martedì 23 ottobre 2018

Botta & Risposta: Di donne e tessuti con Cristina Caboni

INTERVISTA CRISTINA CABONI

Buongiorno Evereaders! Oggi voglio parlarvi di una delle mie autrici italiane preferite di sempre e lo voglio fare con un'intervista tutta dedicata a Cristina Caboni che ho avuto modo di rincontrare proprio ieri, in una location ricca di storie e di tessuti. Siete pronti?

BOTTA & RISPOSTA

Blogger
Sappiamo che questa storia è ispirata anche alle tue bisnonne e alla signora Petrina che ti ha fatto un dono, utile a questo romanzo. Risulta chiaro quindi chiedersi quanto metti solitamente di tuo nei romanzi che scrivi?
Cristina
Sì le mie bisnonne erano due tessitrici, ma poi pensandoci all'epoca non erano molti i lavori che una donna sarda facesse. Ma nei miei libri non c'è solo il mio vissuto, ci sono anche tanti segni, quelle cose che ti accadono improvvisamente e pur non avendo lo stesso peso per gli altri, ti segnano; a me è successo qualche anno fa quando una tessitrice mi regalò uno scapolario. Lei venne da me con questo bigliettino, insieme al quale c'era un sacchetto che profumava di elicriso e lavanda e inoltre conteneva all'interno qualcosa che scrocchiava, come dei semi, ed era inoltre ornato da un filo di seta. Aveva un non so che di misterioso e in più mi fu detto di tenerlo sempre ben nascosto, nessuno doveva sapere che lo portassi.
Anche questo mi ha aiutato alla fine, nella stesura del libro. Grazie al libro e alla ricerca che ha portato con se ho scoperto che quest'oggetto, chiamato scapolario, è un oggetto arcaico e lontano dalla nostra cultura, che alcuni di questi oggetti sono stati ritrovati in Africa. Al giorno d'oggi gli viene persino attribuito un significato religioso, ma in realtà non lo è; la religione l'ha solo fagocitato. In Africa invece aveva lo scopo di proteggere chi lo indossasse e per questo veniva nascosto all'interno dei vestiti.
Dal pane al cibo, dai dolci ai vestiti, tutto quello che ci circonda ha un significato profondo, non viene mai fatto niente per niente, e questo mi ha colpito molto al punto tale da scriverci una storia, utile a capire quanto un oggetto possa essere prezioso quando ci è tanto caro, al punto tale che puntiamo all'essenzialità.
Everpop
Nonostante la tua sia una letteratura che spazia da diversi lettori e che nonostante alcuni tendano ad indicarli come romanzi di donne e per donne, in realtà sono anche tanto letti dagli uomini. All'interno però tu parli effettivamente di donne, le celebri attraverso le meravigliose vite a cui dai forma, a cui doni una voce. Mi incuriosisce sapere come fai e com'è per te indossare ogni volta un nuovo abito, una nuova vita, diversa dalla precedente.
Cristina
Me lo chiedo anche io! Diciamo che quando inizio ad avere l'idea per un libro l'angoscia sopraggiunge, perché non so mai di preciso cosa mi diranno i personaggi, anche perché ormai i personaggi dei miei romanzi precedenti hanno detto la loro e fatto ciò che andava fatto. Alla fine, al quinto libro, un po' di fifa arriva. Però se ci si lascia trasportare dal personaggio è tutto più semplice, perché è lui che decide. E' tutto talmente naturale che anche l'angoscia poi sparisce, i timori di scrivere qualcosa di già detto svaniscono e quindi, nonostante possa capitare di inserire qualcosa di già fatto o detto, ci si ritrova davanti a qualcosa di nuovo, perché ogni personaggio ha la sua propria vita, proprio come nella vita reale.
Ciò che mi spaventa in realtà è il (ri)cadere in temi che trovo importanti e perciò delle volte taglio via tante parti.
Blogger
Nei tuoi libri precedenti ci hai insegnato tanto sui fiori, sui profumi, sui mieli; stavolta invece ci istruisci sui tessuti, con i tuoi particolari titoli di inizio capitolo, caratterizzati da una piccola spiegazione in apertura. Mi incuriosisce quindi conoscere il lavoro di ricerca che c'è stato dietro al libro e inoltre sapere quanto è stato difficile riuscire ad abbinare un tessuto al capitolo.
Cristina
La ricerca è la parte che io adoro maggiormente! Grazie ad essa è possibile scoprire tante cose che non sempre centrano con quello che stai facendo, con quello che stai scrivendo, però ti trascina: pensi di sapere tante cose, in realtà capisci di non sapere proprio niente. C'è una cosa che mi ha stupito, ma che non ho potuto riportare nel libro, ho scoperto dell'esistenza di un tessuto "fabbricato" da un ragno, una tela gialla con cui si creano vestiti preziosissimi che non possono essere lavati. Non avevo mai sentito una cosa così, ho scoperto che ci sono tante cose assurde legate a cose per noi quotidiane.
