mercoledì 27 giugno 2018

Cinescopio: Favola di Sebastiano Mauri (Recensione)


FAVOLA

Buongiorno e buon mercoledì amici di Everpop! Non parlavamo di film da un po' e quindi il nostro amico Sunday è tornato per farci sapere la sua su Favola di Sebastiano Mauri.
FAVOLA
                                                                         
REGIA: Sebastiano Mauri | GENERE: Commedia

SCENEGGIATURA: Sebastiano Mauri e Filippo Timi | DURATA: 90'

PRODUZIONE: Palomar e Rai Cinema | ANNO: 2018

DISTRIBUZIONE: Nexo Digital | USCITA: 25-26-27 Giugno 2018

CAST

Mrs. Fairytale   -   Filippo Timi
Mrs. Emerald   -   Lucia Mascino
Ted Stuart   -   Luca Santagostino
Stan   -   Sergio Albelli
Mother - Piera degli Espositi


CIAK SI RECENSISCE

Da un’idea di Filippo Timi, Favola è stato per anni uno spettacolo teatrale di successo, uno spettacolo retto da tre attori - oltre Timi stesso, Lucia Mascino e Luca Santagostino - prima di fare il salto verso il grande schermo. Acquisendo un paio di novità nel cast, nelle persone di Piera Degli Esposti e Sergio Albelli, e una nuova regia in mano a Sebastiano Mauri, già compagno di Filippo Timi fuori dal set, Favola ha trovato una nuova voce e tutto il potenziale per diventare un cult.

Meno si conoscerà la trama, meglio ci si potrà godere la visione: provando a sintetizzare quanto possibile, ci mette di fronte ai sogni e ai desideri di Mrs. Fairytale, una donna per entrare nei panni della quale Timi ha affrontato per cinque settimane quattro ore di preparazione ogni giorno, seguito da make-up artists premi Oscar. Una donna abbigliata con bustino stretto e gonne ampie dai vivaci colori pastello, immagine chiara degli Stati Uniti anni Cinquanta, quelli USA in cui esplodeva il technicolor: una scelta, quella di tempo e luogo, fatta anche per esasperare la divisione maschi/femmine rievocando un periodo in cui gli uomini, al ritorno dalla guerra, ritrovavano mogli che erano state capaci di cavarsela da soli, e la società aveva così imposto un rafforzamento della divisione dei ruoli di genere, come è particolarmente evidente nelle pubblicità dell’epoca.


Parlando dell’adattamento da un medium a un altro, “la difficoltà reale”, con le parole di Santagostino, “è stata veramente di trasferire quello che avevamo fatto per tantissime repliche in teatro poi al cinema, che è totalmente un altro mezzo di comunicazione, quindi abbiamo dovuto rimpicciolire, rimpicciolire, rimpicciolire, togliere, cesellare... è stato complicato però bello perché è stata una cosa nuova”; Timi stesso ci tiene però a fare delle precisazioni: se è vero che, per alcuni versi, si è lavorato per sottrazione, dall’altro c’è stato anche un arricchimento, innanzitutto di personaggi, e poi di ambienti, nonostante un setting comunque molto teatrale e limitato, per buona parte della pellicola, all’abitazione della protagonista.

Al centro di Favola, in caso non fosse chiaro, c’è un’identità trans, ma non sarebbe corretto rinchiudere il film nella cornice di un film a tema: Mrs Fairytale è un personaggio che rifiuta chiare definizioni, composto da molteplici identità e sfuggente. Una descrizione che calzerebbe a pennello anche per la colonna sonora che accompagna la vicenda, considerato l’uso di una musica sottile e collaborativa all’immagine, che trova esplosione e metafora della storia di Fairytale stessa quando una festa anni Cinquanta viene seguita da un sottofondo metal.


Insomma, il film prova a sfuggire a un’idea di identificazione: certo, parla del mondo trans, però parla anche di emancipazione, citando Timi stesso, parla di identità sessuale, parla di liberazione, parla di donne.

“A volte, quando si pensa di avere conquistato qualcosa, arriva qualcosa di nuovo, un nuovo governo, un nuovo ministro, una nuova dichiarazione che ti sembra riportare indietro 100 anni di colpo”, ha affermato Mauri durante un Q&A: il film arriva a tempo record dopo le controverse dichiarazioni del ministro Fontana, quasi a farlo apposta, ma è proprio il fatto che questa storia fosse già stata scritta molto tempo prima a valere come segnale e come risposta, perché chiunque voglia credere che le famiglie LGBT+ non esistano potrà essere libero di farlo, ma la realtà dimostra il contrario, e le storie continuano a raccontare l’esistenza di queste verità, lo fanno da sempre, lo faranno per sempre. Si somma, in questo senso, un finale politicamente importante, che - senza spoiler - esula dai canoni comuni dei film su personaggi/coppie non tradizionali. La sequenza finale è in effetti di una bellezza e una freschezza rare, e mi ha regalato una gran voglia di riguardare il lungometraggio ancora, e ancora, e ancora.


Favola è apparso al Festival Mix milanese il 21 giugno, ed è stato distribuito al cinema per i giorni 25-26-27 giugno. Se state leggendo questo post in diretta allora avete ancora questa giornata per correre al cinema, se invece il 27 è passato, allora speriamo vivamente che possa tornare per farsi conoscere da chi ancora non l'ha visto!
Hasta pronto! -Sunday

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