lunedì 25 giugno 2018

Botta&Risposta: Di Libri e Oceani con Cath Crowley (Intervista)

INTERVISTA CATH CROWLEY

Buongiorno e buon lunedì amici di Everpop! Dopo la pausa della scorsa settimana torniamo a parlare di libri e lo facciamo con una dolcissima intervista a Cath Crowley, autrice di Io e te come un romanzo.

IO E TE COME UN ROMANZO di Cath Crowley
                                                                                                                  
EDITORE: DeA Planeta Libri | GENERE: Romantico
Pagine: 350 | TITOLO ORIGINALE: Words in Deep Blue
USCITA: 19 set 2017 | PREZZO: € 14,90 cad
                                                                                                                  

TRAMA
Ci sono ferite che non si rimarginano, giorni che non si dimenticano. Come quello in cui il cuore di Rachel si è spezzato per la prima volta. È una notte d’estate, e lei sta per trasferirsi dall’altra parte del Paese. Nelle ore che restano prima della partenza vuole dire addio a tutto ciò che sta lasciando: la scuola, gli amici e, più di ogni cosa, Henry Jones, il ragazzo che conosce da sempre, con cui ha condiviso le letture, i sogni, le paure e le passioni. Così, Rachel entra furtivamente nella libreria gestita dai Jones e infila una lettera tra le pagine del libro preferito di Henry. Una lettera in cui gli confessa il suo amore, un messaggio in bottiglia lanciato in un oceano di parole, a cui lui non risponderà mai. Sono passati tre anni, e quel giorno sembra appartenere a un’altra vita perché Rachel, nel frattempo, ha perso il fratello; e lei non è che l’ombra di quel che era. Il dolore la soffoca, e sembra che l’unica via d’uscita sia tornare a casa e riavvicinarsi alle cose che ama di più: la libreria e Henry. I due iniziano a lavorare fianco a fianco, circondati dai libri, confortati dalle voci senza tempo di scrittori e poeti. E, mentre tra gli scaffali impolverati si intrecciano le storie di un’intera città, Henry e Rachel si ritrovano. Perché non c’è posto migliore delle pagine di un libro per ritrovarsi. Toccante come Raccontami di un giorno perfetto, un romanzo indimenticabile che parla dell’amore in tutte le sue forme. L’amore per chi non c’è più, l’amore per chi ci ferisce e per chi ci guarisce. E poi l’amore più puro di tutti: quello per i libri.

BOTTA&RISPOSTA
                                                           

EVERPOP
Parto con una domanda che forse ti avranno posto in tanti, una domanda scontata che però sento di doverti assolutamente fare: Perché un romanzo che parla di libri? Una storia in cui i libri hanno un ruolo importante, un ruolo chiave?

CATH

Non è per niente scontata in realtà la tua domanda! Io sono una donna che solitamente si preoccupa spesso, soprattutto per quanto riguarda i propri romanzi; una cosa che solitamente mi preoccupa sono i vari ambienti e le diverse situazioni che stanno lentamente scomparendo. Uno di queste è l'importanza dei libri, che sta lentamente scomparendo, soprattutto nelle librerie, ma anche la profonda relazione che abbiamo con i libri che leggiamo e abbiamo letto. Ho pensato quindi di voler scrivere approcciando proprio questo argomento. Avevo in mente due idee, che non riuscivo a far funzionare bene insieme: una era l'idea della spiaggia e dell'oceano, mentre l'altra era quella dei negozi di libri usati. Non sapevo proprio come legare questi due aspetti, ma poi ho pensato che è la profondità il legante tra questi due elementi (il romanzo in lingua infatti si chiama Words in Deep Blue): la profondità dell'oceano e la profondità delle parole e della lettura.

EVERPOP

La domanda successiva è proprio sulla libreria, che oltre a far da sfondo alla storia dei due protagonisti si merita di diritto il ruolo di co-protagonista. Sorge spontaneo quindi chiederti qual è la tua posizione, in una società tecnologica come la nostra, nei confronti della "lotta" tra libro fisico ed ebook e tra libreria e store online.