Superata la parte di studio poi però devi metterti in gioco, non puoi più stare lì e assorbire, ma devi iniziare ad aver a che fare con i personaggi e trovare il giusto equilibrio. Questo ti porta a riassumere i tuoi studi e riportarli all'interno del libro, scegliendo però solo quello che più ti ha interessato e colpito.
Blogger
Siccome ognuno dei tuoi libri è ambientato in un "mondo" diverso e particolare, quando inizi a pensare ad una nuova storia pensi prima al personaggio o al mestieri che si ritrova a fare?
Cristina
Senza dubbio al personaggio. Perché è il personaggio che decide tutto: vive in un certo modo, ha un passato, dei sogni e dei desideri, fa parte di un nucleo familiare. E' lui a decidere cosa fare, anche se la tematica va poi di pari passo; non si può scrivere un romanzo sui tessuti e i vestiti senza avere cura di conoscere l'argomento.
Il personaggio che prende la mano. Ti suggerisce il suo lavoro, le persone da cui è attratto o respinto, così come per il cibo, questo e tanto altro ti permette di costruire la storia. Questo fa parte del momento preliminare alla storia, quel momento in cui mi metto a scrivere le loro personalità, poi il resto lo fa il cuore. Però queste cose devi averle già stabilite e sistemate perché se no ti perdi.
Everpop
Storia dopo storia hai sempre dato voce a tantissimi personaggi, principali e secondari. Ci hai narratole storie delle tue protagoniste, ma hai mai pensato di rendere protagonista anche un personaggio co-primario/secondario?
Cristina
Ho questa tentazione con Monique, da Il Sentiero dei profumi. Mi sembra che sia una storia irrisolta, lasciata sospesa: Monique lascia l'Italia, parte, ma ancora tutta una serie di situazioni irrisolte. Ogni tanto la fantasia, anzi lei, mi porta da quella parte e mi suggerisce diverse cose.
Non posso escludere che un giorno quest storia diventi più importanti e assuma dei connotati più spessi e si stratifichi. Chissà, ci sarà una profumeria diversa da quella di Elena Rossini!
Blogger
Hai mai pensato di scrivere una storia dal pnto di vista maschile?
Cristina
In realtà sono stata spesso rimproverata perché le mie protagoniste sono sempre forti e sempre donne. C'è l'idea di voler scrivere un romanzo con un protagonista maschile, ma non è ancora arrivato il momento adatto, anche perché secondo me bisogna avere empatia e bisogna essere scrittori davvero capaci a dare la vita ad un personaggio maschile, perché per me risulta istintivo ritrovarmi nelle situazioni delle donne, un po' meno in quelle degli uomini e quindi dovrei fare un lavoro più approfondito e scoprire anche se mi piace. Per adesso, ad esempio, gli uomini che ho messo nei miei romanzi mi sono piaciuti, chi più e chi meno.
Mi è piaciuto molto Kyle, però Tommaso è stato il personaggio maschile con cui mi sono cimentata di più, quella con cui mi sono trovata più in sintonia, quello che forse non avrei mai voluto lasciare davvero perché secondo me lui aveva ancora tanto da dire. Lui ha la propria storia, il proprio passato, questioni da risolvere, diversamente dagli altri uomini.
Blogger
A quale delle due protagoniste di questo nuovo libro sei più legata?
Cristina
Sono maggiormente legata a Caterina. Ho pianto con e per lei. Mi chiedevo come fosse possibile che dovesse affrontare tutto quello che le capita, però allo stesso tempo di lei mi incantava la sua positività, la sua capacità i scoprire il bello e di gioire. E' per questo che le sono tanto affezionata. Poi bisogna anche dire che mi affascinano molto i personaggi meno positivi perché rimango fissa a guardarli con un certo stupore.
Everpop
A questo punto, la domanda sorge spontanea: tra le tue protagoniste qual è quella con cui vai maggiormente d'accordo, quella che più hai amato e risulta essere il tuo spirito affine?
Cristina
Clarice. E' il personaggio che più mi ha toccato, forse perché amava i libri in una maniera così disperata, ma anche questo suo riuscire a farsi fermare da niente e nessuno. Immaginiamoci questa società che ti impone di vivere in una determinata maniera, tutto è contro di te, ma lei nonostante questo ha la forza di andare avanti e di trovare la sua strada, sarà pure nei sotterranei della bottega, ma ci riesce. Quando viene rinchiusa ad esempio non si scoraggia ma inizia a sbirciare attraverso una fessura della bottega del rilegatore, dimostra di aver un grande coraggio già da quando parla senza alcuna remora con quest'uomo, senza alcun timore. Lei sa quello che vuole e non si fermerà mai.
Ogni volta che Cristina transita in qualche modo su questo blog mi ritrovo con il sorriso e quindi stavolta voglio concludere l'intervista con un ringraziamento speciale all'autrice che riesce SEMPRE a regalarmi emozioni infinite, anche solo con una chiacchierata.
See you soon! -Lewis

