ARSA RACCONTATA DAI SUOI PROTAGONISTI
Esce proprio domani la pellicola dei Masbedo, una storia molto introspettiva che ha tanto da raccontare e che ci catapulta su una Stromboli onirica. Per saperne di più sul film e sul suo cast oggi lascio parlare i due protagonisti Gala Martinucci (Arsa) e Jacopo Olmo Antinori (Andrea) che ho incontrato qualche settimana fa a Milano!
my point of view
Ciao Gala, è un piacere conoscerti! Hai recitato nei panni di Arsa, nel nuovo film dei Masbedo e mi sorge spontaneo chiederti com'è stato il tuo approdo a questo film? Quali sono stati i tuoi primi passi nei panni di Arsa?
Ricordo ancora la primissima ripresa in piscina a Roma, era Marzo. Subito dopo, a Maggio, avevamo deciso di iniziare le prime riprese sull'isola, per circa una settimana, ma poi è stato spostato tutto il vero lavoro di girato tra Luglio e Ottobre. La prima settimana di Maggio ovviamente non ero ancora così in affinità con il mio personaggio e l'isola, ma con i registi avevo già un rapporto di fiducia, avendoci lavorato insieme in passato, e ad ogni ciak questo rapporto è andato ad intensificarsi sempre di più. Passare poi due mesi sull'isola, tra Luglio e Settembre, mi ha portata a sviluppare maggiormente il personaggio, fino ad arrivare a sentirmi proprio come Arsa, a sentirla mia.
Mi sento molto simile ad Arsa, con lei condivido il suo legame con la natura, avendo da sempre vissuto tra isola e città. Per me il mare, ad esempio, è un elemento importantissimo, soprattutto nella mia vita. Sotto quell'aspetto mi sento molto connessa a lei.
Anche nel rapporto con lo smartphone un po' mi ci ritrovo: ma se io ce l'ho e lo uso poco, lei invece non l'ha mai voluto accettare davvero.
Dalla visione del film mi è parso chiaro che il personaggio di Arsa ti calza a pennello, ma com'è stato per te entrare in empatia con il personaggio?
Sicuramente ha aiutato una certa routine. Prima di andare sul set la mattina cercavo sempre di avere un'ora di solitudine, nella quale andare in giro per l'isola con gli abiti di Arsa. Stare sola sulla spiaggia, lontano da tutto e tutti, mi ha aiutato davvero molto a capirla e ad entrarci in sintonia. Quando tornavo a casa poi, a riprese finite, mi sembrava quasi come se si fosse spezzato un incantesimo, perché di colpo tornavo a vivere i miei sogni, a risentirmi me stessa e quindi ogni giorno sfruttavo questo stratagemma per ritornare Arsa.
Quando poi sei in un posto così forte come Stromboli, l'energia dell'isola aiuta, soprattutto se sei una persona molto sensibile che riesce a connettersi con la natura ed il mare.
Quando Arsa incontra Andrea e gli altri il suo equilibrio viene meno, la sua vita subisce uno scossone e la quotidianità immancabilmente muta. Com'è stato il vostro incontro sul set?
Come dicevo io avevo già iniziato a Maggio, ma ero sola, mentre loro sono arrivati soltanto a fine luglio, per circa una settimana, per poi tornare a settembre, ed è in quel momento che è iniziato la nostra complicità. Come dicevo però subito dopo il set sentivo il bisogno di distaccarmi da tutti, tornare a casa e non uscire, a differenza degli altri, proprio per non sfuggire dal personaggio e allo stesso tempo riposare, perché vi assicuro che le giornate erano piuttosto faticose, tra il sole cocente e l'acqua in cui immergermi.
Per quel che abbiamo potuto devo dire che abbiamo creato un gran bel rapporto, che penso si veda anche sullo schermo.
Questo film tocca tematiche molto forti, come la perdita o la riscoperta di se stessi. Sono avvenuti anche in te cambiamenti simili a quelli di Arsa? E cosa, in particolar modo, questo personaggio ti ha lasciato?
Sicuramente mi ha lasciato quella sua sensibilità verso gli altri. Arsa è una ragazza sensibile che la porta a selezionare le persone. Non è una matta che sta su un'isola tutta sola e che vuole distaccarsi dal mondo perché proprio non gli piace. Semplicemente è molto scrupolosa su chi avere intorno. E' una persona molto sensibile e lo si vede perché entra subito in contatto con i bambini e ha un'ipersensibilità per i più piccoli e gli animali. Quell'aspetto un po' mi apparteneva, ma ora si è intensificato.
