lunedì 3 giugno 2024

Botta&Risposta: Misteri d'altri tempi con Susana Martin Gijon

INTERVISTA A SUSANA MARTIN GIJON

Buongiorno e buon lunedì amici di Everpop! Iniziamo la settimana con la trascrizione dell'intervista fatta la scorsa settimana a Susana Martin Gijon, nuove autrice di Ponte alle Grazie, che arriva qui Italia con il suo 1580: Morte a Siviglia.

my point of view

Lewis

Già dalle prime pagine si capisce che Siviglia sia un vero e proprio protagonista. Come mai hai deciso che sarebbe stato questo il palcoscenico per la tua storia e perché gioca un ruolo così importante all'interno del romanzo?

Susana

Io sono nata a Siviglia e per questo penso sia una delle città più importanti della mia vita e infatti anche nella mia trilogia precedente era presente. Volevo provare, dopo dieci romanzi pubblicati, a scrivere un giallo storico e pensavo che Siviglia fosse il luogo perfetto, perché la conoscevo benissimo, ma soprattutto perché è stata una città rigogliosa e importante in quel periodo, soprattutto per la Spagna, poiché aveva il monopolio nella Compagnia delle Indie e quindi tutte le navi transitavano da lì.
In tanti avevano già scritto di Siviglia in quell'epoca, ma io volevo farlo da un punto di vista differente, quello del popolo, no quello dei privilegiati. Volevo dare voce, anzi restituirla, al popolo e alle donne.

Alice

Il 1580 è così lontano da noi e raccontarla deve essere stato difficile. Quanto studio c'è stato rispetto a questa epoca, allo stile di vita e alla popolazione?

Susana

Davvero tanto studio! E' diventata una vera e propria ossessione. Sono molto esigente e volevo che il primo romanzo storico fosse davvero perfetto. Sono infatti tornata a vivere a Siviglia dove ero nata e cresciuta, perché sentivo di non saperne abbastanza della città. Ho parlato con gli esperti dell'Università di Siviglia, perché sentivo di dover essere molto esigente; ad esempio volevo assolutamente trovare il luogo dove nel Cinquecento c'era il Convento delle Carmelitane Scalze. Il massimo dell'ossessione è stato quando ho iniziato ad introdurmi nel mondo della navigazione: ho scovato addirittura una fondazione che possiede delle copie in scala naturale delle navi dell'epoca e ce n'era proprio una del Sedicesimo Secolo, un galeone come quello descritto nella mia storia, sul quale ho viaggiato, in compagnia dei 30 marinai che girano il mondo con questa nave. Potrebbe sembrare un'ossessione, però penso che sia importante, soprattutto perché parliamo di uno storico; allo stesso tempo però è anche un thriller e bisogna saper bilanciare i generi, per rendere la trama scorrevole.

Cristina

Come gli altri due libri questo è molto femminile. Racconti la storia delle donne, anche quelle delle donne che non hanno fatto la storia. Come mai?

Susana

Per il semplice motivo che non si è fatto prima! Ma bisogna farlo, soprattutto oggi, quando ancora ti chiedono "perché hai scelto una protagonista donna?". Ero un po' stanca di raccontare storia al maschile e poi in questo romanzo più che mai, mi sembrava necessario raccontare la storia delle donne dell'epoca, dare loro finalmente lo spazio e la voce che meritano. Mi sembrava giusto raccontare storie come quelle della mia protagonista e della sua migliore amica, la prostituta e la suora, perché donne come queste avevano tanto da raccontare e invece sono passate inosservate, quasi come se fossero invisibili. Anche le più grandi donne che erano riuscite a farsi un nome all'epoca, oggi continuano ad essere semi-sconosciute. E a me questa cosa proprio non piace.

Lewis

Questo non è il primo thriller, ma è il primo storico, quindi mi sorge spontaneo chiedere: com'è stato immergersi in un'epoca così diversa e quali sono state le parti più difficili da scrivere?

Susana

Sì. non è stato semplice, soprattutto perché il mio pensiero fisso era quello di bilanciare il ritmo tipico del romanzo storico, con quello del thriller, a cui ero tanto abituata. Ho ormai una mia voce quando scrivo, quella che ormai riconoscono anche i miei lettori, ma usarla per un romanzo diverso dal solito non andava bene e quindi ho dovuto studiare e soltanto quando ho potuto immaginare com'era la città e la vita in essa, ho potuto cominciare a scrivere. Pensate che alcuni capitoli iniziali li ho dovuti riscrivere perché più andavo avanti e più mi rendevo conto che quella non ero io, non era la mia voce. 
Scrivere questo romanzo mi ha fatto crescere come scrittrice e questo mi rallegra davvero molto. E' stato stancante, ma devo riconoscere che è stato appagante. 

