INTERVISTA
Buongiorno e be trovati amici di Everpop! Oggi sul blog a tenerci compagnia sono Antonio Paolacci e Paola Ronco con un'intervista su Nuvole Barocche.
botta e risposta
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Uno degli aspetti più caratteristici di questo romanzo è senza dubbio la città, che in determinate scene acquista anche il ruolo di protagonista. Quello che mi interessava sapere era quanto della vostra Genova c'è del libro e come è stato per voi gestire questa città che è allo stesso tempo ambientazione e personaggio.
Paolacci/Ronco
Noi in realtà siamo degli outsider di Genova, poiché veniamo da Torino e da Salerno. Ci siamo trovati a vivere a Genova per una serie di motivi diversi. Non è la nostra città, però l'abbiamo sempre amata, anche prima di abitarci, e infatti quando ci siamo arrivati ci siamo come trovati "a casa". Questo aspetto si è poi riversato sul nostro protagonista, che come noi viene da fuori.
Normalmente i genovesi sono molto gelosi della loro città, soltanto loro possono parlare e criticare la città ad esempio, e volevamo che lo sguardo fosse esplicitamente esterno.
Anche prima della storia avevamo sempre pensato che fosse il luogo perfetto per far muovere dei personaggi, proprio perché è molto varia, all'interno della città stessa. Questi contrasti di luci ed ombre sono assolutamente da romanzo!
Forse è per il suo aspetto spigoloso ma allo stesso tempo schietto. E' una città che si adatta ad un romanzo, soprattutto ad un genere come il nostro.
Normalmente i genovesi sono molto gelosi della loro città, soltanto loro possono parlare e criticare la città ad esempio, e volevamo che lo sguardo fosse esplicitamente esterno.
Anche prima della storia avevamo sempre pensato che fosse il luogo perfetto per far muovere dei personaggi, proprio perché è molto varia, all'interno della città stessa. Questi contrasti di luci ed ombre sono assolutamente da romanzo!
Forse è per il suo aspetto spigoloso ma allo stesso tempo schietto. E' una città che si adatta ad un romanzo, soprattutto ad un genere come il nostro.
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Nel vostro romanzo il protagonista, il commissario è omosessuale, una scelta un po' differente dal solito, ma non poi così diversa dalla realtà, infatti ormai in ogni categoria professionale ritroviamo persone dichiarate e non. Mi chiedevo, come è nato questo personaggio?
Paolacci/Ronco
Il protagonista è nato a seguito di diversi fattori. Lo abbiamo creato nel 2017 e l'anno precedente c'era stato questo dibattito sulle unioni civili, a dir poco surreale. Negli anni abbiamo conosciuto persone che lottavano per i diritti civili e ci siamo ritrovati anche ad affiancarli, e trovavo a dir poco incredibile che nel 2016 si stesse pensando se permettere o no a delle persone di sposarsi, di avere ugual diritti.
La rappresentazione di un protagonista omosessuale, in Italia, l'abbiamo visto sempre muoversi su due estremi: da un lato la macchietta, la caricatura che va contro, oppure il personaggio tormentato che si tormenta. E' questa la nostra differenza rispetto all'estero, dove non si vede il personaggio omosessuale ma l'avvocato che è sposato con un uomo, come un fatto normalissimo, qual è.
Questa prima indagine volevamo che fosse una presentazione del personaggio e volevamo quindi metterlo davanti a una aggressione omofobica, un input che potesse poi generare un conflitto interiore, una sofferenza motivata.
Nigra non ha nessun problema, i suoi tormenti interiori li ha sofferti in adolescenza e quindi non ha dubbi sulle sue scelte e su chi vuole essere. Volevamo rendere questa normalità.
Dal momento in cui è nata l'idea, sin da subito abbiamo pensato ad un personaggio omosessuale, si potrebbe dire che è stata una delle scelte iniziali. Una figura come la sua mancava nel panorama italiano prettamente poliziesco.
