giovedì 25 gennaio 2018

Libri Letture e (La) Recensione: Il bambino nel treno di Paolo Casadio

libri shoah 2018

IL BAMBINO DEL TRENO

Buongiorno e buona giornata della memoria amici di Everpop. Quest'oggi vorrei parlarvi di un romanzo a tema con questa giornata ricca di tristi eventi passati che a mio parere possiede una storia unica e carica di emotività. Oggi vi parlo di Il bambino del treno di Paolo Casadio.

IL BAMBINO DEL TRENO di Paolo Casadio
                                                                                                                  
EDITORE: Piemme | GENERE: Narrativa
PAGINE: 230pp | TITOLO ORIGINALE: Il bambino del treno
USCITA: 23 gen 2018 | PREZZO: € 17,50 | EBOOK: € 9,99
                                                                                                                  

TRAMA

Prendere la decisione, perché altre non ce ne sono: sabotare il treno, impedirne in qualsiasi modo la ripartita, poiché non esiste un loro, un suo, un mio: soltanto un nostro. Il casellante Giovanni Tini è tra i vincitori del concorso da capostazione, dopo essersi finalmente iscritto al pnf. Un'adesione tardiva, provocata più dal desiderio di migliorare lo stipendio che di condividere ideali. Ma l'avanzamento ottenuto ha il sapore della beffa, come l'uomo comprende nell'istante in cui giunge alla stazione di Fornello, nel giugno 1935, insieme alla moglie incinta e a un cane d'incerta razza; perché attorno ai binari e all'edificio che sarà biglietteria e casa non c'è nulla. Mulattiere, montagne, torrenti, castagneti e rari edifici di arenaria sperduti in quella valle appenninica: questo è ciò che il destino ha in serbo per lui. Tre mesi più tardi, in quella stessa stazione, nasce Romeo, l'unico figlio di Giovanni e Lucia, e quel luogo che ai coniugi Tini pareva così sperduto e solitario si riempie di vita. Romeo cresce così, gli orari scanditi dai radi passaggi dei convogli, i ritmi immutabili delle stagioni, i giochi con il cane Pipito, l'antica lentezza di un paese che il mondo e le nuove leggi che lo governano sembrano aver dimenticato. Una sera del dicembre 1943, però, tutto cambia, e la vita che Giovanni, Lucia e Romeo hanno conosciuto e amato viene spazzata via. Quando un convoglio diverso dagli altri cancella l'isolamento. Trasporta uomini, donne, bambini, ed è diretto in Germania. Per Giovanni è lo scontro con le scelte che ha fatto, forse con troppa leggerezza, le cui conseguenze non ha mai voluto guardare da vicino. Per Romeo è l'incontro con una realtà di cui non è in grado di concepire l'esistenza. Per entrambi, quell'unico treno tra i molti che hanno visto passare segnerà un punto di non ritorno.

MY POINT OF VIEW
                                                                       
                                                      

Devo ammettere che nonostante i 20 anni da lettore e i vari libri sulla Shoah letti, ogni volta che mi si ripresenta davanti questo tema mi assale la tristezza e la malinconia, in questi  momenti mi sento uno sconfitto, un perdente, una persona debole, pur non avendo vissuto in prima persona questi eventi. Il mio cuore, durante queste letture, mi sussurra parole coraggiose che però forse non sarei stato capace di esprimere, se davvero fossi stato in qualche modo protagonista o spettatore di quegli eventi. Stavolta però ho vissuto quegli eventi attraverso un filtro diverso, un punto di vista tutto nuovo, che è sì incredibilmente triste e tragico, ma allo stesso tempo appare avvolto anche da un'aura di dolcezza, che fino ad ora non mi era mai capitato di leggere.

La storia di Romeo Tini, protagonista indiscusso della storia, ha saputo scaldarmi il cuore sin dalle prime pagine, prima ancora che lui venisse al mondo, portandomi più e più volte a chiedermi se questo libro fosse davvero un romanzo sulla shoah. Questa storia mi ha letteralmente stravolto attraverso la quotidianità di una comunità piccina, quasi inesistente, una comunità senza un vero paese, ma con una stazione assai popolata; questa infatti non è la sola storia di Romeo, questa è anche la storia dei suoi genitori e degli abitanti di Fornello, dei suoi monti, delle mulattiere e della magnifica stazione, è la combinazione di tante vite diverse, riunite però attraverso il filo connettore del destino, un filo che sa però essere anche tanto triste e spietato, soprattutto nei confronti della vita stessa. Tante voci e tanti punti di vista, che rendono questa storia un romanzo corale a tutti gli effetti.

