martedì 21 febbraio 2017

Pensieri a Fumetti: Volt - Che vita di Mecha #1 di Stefano "The Sparker" Conte


Bentrovati amici di Everpop! Siete pronti a fare un salto in un fumetto davvero davvero NERD? Tenetevi pronti ad accogliere Volt!



VOLT - CHE VITA DI MECHA #1
di Stefano "The Sparker" Conte
                                                                                           

TITOLO ORIGINALE: Volt - Vita di mecha #1

EDITORE: Saldapress

GENERE: Umoristico

PAGINE: 65pp

PREZZO: 2,99€

USCITA:  27 gen 2017


TRAMA

Volt è un robot e ha un sogno: vuole diventare un fumettista. La vita è dura, però, specie se hai una madre despota dalle fattezze di Darth Vader e la vita quotidiana ti impone di trovare un lavoro. Quale lavoro? Uno dei più difficili e pericolosi in circolazione: il commesso in un negozio di fumetti. Volt dovrà imparare ad affrontare i clienti più bizzarri e le richieste più estenuanti, alternando i problemi di tutti i giorni all’impegno per raggiungere il suo sogno, passando per avventure sempre più fantastiche e surreali, destinate a diventare leggenda. VOLT - CHE VITA DI MECHA, che arriva in fumetteria dopo essere nata come autoproduzione, è una serie bimestrale divertente e originale, che farà molto parlare di sé nei prossimi mesi, grazie allo straordinario talento di Stefano ‘The Sparker’ Conte. Il mix riuscitissimo tra temi comuni a tutti i lettori di fumetto – e, più in generale, a tutti coloro che coltivano un sogno – con la cultura pop e manga, e le surreali situazioni in cui si imbatte il protagonista, rendono le storie di Volt un gioiello nel panorama del fumetto comico italiano. In appendice al primo numero le strisce di LE CINETICHE AVVENTURE DI MAGMAN, quelle di CHE VITA DI MECHA e quelle di NOI ROBOT.

MY POINT OF VIEW

Da sempre le fumetterie sono un luogo sacro per i nerd/geek/otaku del mondo, un luogo incantevole che custodisce tra le sue mura tanta tanta magia. Un luogo che però viene ignorato dal (almeno) l'80% della popolazione mondiale, e perfino dai correttori automatici che proprio non vogliono imparare questa parola (SMETTETELA DI SOTTOLINEARMELA IN ROSSO!). Finalmente dopo tanti anni, mi capita per le mani un fumetto in cui è la fumetteria stessa ad essere la protagonista, rubando il ruolo al piccolo robottino che è Volt, attorno al quale ruota questo divertentissimo fumetto.


Ci viene presentato questo giovane protagonista, un robottino con un gran sogno: quello di diventare un gran fumettista. Un sogno talmente grande da non venire nemmeno considerato dalla sua stessa Madre, rappresentata come la più potente delle fonti del male: Darth Vader. Come tutte le madri anche quella di Volt non sogna altro che veder volare il suo pulcino via dal nido...verso uno straccio di lavoro che possa renderlo indipendente (mia madre condivide lo stesso sogno da ormai quasi un anno di disoccupazione). Quel fantomatico lavoro si presenta inaspettatamente quando il giovane Volt si ritrova nella fumetteria più vicina, dove gli viene appunto offerto (e successivamente imposto) un lavoro all'interno della fumetteria "Comic Sans" (solo a scriverlo mi viene il prurito). 


Questo ovviamente è solo il prologo della storia di Volt, che inizia in stile "Papà Castoro" con Volt ormai anziano e i tre nipotini robottini pronti ad ascoltare una nuova storia, ma si dipana poi, lungo le pagine che compongono questo fumetto, in tanti diversi "capitoli" esterni alla trama principale. L'autore infatti ci mostra le disavventure del protagonista alle prese con il suo lavoro, ed i suoi clienti, in brevi siparietti divertenti, che son tutt'altro che mera fantasia; alcune tavole tratte da "Le cinetiche mangavventure di Mangaman", la grande opera a fumetti di Volt, di cui va tanto fiero; e una breve rubrica a fumetti, carica di ironia, sui robot anni 80. Insomma vi ho spoilerato il contenuto del fumetto, ma me lo perdonerete dopo averlo letto, ve lo assicuro!

Tornando al punto di partenza, all'umorismo che c'è alla base, bisogna sottolineare la bravura di Stefano Conte, sia per quanto riguarda i disegni, semplici, morbidi, puliti, ma soprattutto perfetti per una storia ironica come questa, sia per quanto riguarda la sceneggiatura stessa. E' ormai chiaro che scrivere fumetti umoristici, che sappiano far divertire, è assai difficile, perché uno può saper far ridere o no, non ci sono vie di mezzo. Stefano ci riesce, seguendo la scia ormai lasciata dall'ormai immenso Leo Ortolani, gran maestro della risata (con il suo Ratman). Volt è infatti un fumetto geniale proprio perché è capace di far ridere con pochi spunti, che sono per lo più quelli quotidiani, come lo è ad esempio la figura della mamma casalinga. L'autore riesce a far della parodia un mezzo per poter raccontare l'amore verso il fumetto, verso il lavoro del fumettista, ma soprattutto verso quel luogo che ogni giorno riesce ad incantare tutti noi, e che ahimè sta via via andando sempre più scomparendo. 

Più VOLTe riesce a strizzare l'occhio, in modo del tutto naturale, a fumetti e cartoni del passato, utilizzandoli come input per una nuova battuta, leggera ma efficace.
Leggero è anche il suo stile che genera tavole semplici ma efficaci, con un tratto cartoonesco con chiari riferimenti allo stile manga (tanto odiato dal proprietario della fumetteria). Come avevo già accennato, lo stile si adatta perfettamente alla storia, soprattutto quando si tratta di riuscir a far ridere, tramite pose ed espressioni, che risultano essere spontanee persino sul volto di un robot.


Questo è uno di quelle serie che non potete farvi scappare, soprattutto se come me amate il mondo del fumetto a 360°, e siete fieri di essere nerd! E poi a soli 3€ non potrete resistervi!
See you soon! -Lewis

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