La rappresentazione di un protagonista omosessuale, in Italia, l'abbiamo visto sempre muoversi su due estremi: da un lato la macchietta, la caricatura che va contro, oppure il personaggio tormentato che si tormenta. E' questa la nostra differenza rispetto all'estero, dove non si vede il personaggio omosessuale ma l'avvocato che è sposato con un uomo, come un fatto normalissimo, qual è.
Questa prima indagine volevamo che fosse una presentazione del personaggio e volevamo quindi metterlo davanti a una aggressione omofobica, un input che potesse poi generare un conflitto interiore, una sofferenza motivata.
Nigra non ha nessun problema, i suoi tormenti interiori li ha sofferti in adolescenza e quindi non ha dubbi sulle sue scelte e su chi vuole essere. Volevamo rendere questa normalità.
Dal momento in cui è nata l'idea, sin da subito abbiamo pensato ad un personaggio omosessuale, si potrebbe dire che è stata una delle scelte iniziali. Una figura come la sua mancava nel panorama italiano prettamente poliziesco.
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Cosa pensate voi di Paolo Nigra?
Paolacci/Ronco
E' senza dubbio un personaggio che manca dall'immaginario,ma per noi è una persona reale a tutti gli effetti, una tipologia di persona assolutamente possibile, vera e reale, che però manca in Italia nel panorama dell'immaginario di tantissima gente. Moltissimi pensano che la figura del poliziotto omosessuale sia alquanto strana, eppure esistono, esistono eccome, perché essere omosessuale non prescinde dal fare un determinato lavoro, il proprio orientamento sessuale non incide sugli aspetti lavorativi, questo è chiaro. Di pregiudizi in Italia ce ne son ancora, anche su questo tema.
Troviamo che tra i compiti di chi racconta storie ci sia anche quello di sensibilizzare i lettori su tematiche simili.
Troviamo che tra i compiti di chi racconta storie ci sia anche quello di sensibilizzare i lettori su tematiche simili.
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Scrivere un romanzo a quattro mani, soprattutto un giallo, è una cosa piuttosto desueta in Italia, come siete finiti a scriverne uno? Come è nata questa storia divisa tra voi due?
Paolacci/Ronco
E' stata una cosa strana, nata di impulso.
Avevamo una storia breve in mente, ma a me non andava più di scrivere così avevo detto ad Antonio di scriverla lui, ma non andava avanti. Una sera poi abbiamo provato a scriverla insieme. Abbiamo poi trovato un metodo, senza cercarlo, che però funziona benissimo, per noi.
Prima facciamo una scaletta, decidiamo cosa succede in ogni capitolo, poi uno di noi inizia il capitolo che passa all'altro quando è finito, il quale poi passa alla rielaborazione e riscrittura. Facciamo tre giri a capitolo.
Iniziamo ad imbastire l'idea chiacchierando; ne parliamo ad esempio quando mangiamo, ogni momento è buono. Il primo seme di questa idea ad esempio era nato a cena con un amico, proprio durante una chiacchierata post serata. La trama è iniziata così, parlandone.
Quando siamo andati a Segrate per la prima volta a parlare con l'editore ci comunicarono tempi piuttosto lunghi di consegna. Ci siamo subito preoccupati del fatto che potesse nel frattempo uscire una storia analoga alla nostra, con un personaggio simile al nostro, soprattutto perché ci sembrava assai strano che fino ad oggi non era ancora venuto fuori un personaggio come il nostro, un commissario positivo e omosessuale.
Avevamo una storia breve in mente, ma a me non andava più di scrivere così avevo detto ad Antonio di scriverla lui, ma non andava avanti. Una sera poi abbiamo provato a scriverla insieme. Abbiamo poi trovato un metodo, senza cercarlo, che però funziona benissimo, per noi.
