INTERVISTA A JAY KRISTOFF
Buongiorno e buon lunedì amici di Everpop! Iniziamo questa settimana con l'intervista fatta da me e altre blogger a Jay Kristoff! Siete pronti?
Intervistando
Blogger
Partendo dall'inizio, come è nata l’idea del mondo di Nevernight e come si è sviluppata nei tre volumi?
Jay Kristoff
Tutto è iniziato con il personaggio di Mia, sicuramente i lettori si innamorano dei personaggi e non delle parole e quindi ho iniziato esplorando questo nuovo personaggio. L'ispirazione è venuta una sera, la vigilia di Capodanno, quando due mia amiche hanno iniziato a litigare su una parolaccia che in inglese inizia per "C", se fosse offensiva o meno. Rimasi volutamente fuori dalla discussione, ma ero interessato alle reazioni delle mie amiche. Ho iniziato poi subito dopo a scrivere la scena che c'è alla fine del capitolo 5 (del primo volume) dove appunto Mia e Tric discutono su questa parola. A quel punto ancora non sapevo chi fosse Mia, però sapevo che dovevo scrivere di questo personaggio.
Io sono molto appassionato di Storia Romana, mi sento addirittura un nerd su questa materia, in particolare della dinastia Giulia. Sapevo che potevo prendere ispirazione da questa Storia e in particolare dalla storia di Giulio Cesare e della sua ribellione. Mi sono sempre chiesto cosa sarebbe potuto accadere se questa ribellione non fosse andata a buon fine, cosa sarebbe accaduto alla sua famiglia e be' la risposta è appunto questa serie.
Io sono molto appassionato di Storia Romana, mi sento addirittura un nerd su questa materia, in particolare della dinastia Giulia. Sapevo che potevo prendere ispirazione da questa Storia e in particolare dalla storia di Giulio Cesare e della sua ribellione. Mi sono sempre chiesto cosa sarebbe potuto accadere se questa ribellione non fosse andata a buon fine, cosa sarebbe accaduto alla sua famiglia e be' la risposta è appunto questa serie.
Blogger
Come mai il tuo libro inizia proprio con una grossa rivelazione e cioè che alla fine la protagonista morirà?
Jay Kristoff
Sicuramente perché sono molto cattivo, ma volevo soprattutto che Mia si sviluppasse come figura leggendaria, una persona che ha vissuto la propria vita completamente nella violenza e che alla fine troverà, logicamente, il suo epilogo proprio nella violenza. Volevo creare delle aspettative nei lettori, in modo tale che sapessero da subito che questa storia sarebbe stata un viaggio finito, che avrebbe portato alla fine di questo personaggio. Inoltre questo aumenta sicuramente la curiosità del lettore che diviene entusiasta della storia, anche perché così capisce che nessun personaggio è davvero al sicuro. Tutti possono morire.
Personalmente quando leggo un libro voglio essere un po' intimorito, soprattutto dal finale, mi piace sapere che i personaggi che amo possono rischiare, mi aiuta ad accrescere la curiosità ed è proprio questo che spero sia riuscito a fare con i miei lettori.
+
Personalmente quando leggo un libro voglio essere un po' intimorito, soprattutto dal finale, mi piace sapere che i personaggi che amo possono rischiare, mi aiuta ad accrescere la curiosità ed è proprio questo che spero sia riuscito a fare con i miei lettori.
+
Blogger
Sapevi già come si sarebbe conclusa la storia di Mia dalla prima stesura del primo libro?
Jay Kristoff
No! Io penso che ci siano due tipi di scrittori: il primo è quel genere di autore che pianifica sin da subito la trama e quindi sa già come tutto andrà avanti; il secondo invece, quello a cui appartengo, è quel gruppo di scrittori che si lasciano trascinare dalla trama mentre scrivono. Sapevo però che mia sarebbe morta, prima o poi, del resto c'è scritto nella prima pagina, ma non come. Non sapevo neppure chi sarebbe stato il narratore, però avevo tre possibilità. Trovo che sia molto entusiasmante scrivere in questo modo perché sapevo che dovevo arrivare ad un finale che avevo in mente, solo che però non ne conoscevo la strada. Avevo addirittura scritto 3 finali diversi, tra cui ho scelto quello meno dark e deprimente.
