INTERVISTA A ANGELO LONGONI
Buongiorno e buon giovedì con una nuova intervista che son certo vi aprirà la mente e il cuore. Oggi la parola la lasciamo ad Angelo Longoni che ci parlerà del suo L'Amore migliora la vita.
EDITORE: Giunti | GENERE: Narrativa
Pagine: 304 pp | TITOLO ORIGINALE:
USCITA: 30 mag 2018 | PREZZO: € 14,90 | EBOOK: € 8,99
TRAMA
L'amore dovrebbe mettere tutti al riparo da ogni ingiustizia e paura ma, purtroppo, le scelte legate alla sfera affettiva sono spesso causa di meschinità e incomprensioni generate dall'ottusità di coloro che, attribuendo alle proprie convinzioni una verità assoluta, si oppongono alla molteplice vastità di idee e prerogative dell'essere umano. "L'amore migliora la vita" è una storia sulla necessità di comprendere sé stessi e le persone che più dovremmo amare; è un romanzo che racconta le miserie quotidiane che ognuno vive, subisce o fa subire. Due coppie di genitori si trovano per discutere di un problema che riguarda i propri figli maschi appena divenuti maggiorenni. All'inizio i quattro sembrano essere molto civili e dimostrano di avere a cuore solo il bene dei propri ragazzi ma, quando si tratta di discutere della loro omosessualità e della loro volontà di vivere apertamente il loro amore, le cose si complicano. Madri e padri mettono in luce tutta la loro fragilità morale, diventano violenti, paurosi, meschini, facendo emergere anche le loro difficoltà di coppia e le loro frustrazioni. Non importa quale sia la loro provenienza sociale o la loro estrazione culturale; sono tutti inadeguati a mettere mano seriamente al proprio ruolo genitoriale. Ma se gli adulti si comportano male, anche i giovani non sono da meno. Mentre i genitori sono a cena, i due ragazzi vivono una situazione nella quale l'aggressività verbale dei loro coetanei diventa violenza fisica. Picchiare un omosessuale, uno straniero o un diverso non è poi tanto differente dal parlarne con disprezzo o con derisione. Come contraltare della comicità che ridicolizza i genitori, la storia dei due giovani è carica d'azione e di pericolo. Un banale diverbio su un campo sportivo si trasforma rapidamente in un'azione violenta che ha come sfondo l'omofobia e riporterà le famiglie a riconsiderare ogni aspetto della loro vita.
BOTTA&RISPOSTA
DOMANDA
Partendo con una domanda un po' ovvia, mi piacerebbe sapere come è nato questo romanzo? Una sorta di presentazione del libro.
ANGELO
In questo romanzo si parla di un fatto di violenza che conclude il libro e che ha una gravità considerevole, parlando di persone che si sono appena affacciate sull'età adulta. Nel romanzo l'atto di violenza viene consumato e agita in un arco di tempo breve, che ha una sua evoluzione e un suo sviluppo, una sua motivazione, che è l'omofobia. L'atto violento è solo pretenzioso, perché quello che c'è sotto è soltanto l'atteggiamento omofobo dei compagni di squadra nei confronti dei due protagonisti. Allo stesso tempo però l'omofobia è anche il tema cardine che riguarda i due genitori, infatti i due ragazzi oltre a ricevere questo gesto omofobo da parte dei coetanei, sono allo stesso tempo messi sotto la lente d'ingrandimento da entrambe le famiglie, in un modo non proprio consono a dei genitori. Questi adulti si dimostrano incapaci di affrontare questa notizia, questa scelta, l'omosessualità che fa capolino nelle loro vite, con cui hanno a che fare per davvero solo quando i figli gliene parlano. Noi sappiamo che l'omofobia ha tanti modi per manifestarsi e una delle "personificazioni" più insopportabili è quella in famiglia, dove dilaga l'ipocrisia; questa è una storia d'ipocrisia, una storia che tratta diverse forme di ipocrisia che vengono perpetrate nei confronti di questi ragazzi. Quella dei genitori che in qualche modo non riescono a far fronte, nemmeno affettivamente, alla notizia di avere dei figli omosessuali, ma anche quella dei coetanei, che è molto più macroscopica ed evidente.
DOMANDA
Per collegarmi al concetto di ipocrisia, secondo te questi protagonisti sono in qualche modo lo specchio della nostra società e dell'ipocrisia che dilaga a livello politico?
ANGELO
Assolutamente! Io come la maggior parte degli italiani sono incazzatissimo per le vicissitudini che tutti stiamo vivendo. Noi siamo l'ultimo paese europeo ad aver approvato le leggi sulle unioni civili, ma questo non ci deve certo inorgoglire perché siamo arrivati buoni ultimi, ma anche perché per approvare questa legge siamo passati attraverso un flusso di ipocrisie. E' stata talmente faticosa l'approvazione di questa legge che ha manifestato tutte le ipocrisie possibili di questa società, così come difronte al "problema" dell'omofobia chi si dichiara progressista a parole, poi quando si tratta di dover prendere atto del problema nella propria famiglia, riguardandolo da vicino, ecco che improvvisamente tutto cambia, come ad esempio succede con la coppia radical-chic, che nonostante la loro cultura quando si tratta di capirci di più sulla passività o l'attività del proprio figlio, all'interno della coppia, i due padri arrivano a picchiarsi. L'ipocrisia è quindi il male di questa società e continua ad esserlo, lo vediamo tutti i giorni nei piccoli diverbi lessicali che si fanno i politici ad esempio.