CATH

Io in realtà seguo entrambe le correnti. Mi piace tanto avere in mano il libro fisico quando leggo, ma anche poter leggere subito il romanzo, in digitale, quando il giorno stesso d'uscita, senza dover correre subito in libreria. Però ci sono delle volte in cui è davvero molto importante avere fisicamente un libro tra le mie mani; mi è successo con il libro di Jennifer Egan "Il tempo bastardo". Con quel libro specialmente mi è sembrato importante poter sentire il peso del libro, sfogliare le pagine e passare da quelle che avevo già letto fino a quelle che ancora mi rimanevano, fino alla fine. Un'altra cosa che mi piace tanto del libro fisico è il senso di appartenenza: quel libro è mio, rimane con me, nella mia casa, nella mia libreria. Posso prestarlo a chi voglio, pensare a persone a cui potrebbe piacere. Invece mi sembra quasi che il libro digitale, dopo averlo letto, finisca su una nuvola, nel cloud, e potrebbe persino prima o poi sparire. Insomma, è sicuramente fantastico avere libri in tutte le loro forme, però prendersi il tempo di leggere la parola sulla carta stampata, secondo me ci fa sentire parte di una comunità ed è una cosa che non si può avere con gli ebook!

EVERPOP

All'interno di un libro usato poi vi si trova un doppio mondo, una doppia emozione, una doppia storia: quella di chi l'ha scritto e quella di chi l'ha letto prima di te. Riuscire a coniugare quest'altro aspetto, ponendo al centro della storia proprio una libreria dell'usato in cui si vendono libri di seconda mano "parlanti", ha reso la tua storia semplicemente unica. Com'è stato per te invece?

CATH

Grazie per i tuoi complimenti. Ti dico solo che ci ho messo sei anni a scriverlo, è stato un impegno assai grosso, al punto tale che a volte non sapevo neppure cosa scrivere e come andare avanti. Volevo riuscire proprio a trasmettere questa idea del tempo e di come esso viaggia. Sono nate proprio così le lettere e le note a margine che i protagonisti di questo libro si scambiano e si lasciano, per comunicare tra loro quello che senza di esse non sarebbero invece capaci di dire e di fare.


EVERPOP

All'interno del tuo libro persiste un costante confronto tra vecchio e nuovo, tra moderno e "vintage", come ad esempio la questione di libri e librerie, ma anche il modo di comunica tra i personaggi, che si scambiano appunto lettere e non sms o messaggini. Da dove nasce questa volontà di ritornare al "passato"?

CATH

Una delle mie idee principali per questo romanzo era proprio quella di permettere a due personaggi che non sono capaci di comunicare, di parlarsi e capirsi, di trattare argomenti profondi che di persona non riuscirebbero certo a trattare. A volte, dal vivo, non è semplice comunicare, ad esempio può capitare che dire "Ti amo" di persona non sia semplice, mentre su carta è più semplice, fa sentire liberi di dire quello che realmente si pensa. Questo è un discorso indipendente dall'età, sia quando si è adolescenti sia quando si è ormai adulti. Questa è una cosa che ho fatto mia, grazie alla vita di mio nonno, riassunta in delle lettere che lui stesso scriveva, delle lettere che contenevano cose che nessun altro membro della famiglia sapeva. In sintesi, scrivere determinate cose, entrare in profondità, permette di esprimere i propri pensieri al meglio. In un certo senso c'è una volontà, in me, di ritornare a questi vecchi metodi del passato, per poter esprimere con più sincerità quello che vorrei esprimere. 

WORDS OF BOOKS

Se dovessi lasciare un messaggio nel tuo libro, in questo momento, cosa ci scriveresti?