Anche l'isola gioca un ruolo importantissimo all'interno del film, al punto da ricoprire il ruolo di co-protagonista. Quanto è stato importante per te girare questo film sull'isola? E quanto pensi sia stato importante girare a Stromboli?
Be' siamo su un vulcano attivo e questa situazione immancabilmente ti influenza, perché alla fine è comunque un luogo sacro. Quello lo senti tantissimo, soprattutto quando arrivi sull'isola. L'isola rende molto emotivi e per questo non è proprio alla portata di tutti. Va affrontata in un certo modo e un certo spirito e ovviamente ci deve essere rispetto verso la natura, basta pensare ai rumori dei canneti o delle caprette ad esempio, che rendono molto selvaggia l'isola, anche dal punto di vista sonoro.
Dopo aver salutato Gala passo il testimone a Jacopo, che nella pellicola interpreta Andrea. Ciao Jacopo, il tuo personaggio, Andrea, è un personaggio con tante sfaccettature diverse, un personaggio che ha tanto da dare tanto alla protagonista quanto allo spettatore. Ma cosa ha lasciato a te?
Le immersioni subacquee! Erano una cosa che non avevo mai fatto e pensate che in alcune riprese subacquee sono proprio io quello nella muta. Per me è stata una vera sfida, anche perché mi ha dato un po' di claustrofobia scendere al di sotto dei due metri e mi ha fatto capire che non è proprio una cosa che fa per me. Sicuramente è la sfida più grossa…No dai, scherzi a parte, quello che mi porto dietro oggi è l'accoppiata tra il tema del lutto e una conflittualità così accesa con la figura paterna, che da un lato è stata una sfida, ma è stato allo stesso tempo anche un aspetto interessante da esplorare, che non necessariamente mi appartiene, o almeno non in quel modo. Chiaramente una certa sensibilità di fondo insita in questo personaggio è più vicina alla natura di una persona come me, che fa questo lavoro, però metterei l'accento su quei due punti. C'è una scena del film in cui Andrea svela di aver provato vergogna per suo padre, che è una cosa molto forte che io non avevo mai avuto modo di provare o pensare, perché da sempre ho avuto un rapporto positivo con mio padre, che da sempre è una mia figura di riferimento che ammiro molto. Esplorare questo percorso di pensiero che porta a provare quei sentimenti verso una persona che dovrebbe essere un punto di riferimento, mi ha permesso di mettermi in una posizione diversa e di scoprire un aspetto della realtà che non avevo mai considerato. Questo è uno dei benefici dati dal mio lavoro.
Nella pellicola Andrea deve confrontarsi sia con Arsa che con un altro grande personaggio che ha gran peso nella scena: l'isola. Sia dal punto di vista visivo che sonoro l'Isola cattura l'attenzione e dona emozioni. Com'è stato il tuo "sbarco" sull'isola e come sono state le tue riprese a Stromboli?
E' interessante che Stromboli risulti essere una delle protagoniste del film, perché non lo è dichiaratamente. Il film infatti non racconta e non dice che Arsa vive necessariamente a Stromboli o che gli altri ragazzi vadano lì, eppure la personalità e la forza di quest'isola è talmente tanto forte che straborda ed entra, proprio come una protagonista, nel film. Io ho l'immensa fortuna di avere un rapporto più che positivo con Stromboli: prima di fare questo film mi era capitato di andarci nel 2019 sempre per questioni di lavoro (uno spettacolo). Per me è una vera e propria storia d'amore il rapporto che ho con l'isola, che è un luogo meraviglioso e stupefacente.
Per me quindi è stato un ritorno, è stato come "ritrovare una vecchia amante di giovinezza". E' un posto meraviglioso che mi auguro di poter visitare di nuovo e che spero possiate anche tutti voi visitare e conoscere, almeno una volta nella vita.
Tra l'altro è un posto che va proprio protetto, che va preservato. E' un luogo di cui noi abbiamo il dovere di prenderci cura.