Prima facciamo una scaletta, decidiamo cosa succede in ogni capitolo, poi uno di noi inizia il capitolo che passa all'altro quando è finito, il quale poi passa alla rielaborazione e riscrittura. Facciamo tre giri a capitolo.
Iniziamo ad imbastire l'idea chiacchierando; ne parliamo ad esempio quando mangiamo, ogni momento è buono. Il primo seme di questa idea ad esempio era nato a cena con un amico, proprio durante una chiacchierata post serata. La trama è iniziata così, parlandone.
Quando siamo andati a Segrate per la prima volta a parlare con l'editore ci comunicarono tempi piuttosto lunghi di consegna. Ci siamo subito preoccupati del fatto che potesse nel frattempo uscire una storia analoga alla nostra, con un personaggio simile al nostro, soprattutto perché ci sembrava assai strano che fino ad oggi non era ancora venuto fuori un personaggio come il nostro, un commissario positivo e omosessuale.
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Tornando alla questione della scrittura di coppia, com'è per voi caratterizzare un personaggio a quattro mani? Vi siete mai trovati in disaccordo?
Paolacci/Ronco
In disaccordo mai. La cosa strana è che i personaggi si scrivono da soli, sembra un cliché eppure è così.
Quando abbiamo iniziato a pensare al personaggio di Rocco, avevamo pensato a un personaggio piuttosto diverso, da quello che è venuto fuori. Avevamo pensato ad una persona molto più nevrotica, un attore fatto e finito con tanto di superstizioni. Quando invece l'abbiamo fatto interagire con Nigra abbiamo capito che non era poi così, è venuto fuori un po' da solo e abbiamo preferito lasciar fare come veniva. Ci sembrava che andasse bene così.
Avevamo delle idee sui personaggi, ma alcune sono cambiate nel tempo. Anche Paolo ad esempio era un po' meno innamorato, ma poi è venuto fuori così come l'avete conosciuto.
Non sappiamo ben dire chi dei due ha inciso di più sui personaggi in realtà.
Quando abbiamo iniziato a pensare al personaggio di Rocco, avevamo pensato a un personaggio piuttosto diverso, da quello che è venuto fuori. Avevamo pensato ad una persona molto più nevrotica, un attore fatto e finito con tanto di superstizioni. Quando invece l'abbiamo fatto interagire con Nigra abbiamo capito che non era poi così, è venuto fuori un po' da solo e abbiamo preferito lasciar fare come veniva. Ci sembrava che andasse bene così.
Avevamo delle idee sui personaggi, ma alcune sono cambiate nel tempo. Anche Paolo ad esempio era un po' meno innamorato, ma poi è venuto fuori così come l'avete conosciuto.
Non sappiamo ben dire chi dei due ha inciso di più sui personaggi in realtà.
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Tra i diversi personaggi che vengono fuori nel romanzo, ce n'è uno a cui siete particolarmente legati?
Paolacci/Ronco
Senza dubbio Paolo, entrambi. Per noi ormai è un amico di famiglia, è come una sorta di zio, ci chiediamo persino cosa direbbe lui in determinate situazioni. Poi anche il primo dirigente non mi dispiace (Paola), mentre io adoro l'ispettore ipocondriaco (Antonio). Diciamo alla fine un po' tutti.
Paolo e Rocco poi rispecchiano alcune cose di noi come coppia, come si fa a non affezionarsi?
Paolo e Rocco poi rispecchiano alcune cose di noi come coppia, come si fa a non affezionarsi?
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All'interno dei ringraziamenti hai citato Lucarelli, mi veniva spontaneo chiedere quanto c'è del vostro universo letterario di riferimento all'interno del romanzo?
Paolacci/Ronco
Siamo molto affezionati a Lucarelli, perché è stato tra i primi italiani che abbiamo letto, riguardo al genere giallo. Prima c'erano stati i gialli inglesi, poi da quando è arrivato l'ispettore Coliandolo tutto è un po' cambiato.