LA STANZA DELLA TESSITRICE

  • Autore:Autore
  • Autore:Cristina Caboni
  • Editore:Editore
  • Editore:Garzanti
  • Genere:Genere
  • Genere:Narrativa Contemporanea
  • Pagine:Pagine
  • Pagine:300pp
  • Uscita:Uscita
  • Uscita:18 Settembre 2018
  • Prezzo:Prezzo
  • Prezzo:€ 18,60
  • Nazionalità:Nazionalità
  • Nazionalità:Italiana
TRAMA
Interrogò il tessuto. E lui rispose. Vedeva il vestito nella sua mente e, come un pittore, ne definiva la struttura, il disegno e il colore. Gli abiti che Camilla rielaborava e confezionava erano creati sui sogni individuali di chi li indossava, capaci di infondere protezione, coraggio, sicurezza. Ciò che desiderava per sé stessa con tanta intensità, sapeva crearlo per gli altri.
Bellagio è il luogo dove Camilla si è rifugiata per iniziare una nuova vita. Solo qui è libera di realizzare i suoi abiti capaci di infondere coraggio, creazioni che sono ben più di qualcosa da indossare e mostrare. Ma ora è costretta ad abbandonare tutto perché Marianne, la donna che l’ha cresciuta come una madre, ha bisogno del suo sostegno. È lei a mostrarle il contenuto di un antico baule, un abito che nasconde un segreto: vicino alle cuciture interne c’è un piccolo sacchetto che custodisce una frase di augurio per una vita felice. È l’unico indizio che Marianne possiede per ritrovare la sorella. Camilla non ha mai visto nulla di simile, ma conosce la leggenda di Maribelle, una stilista che, all’epoca della seconda guerra mondiale, era famosa come «Tessitrice di sogni». Nei suoi capi erano nascosti i desideri e le speranze delle donne che li portavano. Maribelle è una figura che la affascina da sempre: si dice che sia morta nell’incendio del suo atelier parigino, circondata dalle sue creazioni. Camilla non sa quale sia il legame tra Maribelle e la sorella che Marianne vuole ritrovare. Ma sa che è disposta a fare di tutto per scoprirlo. Sente che la sua intuizione è giusta: Parigi è il luogo da dove iniziare le ricerche; stoffe, tessuti e bozzetti la strada da seguire. Una strada tortuosa, come complesso è ogni filo di una trama che viene da lontano. Perché i misteri da svelare sono a ogni angolo. Perché Maribelle ha lottato per affermare le proprie idee. Perché seguirne le orme significa per Camilla scavare dentro sé stessa, dove batte un cuore che anche l’ago più acuminato non può scalfire.

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