MARVEL TV: Presente Passato e Futuro (part 2)
Bentrovati amici di Everpop! Anche questa settimana il nostro Sunday ci parla di Serie TV Marvel!
my point of view
Ha 20 film all’attivo e altri 3 in arrivo quest’anno, ma l’Universo Cinematografico Marvel si è ampliato in molteplici direzioni attraverso le serie tv più diverse, delle quali abbiamo iniziato a parlare la scorsa settimana. Dopo aver esplorato gli alti e bassi a cui l’emittente televisiva ABC ci ha messi davanti, continuiamo a rinfrescarci la memoria ripercorrendo insieme la storia del Marvel Cinematic Universe televisivo con…
Le serie Netflix
All’inizio del 2015 la battaglia tra gli agenti dello S.H.I.E.L.D. e le teste dell’HYDRA era ormai entrata nel vivo; allo stesso tempo, seguivamo con orgoglio Margaret “Peggy” Carter mentre si faceva valere nel secondo dopoguerra. Non sapevamo, però, con quale forza saremmo stati travolti dall’uragano in arrivo.
Netflix si stava affermando come un giocatore di rilievo nel mercato mondiale attraverso show di qualità, ma dobbiamo ricordare che aveva iniziato a produrli solamente da due anni. House of Cards, Orange Is The New Black, BoJack Horseman e poco altro: titoli di qualità, ma comunque ancora pochi, insufficienti per darci delle garanzie. In Italia il servizio non era nemmeno disponibile, sarebbe arrivato solo molti mesi dopo. In più, l’apripista della collaborazione tra Marvel e Netflix sarebbe stato Daredevil, personaggio che, da un lato, poteva godere del riconoscimento del pubblico generalista, ma che dall’altro era celebre a causa di un film la cui qualità lasciava molto a desiderare. È l’8 aprile del 2015 quando la serie con protagonista Matt Murdock arriva sulla piattaforma con i suoi tredici episodi, cogliendo il mondo alla sprovvista. Attraverso toni dark molto diversi da quelli del resto del MCU, un approccio più adulto e anche più realistico, ancorato alla New York notturna più malfamata, Marvel’s Daredevil ci ha fatto innamorare di Hell’s Kitchen e ha raccolto consensi da più parti. Sommerso da recensioni positive, ha attratto a sé anche un pubblico che, di supereroi in calzamaglia, non ne voleva sapere. Charlie Cox si è imposto come un protagonista convincente, ma a rubargli la scena è uno dei migliori antagonisti all’interno dell’universo cinematografico Marvel: Wilson Fisk, interpretato dall’immenso Vincent D’Onofrio.
A novembre esce invece Jessica Jones, che ha l’arduo compito di confermare il successo del Netflixverse e, incredibilmente, ce la fa. Pur senza il clamore del suo predecessore, anche questo secondo show ottiene recensioni estremamente positive e dà il via a un passaparola che lo piazza al centro dell’attenzione mediatica per settimane. Anche in questo caso, la protagonista è un volto più o meno noto, Krysten Ritter, perfetta per il ruolo, ma a rubare la scena è il villain: Kilgrave, interpretato da David Tennant. La partnership tra Marvel e Netflix, all’alba del 2016, appare incredibilmente solida.
Anche il nuovo anno due stagioni vedono la luce: la seconda di Devil e la prima di Luke Cage. Le vicende del Diavolo di Hell’s Kitchen si confermano di qualità, ma i consensi calano drasticamente. Effettivamente, si tratta di una stagione che unisce ottimi elementi ad altri più deboli, meno efficaci. All’assenza di Fisk si somma una storyline spezzata su due fronti incapaci di dialogare tra loro, che introducono due importanti personaggi del pantheon superoistico: Elektra e il Punitore. Mentre la trama legata a Frank Castle decolla e porterà al lancio di uno spinoff con protagonista Jon Bernthal, quella legata all’antieroina interpretata da Élodie Yung non fa che azzoppare lo show. Per Marvel’s Luke Cage il discorso è invece un po’ più complesso. Il nuovo arrivato convince la critica, meritandosi review tendenzialmente favorevoli, ma il passaparola sui social sembra affievolirsi: che il pubblico stia cominciando ad accusare la stanchezza? O che il personaggio di Mike Colter, già presentato all’interno di Jessica Jones, non abbia convinto i più a seguirlo? A impreziosire questa stagione contribuisce un’ambientazione diversa: Harlem, un quartiere di New York molto più black, grazie a cui possiamo godere di una colonna sonora incredibile; anche Power Man ha a disposizione un grande attore come antagonista, il candidato agli Oscar Mahershala Ali… tuttavia non lo sfrutta con la stessa efficacia degli altri due show. Tra le critiche più comuni, si parla di un ritmo troppo lento che dà spazio alla noia. Alle porte del 2017, il futuro continua ad apparire tutto sommato roseo, ma cominciano a sorgere dei leciti dubbi sul futuro di questo microcosmo.