Tutto parte con la famiglia Tini, composta da Giovannino e Lucia. Lui un capostazione e lei una semplice massaia, con la passione per l'insegnamento, che si ritrovano da un giorno all'altro, per motivi lavorativi, in un paesello (che proprio paesello non è) nel quale il capofamiglia si troverà a dover gestire la stazione di Fornello. Ad accompagnarli c'è il fedele cane Pipito ed un minuscolo Romeo nascosto nel ventre caldo della mamma. La storia parte proprio con l'arrivo dei Tini in questo nuovo e sperduto luogo al quale si affezionano presto, seppur con qualche remora iniziale, nel quale si ritroveranno poi (tutti loro) a vivere indimenticabili avventure, destinate però ad essere un chiaro ed indelebile monito per alcuni di loro.

E' incredibile come l'autore riesca a raccontare il protagonista anche prima del suo arrivo, del suo avvento, accompagnandolo nelle tappe più importanti della sua vita, anche quando queste non lo vedono come principale protagonista. Con incredibile delicatezza e dolcezza Paolo Casadio ci racconta di un ragazzino coraggioso, sin dal suo primo vagito, che con il suo silenzio e la sua intelligenza è capace di conquistare il cuore di tutti, persino quello dei lettori. Allo stesso tempo però l'autore da il giusto spazio ai protagonisti di contorno ed in particolar modo riesce sempre a dar voce alla voce e alle pene di Papà Giovannino, che accompagna l'amato figlio attraverso questa grande avventura che è la vita.

Questo romanzo esplora, con ritmo sempre costante, un rapporto padre-figlio dal fascino ricco ma allo stesso tempo complesso, quel rapporto che è alla base stessa della storia e che attraverso esso i due protagonisti riescono a trovare il loro posto nel mondo, ma soprattutto la loro voce. Lo scambio di battute (volute e non volute) tra padre e figlio non si arresta mai, neppure alla fine, così da permettere al lettore di ammirare la storia da svariati punti di vista, che rendono l'opera completa, ma soprattutto ricca di emozioni; perché ricordiamolo, questo libro è saturo di emotività.

Mi sono intenerito leggendo questo libro, ma allo stesso tempo mi sono rattristito e ho sofferto. Alla fine però sono riuscito a cogliere l'aspetto principale del romanzo, la caratteristica che più (sin da subito) caratterizzava Romeo: il Coraggio, grazie al quale questo bambino di otto anni è riuscito in cosa che noi adulti ci sogneremmo di fare tutt'oggi. 

Ricordiamoci anche che questo è un romanzo che esplora la Storia, che ci fornisce un punto di vista su eventi che ormai conosciamo tutti benissimo. Bisogna riconoscere all'autore la bravura di aver saputo trattare un tema davvero delicato ponendolo a margine, senza però mai sminuirlo e alleggerirlo. La Storia viene qui raccontata attraverso frammenti, proprio come arriverebbe alle orecchie di chi, come Romeo e famiglia, vive in luoghi sperduti e fuori dal mondo. Allo stesso tempo però ci viene mostrata attraverso gli occhi di un bambino, attraverso la candida innocenza che contraddistingue Romeo, la quale visione del mondo viene improvvisamente distorta proprio da questi tragici e spietati eventi che hanno tinto di rosso il mondo stesso.

Un romanzo davvero bello, bisogna riconoscerlo, che però un po' il naso me l'ha fatto storcere per la sua prosa. Lo stile dell'autore mi ha fatto un tantinello saltare i nervi, soprattutto nei momenti in cui l'autore saltava da un tempo narrativo ad un altro che, devo ammetterlo, mi ha confuso non poco. La storia è davvero meravigliosa, mentre il lavoro sulla scrittura poteva (a mio umile parere) essere lavorata un po' di più.


Be' ora non posso che augurarvi buona lettura e che dire..cerchiamo di essere coraggiosi tanto quanto Romeo e di aiutare chi davvero ha bisogno del nostro aiuto, perché voltarsi e far finta che nulla stia accadendo fa molto più male di un colpo ben piazzato.
See you soon! -Lewis

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