UN VALZER TRA GLI SCAFFALI
Buongiorno e buon mercoledì cinematografico. Oggi tocca a Sunday parlarci di Un valzer tra gli scaffali di Thomas Stuber
my point of view
Christian, Marion, Bruno: tre sono i principali punti di vista di Un valzer tra gli scaffali, tre i capitoli in cui il film si divide. Presentato al festival internazionale del cinema di Berlino e finalmente in arrivo nelle nostre sale, In den Gängen è un film fatto di silenzi interrotti solo sporadicamente dalle note di Bach e di Strauss, un film fatto di occhiate di soppiatto e di sguardi non ricambiati, un film fatto di moltissimi non detti. Prende il via durante il primo giorno di lavoro di Christian e ci racconta il suo ambientamento, ci mostra come il ragazzo diventi gradualmente parte dell’ecosistema dell’ipermercato; contemporaneamente, ci svela il suo passato attraverso piccoli suggerimenti, dettagli disseminati lungo il corso della pellicola, a partire dai tatuaggi che quotidianamente nasconde sotto l’uniforme lavorativa. Più cinema d’essai che drama rivolto al grande pubblico, Un valzer tra gli scaffali segue un protagonista introverso attraverso la ripetitività delle sequenze che caratterizzano la sua vita lavorativa, a partire della vestizione e proseguendo con i tentativi di approccio nei confronti di Marion, la ragazza del reparto dolci, ma anche con le ‘lezioni di guida’ per imparare a manovrare il muletto, compagno indispensabile della vita tra gli scaffali, sotto l’occhio vigile di Bruno, il suo caporeparto. Non mancano i momenti leggeri (“se smetto di fumare sicuro che mi viene il cancro” mi ha strappato una genuina risata, ed è impossibile non provare un certo trasporto vedendo Marion e Christian tra i surgelati), ma buona parte del film è fatta di monotone ripetizioni e di vita quotidiana.
Una fotografia che non si discosta mai dalla penombra accompagna delle riprese che, se non altro, mettono a frutto ogni possibilità nell’ipermercato dove ha luogo la maggior parte delle vicende, utilizzando ad esempio gli scaffali stessi e le corsie per dare vita a delle simmetrie di sicuro impatto. Franz Rogowski, il protagonista, ha vinto grazie a questo film un importante premio come Miglior Attore del Cinema Tedesco 2018, un traguardo non da poco, già raggiunto qualche anno prima da Peter Kurth, che qui presta il volto a Bruno; non è da meno l’interpretazione di Sandra Huller, Marion, vincitrice a sua volta di numerosi premi nell’arco della sua carriera. Ciononostante, danno vita a personaggi così veri da sembrare interpretazioni prive di sforzo… Con i pro e contro del caso. A chi ama le emozioni esagerate del cinema statunitense, potrebbero apparire piatti, quasi noiosi; agli altri potrebbero ricordare invece le performance che ha diretto Cuarón in Roma. Le quali, farei notare, hanno ottenuto un paio di importanti candidature agli Academy Awards: non un confronto da poco, insomma.
Non è un film per tutti, ma se vi sembra che possa essere adatto al vostro palato vi invito a precipitarvi al cinema a partire dal giorno di San Valentino: sarete sedotti da un valzer poetico all’interno del luogo più improbabile che possiate immaginare.
Hasta Pronto! -Sunday
UN VALZER TRA GLI SCAFFALI
- Regia:Thomas Stuber
- Distributore:Satine Film
- Genere:Commedia
- Durata :125''
- Uscita:14 Febbraio 2019
- Titolo originale:In den Gangen
- Nazionalità:Tedesca
TRAMA
Le luci di un grande supermercato alla periferia di una cittadina della Germania Est si accendono e, sulle note di Sul Bel Danubio Blu, i carrelli per la movimentazioni delle merci volteggiano come abili danzatori in un valzer tra i corridoi. Un'immagine onirica ed evocativa che sembra contrastare con la monotona quotidianita di questo luogo, popolato di gente, lavoratori o clienti, unicamente impegnata a riempire o a svuotare interi bancali di merci. Eppure, in questo microcosmo di vite scandite da una banale e impassibile regolarita, si cela una profonda umanita: storie di solitudini e malinconie, ma anche di emozioni e di complicita, animano la vita tra i corridoi creando l’ illusione, tra i lavoratori, di essere parte di un'unica, grande famiglia. Il nuovo arrivato Christian, timido e riservato scaffalista notturno, non resta insensibile a questa atmosfera e presto finisce per considerare il supermercato come fosse la sua vera casa. Ma, soprattutto, Christian non resta insensibile a lei, la Marion ai dolciumi, che lo ha folgorato al primo sguardo e che, tra un incontro e l’altro alla macchinetta del caffe, cerca teneramente di conquistare.
Considerazioni Finali
7/10
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