LO SPARTITO DELLA VITA
Esce l'11 Settembre 2025, ma oggi è il giorno giusto per iniziare a parlare di Lo spartito della vita un film di Matthias Glasner.
Orso d' Argento Migliore Sceneggiatura, Miglior Film Giuria Lettori Morgenpost Readers, Miglior Film Cinema Tedeschi d'Essai alla 74° Berlinale, eletto Miglior Film Tedesco del 2024, Miglior Attrice Protagonista (Corinna Harfouch), Miglior Attore Non Protagonista (Hans-Uwe Bauer) Miglior Colonna Sonora (Lorenz Dangel) il travolgente, spiazzante ed emozionante film di Matthias Glasner finalmente arriva in Italia giovedi 11 settembre 2025 distribuito da Satine Cult, il label Satine Film dedicato alle voci più audaci, coraggiose e originali del cinema contemporaneo.
Unendo riferimenti fortemente autobiografici a momenti di finzione, il regista Matthias Glasner osa scardinare il tabù più inviolabile: quello dell’affetto che, per convenzione, si attribuisce ai legami familiari. Mettendo a nudo con la sua analisi sottile e affilata sentimenti e pensieri intimi dei protagonisti attraverso il punto di vista di ognuno, riesce a trasformare una storia privata in un racconto universale che, con coraggio, affronta i grandi temi dell’esistenza.
Dramma e commedia, humour e austerità, grottesco e sublime si mescolano e si fondono in un’unica musica, uno spartito dirompente e trascinante, denso e spiazzante, imprevedibile ed emozionante proprio come lo spartito delle nostre vite.
SINOSSI
I “Lunies” non sono più una famiglia da molto tempo. Fino ad allora autonomi e indipendenti, Lissy e Gerd, che vivono in una cittadina nel nord della Germania, si trovano in una fase critica della propria vita. Gerd, affetto da demenza, sfugge al controllo di Lissy ed è per lei sempre più ingestibile. A sua volta Lissy, un tempo solida e forte, inizia a mostrare segni di fragilità fisica ed emotiva. La coppia ha due figli, Tom e Ellen, molto impegnati con le proprie vite, anch’esse complicate. Tom, direttore d’orchestra, è alle prese con la direzione di "Sterben" un brano composto da un amico difficile da gestire e, al contempo, è in attesa di diventare "padre" della figlia dell’ex compagna. Ellen invece, che lavora come assistente in uno studio dentistico, cerca di dare pace alla propria vita instabile e tormentata iniziando una relazione con un medico sposato con cui condivide la passione per l’ alcool. È questo il momento in cui Lissy e Gerd avrebbero più bisogno dei propri figli : la loro precaria situazione di salute potrebbe essere l’occasione per un riavvicinamento catartico e per rivelare quelle emozioni e confronto sincero che il tempo ha nascosto con implacabile freddezza e che ora il poco tempo a disposizione potrebbe finalmente portare alla luce. Ma antiche incomprensioni e segreti inespressi affiorano con prepotenza, rendendo la riconciliazione sempre più difficile.
NOTE DALLA REGIA
Sono seduto in un bar, a pochi passi dal nostro appartamento. La mia prima figlia,appena nata, aspetta che la spinga attraverso il parco perché possa finalmenteaddormentarsi. Vorrei dormire anch'io, ma non ci riesco. Guardo fuori dalla fine-stra, verso la strada, Schönhauser e Danziger.E vedo i fantasmi dei miei genitori, che non sono mai stati qui, in piedi in mezzo altraffico. Sono morti di recente, uno dopo l'altro, dopo un lungo periodo di soffe-renza. Voglio finalmente avvicinarmi a loro, cosa che non sono mai riuscito a faredurante la loro vita. E l'unico modo per avvicinarmi a qualcosa o a qualcuno è difarne un film.Così inizio a scrivere, nel rumore delle macchine del caffè, in questo luogo desola-to. Scrivo qui per qualche ora al giorno per qualche settimana a seguire. All'iniziosolo dei miei genitori, poi mi rendo conto che non funzionerà se non ci sono an-ch’io. Così scrivo anche di me. E poi improvvisamente di tutto. Di tutta la mia vita,come la conoscevo prima di trovare una nuova famiglia.È un esperimento: è possibile fare un film come approccio a se stessi, contro ogniregola drammaturgica? Un film che non vuole essere un "prodotto" o un "contenu-to"? Un film che non conosce se stesso, che consiste di pura atmosfera, che rima-ne nell'approssimativo? Un film che non vuole dimostrare nulla, non pretendenemmeno di affermare nulla. Mi viene in mente la serie "Seinfeld", che amavo mol-to: "La serie sul nulla". Due mesi dopo, ho scritto 200 pagine in questo bar, spessostanchissimo, a volte in modo un po' maniacale.A qualcuno potrebbe interessare il finale?Il patto che ho fatto con me stesso è che andrò avanti stoicamente con questoprogetto fino a quando le circostanze non mi fermeranno. In altre parole: finchénon riuscirò a trovare i soldi per continuare. Perché i film costano sempre soldi, unsacco di soldi.
Ma nessuno mi ferma: si trovano i produttori, si trovano i soldi. Gli attori vogliono in-terpretare mia madre, mio padre, me e tutti gli altri personaggi che sono unamalgama di vita vissuta e libera immaginazione, perché anche questo fa partedi me; le mie fantasie e le mie paure che nascono dal confronto con il mondoche non capisco.Giriamo quasi come sonnambuli. Ci incontriamo la mattina e iniziamo così, senzaprove, sopprimendo ogni possibile dubbio, "senza speranza, senza paura", comediceva Caravaggio, semplicemente andando avanti.Alla ricerca della magia dell'attimo che l'arte ha in serbo per te se ti apri a lei sen-za forzature.E poiché non facciamo pause pranzo, mangiamo insieme ogni sera e parliamomolto, di noi stessi, gli uni degli altri e delle sfortune del tempo. E tutto questo sfocianel subconscio di questo film, che è come un organismo vivente perché non “la-voriamo" per esso, semplicemente lo VIVIAMO.Ora è finito. E lo spettatore ha l'opportunità di prendere parte a questo flusso perun po’ di tempo. Di vivere un'esperienza di vita. Magari anche di stringere qual-che amicizia per la vita. Questo sarebbe davvero bellissimo.
Matthias Glasner
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