All'arrivo di Andrea sull'isola l'equilibrio di Arsa viene meno. Il loro incontro smuove la sua quotidianità e genera cambiamenti. Com'è stato invece per voi due, te e Gala, il primo incontro sull'isola?
E' stato tutto molto veloce! Io, Luca e Giovanni non abbiamo avuto modo e tempo per fare una vera e propria preparazione. E' successo tutto velocemente. Nel giro di poche settimane mi sono ritrovato sbarcato a Stromboli e quindi il mio primo incontro con Gala è stato, in un certo senso, come quello di Andrea e Arsa. Prima del nostro arrivo la produzione aveva già girato delle scene con Gala, qualche settimana prima, quindi in qualche modo lei era già l'Arsa di Stromboli; era già dentro il film, dentro casa, ed aveva già un certo legame con la troupe e l'isola. Il nostro arrivo ha quindi smosso le acque. Nonostante questo il nostro è stato un rapporto positivo e piacevole, in linea con i nostri personaggi e quello che il film voleva raccontare.
Quanto il personaggio di Andrea e la storia di Arsa ti hanno cambiato? Cosa hanno lasciato a te come attore e come persona?
Mentre mi chiedevi questa cosa pensavo ad una vecchia intervista di Michelangelo Antonioni, in cui diceva: "quando noi facciamo un film ci portiamo dietro i problemi e le questioni della nostra vita e il film è fatto anche di quello". Forse potrà sembrare banale, ma lo trovo anche molto vero, perché per me è difficile operare una separazione distinta e netta tra la mia vita professionale e quella privata. Da quando ho la fortuna di fare questo mestiere ogni volta ci porto anche, immancabilmente, le problematiche che sto affrontando in quel momento. In questo caso per me è stato un momento trasformativo; venivo da un periodo per me difficile e fare questo film è stata un'immensa iniezione di fiducia, che mi ha catapultato in una fase successiva della mia vita. Ha avuto una funzione rigenerativa, che è un po' quello che fa l'isola di Stromboli ed è anche quello che dovrebbe fare sempre il cinema, quando andiamo al cinema. E' una sorta di terapia delle immagini, che ti rifocilla, se va tutto bene. Ecco, fare un film per me è questa esperienza portata al massimo.
In conclusione volevo chiederti "perché il pubblico dovrebbe andare al cinema per Arsa?". Ti va di darci dei buoni motivi?
Il primo grande motivo è perché questo è un film diverso, con la D maiuscola. E' un film che ha avuto la fortuna di aver avuto una storia produttiva che lo rende molto alieno rispetto alla normalità del cinema in Italia. Sembrerà una frase fatta, ma è fuori dagli schemi! Vale la pena vedere questo film per la libertà che ha nei confronti della propria forma. Sono certo che ci saranno persone che lo apprezzeranno e altre che avranno più difficoltà a capirlo, perché potrebbe sembrare difficile da penetrare nel suo significato, però penso che abbiamo davvero bisogno di un film diverso, non così facile da leggere come la televisione e il cinema italiano ai quali ci siamo abituati nell'ultimo periodo. Ultimamente si è un po' persa quella magia degli strati, che in questo film è invece presente. E' un film che non necessariamente ti prende per mano per dirti una cosa precisa e molto chiara, facile da capire, ma se vuoi ti prende in braccio per portarti in un posto che non conosci. Questa è una bellissima esperienza. Il motivo che mi sento di dire è proprio questo. In breve poi è come fare un viaggio in un posto esotico.
ARSA
- Regia:Masbedo
- Genere:Drammatico
- Durata:96 Min
- Uscita:24 Aprile 2025 pp
- Distribuzione:Fandango
- Nazionalità:Italiana
TRAMA
Arsa ha circa diciotto anni, è bella, chiusa e selvatica. Vive da sola in una capsula fatiscente che guarda sul mare, da qualche parte lungo il perimetro di un’isola. In questo paesaggio si muove sicura, è qui che ha costruito il suo mondo sospeso. Il canneto è la soglia tra il suo spazio di solitudine e la vita sociale dei turisti che osserva a distanza. Un giorno arrivano sull’isola tre ragazzi in vacanza che prendono una casetta in affitto. All’improvviso il mondo di Arsa viene invaso, Andrea, uno dei ragazzi, soggiogato dalla figura enigmatica di Arsa, tenta di migrare nel suo mondo e scopre il suo desiderio sconvolgente...
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