CATH

Scriverei che il processo di stesura di questo libro è stato assai lungo e duro. Che a metà strada ho quasi perso la fiducia, non riuscendo ad andare avanti. In quel momento mio padre si impuntò, stimolando la mia fiducia, in modo tale da infondermi la giusta energia che mi permettesse di portare a termine questo libro. A metà strada di questo percorso, mio padre è mancato e questo mi fa pensare al contenuto di questa ipotetica lettera, cioè che non si può vivere in eterno però possiamo continuare a vivere negli oggetti e nelle cose che ci sono appartenute e che lasciamo agli altri. Questo l'ho capito proprio grazie ai libri di mio padre, che ormai rappresentano la sua presenza nella mia vita, ancora oggi. 

DEVILISHLY STYLISH

Per riconnettermi alla tua risposta precedente, alla questione del lutto, mi incuriosiva sapere se la questione che ruota attorno alla morte del fratello di Rachel fosse in qualche modo anche dettata dalla morte di tuo padre, se parte del tuo libro fosse in qualche modo entrata a far parte del tuo libro.

CATH

Pensando a Rachel, mi aveva interessato tantissimo l'aspetto della sofferenza di chi perde un proprio fratello o sorella, proprio perché nei libri che avevo letto in precedenza la maggior parte dell'attenzione e dell'assistenza viene fornita ai genitori di chi viene a mancare, mentre invece il fratello o la sorella soffrono allo stesso modo, ma vengono lasciati da soli, abbandonati a se stessi ad affrontare questa sofferenza. Quando ho iniziato a scrivere quest'aspetto di Rachel non ho potuto fare a meno di chiedermi "Tu cosa faresti al suo posto? Chi saresti se perdessi tutto quello che hai?". Ho così cominciato a togliere a Rachel tutto quello a cui teneva come l'oceano e il nuovo; ciononostante però non riuscivo a mettere sulla carta questo livello di sofferenza che lei doveva vivere. Non riuscivo a capirlo e a trasmetterlo, fin quando però mio padre non è venuto a mancare. A quel punto ho cominciato a sentirlo sempre di più, anche se mi sentivo ancora scoraggiata, sentivo che la mia idea fosse banale. Non credevo certo che una lettera o una nota a margine potesse realmente aiutare una persona a superare il lutto, figurarsi se questa persona poi possa riuscire ad innamorarsi. E così, giorno dopo giorno, accoccolata nel solito bar, vedevo passare quello che poi è diventato il mio futuro marito, grazie al quale ho capito che mi sbagliavo, che anche durante il lutto è possibile trovare cose positive. Mi ha aiutato tanto anche mia madre, quando mi ha consegnato i libri di mio padre, nei quali ho ritrovato vecchi bigliettini scritti da me per lui, grazie ai quali ho capito di poter andare avanti.

EVERPOP

Hai detto che per scrivere questo romanzo ci hai messo tanto tempo e mi incuriosiva sapere quali e quanti elementi hanno subito un'evoluzione rispetto alla prima bozza e quali invece hai aggiunto di seguito.

CATH

Gran bella domanda! Ebbene, se ti dico che nel mio pc ci sono cinquanta copie diverse di questo libro, penseresti senz'altro che sia pazza! Ti posso dire che negli anni c'è sempre stato il tema della libreria, che è rimasto dalla prima all'ultima stesura. Avevo scritto questa prima scena in cui c'era un uomo che scriveva nella sua veranda una lettera a Pablo Neruda, descrivendogli nella lettera la via pessima che stava vivendo e pensava a come farla avere allo scrittore. Ciò che è inoltre rimasto, insieme alla libreria, rispetto alla bozza iniziale, è il personaggio di Rachel, mentre invece George e Martin sono arrivati in corso d'opera.

E' stato un immenso piacere poter trascorrere un pomeriggio insieme ad un'autrice così speciale come Cath, che ancora una volta (dopo la lettura del libro) è riuscita a catturarmi ed emozionarmi con le sue parole. Spero che questa intervista vi sia piaciuta e nell'augurarvi una buona lettura, concludo ringraziando l'autrice e De Agostini per questa fantastica opportunità!
See you soon! -Lewis

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