Blogger
Luce e Oscurità, due realtà contrapposte che in Nevernight assumono sfumature nuove e particolari. Da dove è nata l’idea di questa battaglia ideologica?
Jay Kristoff
L'idea era un po' quella di sovvertire il classico topos letterario del confronto tra luce e oscurità, che è una lotta tipica del genere fantasy. Mia ha dei poteri legati alle ombre e si intona molto con il suo personaggio, al fatto che è una assassina, ma ho voluto mettere anche dei limiti a questi poteri che non possono funzionare sempre perché la storia è ambientata in un mondo dove in generale non c'è oscurità totale. Sapere di andare a creare un personaggio che sembra un dio era assai pericoloso, perché soltanto un altro dio come lei poteva sfidarla e quindi ho voluto porrei dei limiti ai poteri.
Solitamente la luce viene vista come qualcosa che rappresenta la bontà, qualcosa di giusto e corretto, però in ogni sistema in cui c'è un unico potere, se non c'è equilibrio si crea tirannia e quindi anche questi mondi, che sembrano perfetti perché dominati dalla luce, nascondono in realtà corruzione e un potere troppo forte. Ho per questo scisso questa dicotomia tra luce e buio, perché la vita di fatto non è o bianca o nera.
Solitamente la luce viene vista come qualcosa che rappresenta la bontà, qualcosa di giusto e corretto, però in ogni sistema in cui c'è un unico potere, se non c'è equilibrio si crea tirannia e quindi anche questi mondi, che sembrano perfetti perché dominati dalla luce, nascondono in realtà corruzione e un potere troppo forte. Ho per questo scisso questa dicotomia tra luce e buio, perché la vita di fatto non è o bianca o nera.
Blogger
A chi ti sei ispirato per creare il personaggio di Mia e cosa c’è di tuo in lei?
Jay Kristoff
In realtà non c'è una vera e propria persona, nel mondo reale, alla quale mi ispiro, anche perché quando un autore inizia a descrivere gli amici nei suoi romanzi queste amicizie sono destinate a rompersi, in particolare nei miei libri succedono delle cose terribili ai personaggi.
Mia è una somma di varie persone nella mia vita: mia madre, mia sorella, mia moglie e alcune amiche, che non sono certo delle assassine, ma c'è molto di loro in Mia.
C'è anche molto di me in Mia, in particolare è la mia versione teenager femminile. C'è molto di me in come Mia si vede all'interno del mondo, le cose che sono importanti per lei, le difficoltà che si trova ad affrontare. Lei è una dura all'esterno, ma dentro è molto più buona, sappiamo infatti che farebbe qualsiasi cosa per le persone che ama, ed io sono proprio come lei nella mia vita.
Mia è una somma di varie persone nella mia vita: mia madre, mia sorella, mia moglie e alcune amiche, che non sono certo delle assassine, ma c'è molto di loro in Mia.
C'è anche molto di me in Mia, in particolare è la mia versione teenager femminile. C'è molto di me in come Mia si vede all'interno del mondo, le cose che sono importanti per lei, le difficoltà che si trova ad affrontare. Lei è una dura all'esterno, ma dentro è molto più buona, sappiamo infatti che farebbe qualsiasi cosa per le persone che ama, ed io sono proprio come lei nella mia vita.
Blogger
In ogni volume ci mostri un volto differente di questa tua protagonista: la Mia apprendista assassina nel primo, la Mia gladiatrice nel secondo e infine la Mia eroina oscura nel terzo. Quale dei tre volti però, nonostante la crescita che il personaggio compie, è il suo vero volto?
Jay Kristoff
Ottima domanda, ma difficile! Non so se ci sia un vero volto di Mia, un suo vero volto. Sicuramente è diventata una persona migliore alla fine del terzo volume. Ha una migliore comprensione di se stessa e di cosa sia l'amore, perché in effetti nel primo libro c'è sì l'esperienza con Tric, ma non so se lei alla fine fosse davvero innamorata di lui. Nel primo libro Mia è concentrata sul suo obiettivo, non sa quale sarà l'impatto delle sue scelte, ma sa che ha una missione da compiere, e non le importa cosa succederà dopo, sa solo che dovrò raggiungere il suo obiettivo. Nel libro tre invece ha una visione più ampia della vita e del suo stare nel mondo; è una persona più equilibrata e sana, molto più del libro uno, ma non so se quello sia effettivamente il volto giusto di Mia. In ogni libro Mia deve possedere quel determinato volto e diciamo che la cosa che apprezzo di lei è che non è mai scesa a compromessi, dal primo libro è sempre stata motivata dalla vendetta e continua ad esserlo fino alla fine.