Cristina

Ad un certo punto la storia viene intervallata da dei racconti, che spezzano la narrazione. Come e dove hai trovato la storia della Donna Bufalo e del Re Leone?

Susana

Quelle che sembrano storie sconnesse, quasi senza alcun senso, in realtà sono utilissime per la comprensione della mia storia. Questi racconti sono frutti di una sorprendente scoperta, che ancora oggi non vengono studiati e conosciuti: storie fantastiche che raccontano il reale, nate dal passaparola tra i secoli, che ha permesso alla storia di questo impero africano di sopravvivere. E come succede nei thriller, l'intermezzo di queste storie offre ulteriori pezzi per completare il puzzle generale che è la storia nella sua interezza. 

Lewis

Prima hai detto che ad un certo punto della stesura sei tornata indietro perché avevi trovato una nuova voce narrativa, e quindi ero curioso di chiederti se a cambiare, rispetto all'idea iniziale, fossero state anche le tue protagoniste.

Susana

In realtà non sono cambiate molto. A cambiare è stato il mio stile di scrittura. Sapevo come sarebbe andata avanti la storia e come sarebbero cresciute le protagoniste, perché penso che per un thriller una cosa molto importante sia conoscere l'andamento della storia e la sua struttura, per poter piazzare bene gli indizi e portare, passo dopo passo, il lettore alla soluzione. Certo, posso lasciare liberi i protagonisti secondari, farli crescere inaspettatamente, ma non posso permettermi la stessa libertà con i principali.

Cristina

Sin da subito introduci il tema della religione e tutto quello che comporta. Come mai questo elemento è così vivo all'interno della storia?

Susana

Perché all'epoca la chiesa era davvero ossessionata dagli eretici e dalla stregoneria. Leggendo i testi dell'epoca si poteva percepire tutta la paura del popolo. Pensate addirittura alla Madre Santa Teresa che era stata due volte processata. Se persino lei poteva essere accusata di stregoneria, nessuno era veramente al sicuro. Per me era importante raccontare anche questo aspetto oscuro della Spagna.



Tornare a leggere le parole di Susana, dopo qualche giorno, rende la lettura del romanzo (quasi finito per me) ancora più eccitante e spero che per voi possa essere un buon motivo che vi spinga alla lettura di questo thriller storico davvero intrigante!
See you soon! -Lewis

1580: Morte a Siviglia

  • Autore:Susana Martin Gijon
  • Editore:Ponte alle Grazie
  • Genere:Thriller Storico
  • Pagine:515 pp
  • Uscita:28 Maggio 2024
  • Prezzo:€ 18,90
  • Nazionalità:Spagnola


TRAMA

Anno del Signore 1580. Siviglia è una delle più ricche e fiorenti città d’Europa. Dal suo porto sta per salpare la flotta delle Indie: dovrà riportare alla Corona spagnola parte di quei tesori del Nuovo Mondo che la stanno facendo grande. Ma l’orrore è in agguato. Sulla polena della nave da guerra che guiderà la spedizione appare la pelle di un volto di donna, scuoiato, dai capelli rossi... Il crimine è raccapricciante, ma più nefasto ancora è il presagio che la superstizione dei marinai riconosce nella cruenta insegna. A cercare con tenacia la verità è Damiana, prostituta mulatta della Babilonia, una delle più rinomate case di tolleranza della città, collega della vittima. Damiana ignora però di essere molto più coinvolta di quanto creda, e la sua decisione di cercare aiuto presso l’amica d’infanzia Carlina, ora suor Catalina, carmelitana scalza, avrà nuove terribili conseguenze. Susana Martín Gijón ha conquistato la Spagna con questo noir storico dallo strepitoso successo. Personaggi riuscitissimi, un intrigo affascinante capace di sorprendere più volte il lettore, un’ambientazione studiata fin nei dettagli, che ci trasporta in una metropoli di quattro secoli fa, fra ricchi palazzi, vicoli oscuri, postriboli, un porto in cui tutti i mondi si incrociano. Il meglio del romanzo storico e il meglio del noir mediterraneo uniti in un libro stupefacente, in grado di ipnotizzare il lettore dalla prima all’ultima pagina.

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