IL MARITO DI MIO FRATELLO
Buongiorno e bentrovati amici di Everpop. In questo ultimo martedì di Ottobre a parlare sarà Met, con una nuova recensione a fumetti: Il marito di mio fratello di Gengoroh Tagame.
EDITORE: Planet Manga | GENERE: Slice of Life / LGBT
VOLUMI: 2 (Serie Conclusa) | TITOLO ORIGINALE: Otouto No Otto
USCITA: ott 2017 | PREZZO: € 14,90 | EBOOK: €
TRAMA
È il cuore e non il nostro corpo, a dirci chi siamo veramente. Da uno degli autori più celebri del mondo LGBT, una riflessione straordinaria sul vero significato dell’amore e su come, per trovare la felicità, il segreto sia vivere senza pregiudizi. Un uomo, che abita con la figlia piccola, ospiterà in casa il marito del fratello defunto…
MY POINT OF VIEW
Gengoroh Tagame è un mangaka con
una carriera trentennale sulle spalle. È considerato tra i più influenti autori
di fumetti a tema omoerotico e fino ad oggi ha prodotto solamente opere di questo
genere, tra l’altro anche particolarmente estreme dal punto di vista visivo e
narrativo. Capirete quindi che la mia curiosità per questa sua prima opera
‘casta’, Il marito di mio fratello, appunto, era a dir poco esagerata.
Mi sembrava impossibile che la sensibilità espressa finora nei suoi lavori a
sfondo erotico potesse convertirsi in qualcosa di fruibile al pubblico
generalista.
Tagame mi ha smentito e si è
invece rivendicato il ruolo di autore di fumetti a tutto tondo, confezionando
una storia adatta a tutti.
L’incipit de Il marito di mio
fratello è molto curioso: Yaichi è un padre single che vive insieme alla
figlia Kana in un appartamento nella periferia di Tokyo. La loro vita
quotidiana viene sconvolta dall’arrivo di Mike, un ragazzo canadese, il marito
del fratello di Yaichi, Ryoji. Mike è arrivato in Giappone in seguito alla
morte del marito e vuole conoscere i posti dove è vissuto per onorare la sua
memoria. Yaichi ha un atteggiamento tutt’altro che accogliente nei confronti di
Mike: fa ancora fatica ad accettare che il fratello si sia sposato con un uomo.
Attraverso semplici episodi di vita quotidiana, Tagame documenta la convivenza
tra i tre protagonisti, utilizzando Mike come strumento didattico, possiamo
dire, del mondo LGBT. Non è un caso infatti, se il punto di vista della
narrazione è quello di Yaichi: il lettore deve immedesimarsi con la sua ignoranza
in materia gay e scoprire meccanismi, glossario e stile di vita del mondo
omosessuale. Ha anche pensato, simpaticamente, di creare dei piccoli box a fine
capitolo che spiegano un determinato vocabolo dal glossario gay (tipo il
significato di Coming out o della bandiera del gay pride, ecc.).
Onestamente in certi passaggi
l’ho trovato un po’ prevedibile. Senza addentrarmi troppo in dettagli che
anticipino la trama, mi sembra che alcune situazioni siano un po’ troppo
costruite a favore di una facile morale. Si tratta comunque di un fenomeno
ristretto. D’altro canto è importante apprezzare la serietà con cui l’omofobia
e il razzismo vengono affrontati e discussi. Se escludiamo tutto il filone di
manga erotici, quindi di una ristretta nicchia, non ci sono molti manga che
trattano il tema dell’omosessualità apertamente. Questo perché in Giappone
l’argomento è una sorta di tabù: esiste ma non se ne parla esplicitamente.
Parallelamente non c’è un’omofobia di tipo violento come siamo abituati a
vedere in tantissimi Paesi occidentali (nostro compreso), ma questo è dovuto
probabilmente ad una cultura più ‘rigida’ e ossequiosa che fa dei giapponesi
uno dei popoli più rispettosi del prossimo.
L’aspetto più interessante di
questo lavoro è infatti il dipinto che fa l’autore della società giapponese nei
confronti del diverso. Tagame approfitta dello spazio di quest’opera per
parlare anche di altre tipologie di discriminazione: ad esempio la discutibile
associazione automatica tra tatuaggio e mafia. Alcuni luoghi pubblici (come la
palestra) sono negati a chi ha tatuaggi sul corpo, per il semplice fatto di
dare l’impressione di appartenere alla yakuza. Imbarazzante. Altro
aspetto degno di nota è la scarsa propensione agli abbracci, sempre in virtù di
una cultura di rispetto del prossimo, anche degli spazi fisici. Questo e altre
piccole chicche, rivelano i punti deboli della società giapponese e li ho
trovati molto interessanti.
Il tratto di Tagame è volutamente
abbondante nelle forme. Arrivato per direttissima non solo dalla vecchia scuola
ma anche da un genere così specifico come il porno, i suoi disegni sono
inevitabilmente molto occidentali e generosi nei confronti delle figure
maschili. Non mancano infatti dei (graditi) ammiccamenti verso il lettore gay,
ad esempio con scene durante la doccia di Yaichi o Mike. In linea generale il
tratto si mantiene chiaro e pulito, adatto al tipo di storia che stiamo leggendo.
Il ritmo delle storie è abbastanza preciso: le scene di vita quotidiana sono
scandite ad ogni episodio e si risolvono con linearità.
Tagame è riuscito a confezionare
una storia semplice nella forma ma profonda nelle tematiche. Il pubblico gay
sicuramente apprezzerà, per ovvi motivi, ma sono convinto che possa piacere
anche a tutto il resto del pubblico. Certo, non mi aspetto che un omofobo
compri questo volume e d’improvviso ‘guarisca’, ma per lo meno può essere una
lettura piacevole per chi vuole saperne di più sulle dinamiche del mondo LGBT.
L’edizione Panini non è niente di
eccezionale ma neppure un formato di bassa qualità. Si tratta di una tipologia
intermedia (per il tipo di carta soprattutto), a mio avviso poco adatta per
questo genere di storie, che essendo indirizzata ad un pubblico adulto,
meriterebbero un attenzione in più sulla carta e la qualità di stampa. Però ho
apprezzato l’iniziativa di accorpare due tankobon in uno solo. Aspetto con
impazienza il prossimo mese per la seconda e ultima parte!
Yatta! Alla prossima! –Met
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