Netflix alza il tiro preparandosi a lanciare tre stagioni durante il nuovo anno, ma qualcosa va storto. A marzo tocca al quarto supereroe entrare in scena, tuttavia Iron Fist si rivela un buco nell’acqua. Nonostante personalmente mi senta di poterne salvare più di qualche elemento, è innegabilmente uno show più raffazzonato, messo in piedi con meno attenzione e una certa fretta, oltre che dato in mano a uno showrunner chiaramente non all’altezza: Scott Buck. Il nome vi suona famigliare? Esatto: è lo stesso individuo che ci avrebbe consegnato Inhumans. Brrr. Finn Jones è un protagonista che, se personalmente apprezzo, non ha incontrato un grande calore da parte del pubblico, e la sua meravigliosa co-protagonista Jessica Henwick (entrambi, notare, con un passato nel Trono di Spade) non è stata sufficiente a salvare la baracca.
In estate è la volta del crossover. Marvel’s The Defenders unisce i quattro eroi in un arco narrativo di otto episodi interessante ma tutt’altro che eccellente, nel quale affrontano la Mano, una pericolosa organizzazione criminale già presentata durante la seconda stagione di Daredevil e la prima di Iron Fist. Impreziosisce il cast la presenza di Sigourney Weaver che, esattamente come avvenuto in precedenza con Luke Cage, dà vita a un’antagonista alla quale la scrittura non rende giustizia. Insomma, il crossover è un esperimento riuscito a metà, accolto tiepidamente e mai più rinnovato. È l’inizio della fine.
Chiude l’annata The Punisher, che paga il prezzo della stanchezza degli spettatori: nonostante una stagione più che dignitosa – a mio avviso la migliore sin dal primo Daredevil – e sequenze ancora più crude, per non parlare della grandiosa presenza scenica di un antagonista finalmente brillante (quasi) come nel 2015, il Billy Russo di Ben Barnes, riceve un’accoglienza sì positiva ma non troppo calorosa.
Arriviamo così al 2018. Un ulteriore rialzo quantitativo ci promette quattro nuove stagioni: nell’ordine, Jessica Jones, Luke Cage, Iron Fist, Daredevil. È un anno mesto per il Netflixverse perché il grande pubblico oramai non lo tiene più in considerazione come prima. In pochi anni Netflix è cresciuto e ha ampliato immensamente la sua offerta, passando da una manciata di show a centinaia e centinaia, molto spesso di qualità. È rimasto solo lo zoccolo duro dei Marvel fans.
Ed è un peccato, perché il 2018, qualitativamente parlando, vola alto. Il problema è che anche la critica è stanca, e così non spinge questi show nel modo in cui avrebbero meritato. Tematiche ricorrenti che li accomunano, azione e scrittura di nuovo su livelli altissimi, scelte di casting che puntano su nomi un po’ meno conosciuti ma capacissimi di muoversi nei loro ruoli. Solo Daredevil, con la sua terza stagione, riceverà un’esplosione di consensi (totalmente meritati). Netflix però decide di chiuderla qui. Cancella Iron Fist prima, e poi Luke Cage. In un momento di confusione, dovuto anche a delle stagioni terminate in maniera molto più aperta che in passato, i fan si aspettano a breve l’annuncio di uno show che unisca i due personaggi: Heroes for Hire. Potenzialmente, Daughters of the Dragon. Nulla di tutto ciò, anzi: l’ascia della cancellazione precipita addirittura sul collo del Diavolo di Hell’s Kitchen.
Il 2019 si apre con la seconda stagione di The Punisher. Una stagione in cui non è chiaro cosa sia successo, perché appesantita da molti, troppi problemi. I primi tre episodi sono eccellenti, poi il vuoto. Si risolleva verso il finale, ma anche lì ci regala alcuni momenti di rara bruttezza, con problemi di montaggio, controfigure visibili ed effetti speciali di terz’ordine. Non è ancora stata annunciata la cancellazione, ma sembra l’unica via. Nei prossimi mesi sarà la volta della terza stagione di Jessica Jones, invece, per la quale possiamo solo sperare in bene. La cancellazione sembra scontata, nel bene come nel male.
Quale futuro attenderà questi personaggi?
Ne parleremo durante le prossime settimane, ma prima dobbiamo affrontare gli show young adult distribuiti da Hulu e da Freeform.
Di cosa sto parlando? Tempo al tempo!
Hasta Pronto! -Sunday
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