DOMANDA
Rimanendo in tema, bisogna dire che il personaggio campione in ipocrisia è senza dubbio Franco, un personaggio di rara antipatia che riesce a far sembrare simpatico persino un burino arricchito come Marco, che inizialmente sembra quello più antipatico, mentre invece non è così. Partendo da questo punto volevo però chiederti perché secondo te l'omofobia è un problema principalmente maschile? Perché le donne tutto sommato sono più tolleranti nei confronti dell'omosessualità.
ANGELO
Bisogna prima di tutto aprire una parentesi e stabilire che quando si tratta della sfera affettiva/sentimentale le donne sanno sempre comportarsi meglio dell'uomo, in generale. Basti pensare che non si è mai sentito di atti di violenza omofobica perpetrati da delle donne, non succede perché la donna è costituzionalmente diversa dall'uomo. Io sono convinto che un figlio omosessuale maschio sia più difficile da accettare da parte di un padre perché questo si sente in qualche modo messo in discussione per interposta persona. La propria mascolinità latina di fronte ad un figlio maschio viene messa a dura prova. Questa è una cosa molto comica e infatti la parte che riguarda i due padri ha una buona fetta di comicità e infatti fanno un nulla per rendersi ridicoli. Pensando al libro, ad un pezzetto in particolare, mi viene spontaneo dire che il confronto tra la sessualità maschile è perenne, lo fanno i due padri quando ragionano su quale dei due figli sia quello attivo, ma lo fa anche il ragazzo violento che si mette in discussione perché uno dei due era il ragazzo della fidanzata.
DOMANDA
Il tuo è un romanzo a più voci e risulta quindi spontaneo chiedersi perché raccontare questa storia da più punti di vista? Come è stato quindi per te calarsi nei panni di ognuno di questi personaggi diversi?
ANGELO
Questa considerazione sulle voci mi fa piacere, perché è proprio una delle caratteristiche principali del romanzo perché ognuno di loro vede e si approccia il mondo e la vita affettiva in modo diverso. E' proprio la vita affettiva il termine cardine del romanzo perché questo è anche un romanzo di eterosessuali che hanno delle difficoltà profonde nell'interagire con chi gli sta accanto. I genitori di questi ragazzi sono persone provate nella loro affettività e sensibilità, hanno tutti una loro collocazione nel mondo, tranne Anna che fa la casalinga ma che comunque ha una sua connotazione da donna borghese. Era importante e necessario per me fare sentire i pensieri di tutti, farli interagire e farli vivere, in modo da far capire che il disagio affettivo-sentimentale è di tutti. I genitori non possono giudicare i figli, dall'alto del loro piedistallo, perché sono sfatti anche loro, anche loro sono vittime delle ipocrisie, così come lo sono i ragazzi, che si muovono come uno sciame impazzito che picchia a destra e sinistra, che impazzisce per un piccolo diverbio sportivo. Per me era importantissimo far parlare quindi ogni personaggio e far vivere ogni loro disagio.
DOMANDA
Parlando di cambiamenti, che all'interno del tuo libro son tanti, del cambiare idea, mi incuriosiva sapere se rispetto a una tua idea iniziale i personaggi che tu avevi tirato fuori fossero in qualche modo cambiati, nel modo di fare e di pensare.
ANGELO
In realtà sono sempre stati così come li avete conosciuti. Sono solo andato di cesello nella psicologia dei personaggi man mano che la scrivevo. Di volta in volta si approfondivano nella riflessione, però la struttura era quella. A questo proposito mi viene in mente il personaggio della ragazza, quello a cui tengo molto, lei guarda tutto con occhio giusto, è il personaggio positivo della storia, quella che deve prendere delle decisioni e prende le distanze dalla violenza, denunciandola, per pacificarsi. Sceglie la strada giusta e il modo di comportarsi giusto. Sembra un personaggio minore ma ha una sua portata narrativa importante, perché è la portatrice di positività.
DOMANDA
Per quanto riguarda l'ambito scolastico, poiché la maggior parte di questi episodi di omofobia nascono proprio tra i banchi di scuola, come ci si dovrebbe comportare secondo te?
ANGELO
C'è una sorta di analfabetismo sentimentale quando si parla di questo tema, che ci contraddistingue in ogni ora della giornata. Noi siamo bersagliati da banalità! All'interno del libro ad esempio Franco dice che per lui la musica è un sottofondo, come se per lui la musica non avesse più importanza, ma fosse semplicemente una colonna sonora un po' fastidiosa che accompagna tutti noi, in palestra, a lavoro, in macchina. L'analfabetismo emotivo è un po' la stessa cosa e ci caratterizza in tutte le ore della giornata. A scuola è anche peggio, lì ancor di più il vero nemico è la distrazione. Non c'è cosa peggiore della distrazione, quella continua e costante, quella che ha reso il nostro orizzonte più vicino lo schermo di un cellulare o di un pc. Il nostro orizzonte non è mai quello che sta succedendo e ci circonda. Nell'ambiente scolastico succede spesso di sentire continue violenze verbali che passano in sordina proprio a causa di queste distrazioni, a cui ormai siamo tutti abituati, studenti, professori e persino genitori. Il vero problema sta però nel non riuscire a capire che da un atto verbale scaturisce poi un atto di violenza.
Ringrazio Angelo per la sua disponibilità e per i suoi innumerevoli spunti di pensiero, oltre che per il bel romanzo, ma soprattutto Giunti per avermi dato la possibilità di chiacchierare con l'autore di temi importanti e attualissimi su cui tutti dovrebbero interrogarsi!
See you soon! -Lewis
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