Abbiamo voluto infatti omaggiare questo personaggio inserendolo come cameo all'interno del nostro libro. In ogni capitolo della serie infatti Nigra si ricorderà del suo collega di Bologna.
Siamo molto appassionati alla serialità, a partire da Montalbano, perché troviamo che sia molto affascinante potersi affezionare ad un personaggio, poter seguire le sue vicende, vederlo crescere e invecchiare. E' proprio una delle cose che cerchiamo all'interno dei libri che leggiamo. In un certo senso volevamo creare una sorta di universo simile.
Quando scrivi un romanzo non può non riecheggiare all'interno della testa la propria esperienza da lettore, o quelle da spettatore, infatti nel romanzo sono finite anche tutte le influenze dei telefilm, ad esempio.
E' un passo diverso rispetto ad un romanzo auto-conclusivo, è molto più appassionante, soprattutto come autore.
Abbiamo voluto infatti omaggiare questo personaggio inserendolo come cameo all'interno del nostro libro. In ogni capitolo della serie infatti Nigra si ricorderà del suo collega di Bologna.
Siamo molto appassionati alla serialità, a partire da Montalbano, perché troviamo che sia molto affascinante potersi affezionare ad un personaggio, poter seguire le sue vicende, vederlo crescere e invecchiare. E' proprio una delle cose che cerchiamo all'interno dei libri che leggiamo. In un certo senso volevamo creare una sorta di universo simile.
Quando scrivi un romanzo non può non riecheggiare all'interno della testa la propria esperienza da lettore, o quelle da spettatore, infatti nel romanzo sono finite anche tutte le influenze dei telefilm, ad esempio.
E' un passo diverso rispetto ad un romanzo auto-conclusivo, è molto più appassionante, soprattutto come autore.
See you soon! -Lewis
NUVOLE BAROCCHE
- Autori:Antonio Paolacci e Paola Ronco
- Editore:Piemme Editore
- Genere:Giallo
- Pagine:333 pp
- Uscita:29 Gennaio 2019
- Prezzo:€ 17,90
- Nazionalità:Italiana
TRAMA
È sabato mattina e Genova si sta risvegliando da una notte di tempesta gelida. La pioggia ha smesso di cadere e il vento che soffia da est inizia a diradare le nubi lasciando intravedere i colori dell'aurora. Ma non è il cielo ad attirare l'attenzione di un uomo in tenuta da jogging, quanto piuttosto un cumulo di stracci che giace sulla passeggiata a qualche decina di metri da lui. Mezz'ora dopo, il Porto Antico è invaso da poliziotti e agenti della Scientifica. Il ragazzo è riverso a terra, il volto tumefatto, indosso un cappotto rosa shocking con cui, la sera prima, non era passato inosservato alla festa che si teneva lì vicino a sostegno delle unioni civili. Si tratta di Andrea Pittaluga, studente universitario della Genova bene e nipote di un famoso architetto. Quando arriva sul posto in sella alla sua Guzzi, il vicequestore aggiunto Paolo Nigra ha già detto addio alla sua giornata di riposo e messo su la proverbiale faccia da poker che lo rende imperscrutabile anche ai suoi più stretti collaboratori. Quarant'anni, gay dichiarato, nel constatare il feroce accanimento sulla vittima Nigra fatica a non pensare a un'aggressione omofoba. Negli ultimi tempi non sono mancati episodi preoccupanti, da questo punto di vista. I primi sospettati, però, hanno un alibi e la polizia arranca nel tentativo di trovare altre piste. Nigra è a mani vuote, una condizione che non gli dà pace. Lo sa bene Rocco, il suo compagno, che ne sconta il malumore, sentendosi rinfacciare per l'ennesima volta la scelta di tenere nascosta la loro relazione. Il rischio che, questa volta, la giustizia debba rimanere senza un colpevole è reale. A meno di sospendere il giudizio e accettare il fatto che a dominare il destino degli uomini non sia altro che il caos.
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