinato ed elegante, glaciale eppure intenso. In un susseguirsi di bende, ferite e cicatrici, metafora dell’insanabilità delle lacerazioni interiori, le protagoniste del volume ci mostrano i diversi volti assunti della femminilità: donne come figure angeliche o meri oggetti, come vittime o carnefici, fragili o incrollabili. Autolesionismo, voyerismo, tortura, sadismo, feticismo: forme estreme della passione o disturbi ossessivi? Ma poi, c’è davvero differenza?
Disegni
8/10
Trama
6/10
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