Blogger
Qual è il tuo personaggio preferito della serie, a parte Mia? E qual pensi che ti rappresenti di più?
Jay Kristoff
Il mio personaggio preferito tra i secondari è senza alcun dubbio Mercurio, perché c'è tanto di me in lui. Alla fine i due personaggi in cui ho messo parte di me sono appunto Mia e Mercurio: Mia è il mio passato, mentre Mercurio è il futuro che mi immagino. Nel terzo libro le linee iniziano ad intrecciarsi e cambia qualcosa, in quel momento subentra l'autore, molto più di prima e diventa molto più consapevole di star raccontando una storia. Diciamo che nel terzo volume c'è molto di me, rispetto ai precedenti. Ci ritrovo molto la mia relazione che ho con il mondo, per quanto riguarda la mia esperienza personale. Se volete sapere come sarà tra venti anni allora correte a scoprire Mercurio.
Blogger
L'ambientazione in un romanzo fantasy è molto importante e quella di Nevernight non fa eccezione. Quanto tempo ci è voluto e quali difficoltà hai incontrato per creare questa struttura così particolare?
Jay Kristoff
Sicuramente l'ambientazione è fondamentale. Io però sono un tipo di scrittore che costruisce storia e ambientazione strada facendo, quindi non avevo inizialmente una visione completa del mondo che stavo andando a creare. Sapevo che c'erano dei luoghi di cui volevo parlare, ma non avevo certo visitato nella mia mente tutta l'estensione dell'ambientazione.
E' un processo che segue il flusso della scrittura, sia per la trama ma anche per l'ambientazione.
Per quanto riguarda invece la struttura politico-religiosa che regola il mondo, di questo aspetto avevo una visione ben precisa, perché mi ero ispirato alla storia romana e alla sua repubblica. Lì avevo un'idea ben precisa.
Sono invidioso di quegli scrittori che sin da subito hanno chiaro quello che andranno a scrivere, a volte mi è persino capitato di cambiare strada: iniziavo dei percorsi e poi alla fine mi toccava tornare indietro, dopo essermi reso conto di aver sbagliato. Nel primo libro ho cancellato 80.000 parole, ad esempio (su 160.000).
E' un processo che segue il flusso della scrittura, sia per la trama ma anche per l'ambientazione.
Per quanto riguarda invece la struttura politico-religiosa che regola il mondo, di questo aspetto avevo una visione ben precisa, perché mi ero ispirato alla storia romana e alla sua repubblica. Lì avevo un'idea ben precisa.
Sono invidioso di quegli scrittori che sin da subito hanno chiaro quello che andranno a scrivere, a volte mi è persino capitato di cambiare strada: iniziavo dei percorsi e poi alla fine mi toccava tornare indietro, dopo essermi reso conto di aver sbagliato. Nel primo libro ho cancellato 80.000 parole, ad esempio (su 160.000).
See you soon! -Lewis
NEVERNIGHT
- Autore:Jay Kristoff
- Editore:Mondadori
- Genere:Fantasy
- Numeri Volumi:3
- Uscita:3 Settembre 2019
- Prezzo:€ 20 cad
- Titolo originale:Nevernight
- Nazionalità:Australiana
TRAMA
Destinata a distruggere imperi, Mia Corvere ha solo dieci anni quando riceve la sua prima lezione sulla morte. Sei anni dopo, la bambina cresciuta tra le ombre si avvia a mantenere la promessa che ha fatto il giorno in cui ha perso tutto. Ma le possibilità di sconfiggere nemici così potenti sono davvero esili, e Mia è costretta a trasformarsi in un'arma implacabile. Deve mettersi alla prova tra i nemici - e gli amici - più letali, e sopravvivere alla protezione di assassini, mentitori e demoni, nel cuore stesso di una setta dedita all'omicidio. La Chiesa Rossa non è una scuola come le altre, ma neanche Mia è una studentessa come le altre. Le ombre la amano. Si nutrono della sua paura.
Considerazione Trilogia
9/10
Nessun commento :
Posta un commento