THE BOX MAN
Buongiorno e buon martedì amici di Everpop! La giornata di oggi inizia con The Box Man un manga di Imiri Sakabashira.
my point of view
Sakabashira sensei non è certo uno dei nomi più conosciuti qui da noi, ma in patria si è senz'altro fatto conoscere per le sue storie psichedeliche e fuori dagli schemi, storie che non seguono un registro preciso, ma lasciano completo spazio all'ispirazione e al flusso interiore dell'autore, che da immancabilmente vita a scene surreali dove il dinamismo e il movimento se la fanno da padroni. Non è da meno (pur non avendo letto le altre opere del maestro) The Box Man, un volume unico al cui interno sono contenute tre diverse storie, diverse sia per l'evoluzione narrativa e la trama di base, sia per la lunghezza della storia, che per certi versi detta il ritmo delle storie stesse. Sembra assurdo, lo so, ma la storia più lunga tra le tre, THE BOX MAN (la storia che da appunto il titolo alla raccolta) è anche quello più scorrevole e veloce dei tre, per quanto il ritmo che contraddistingue le storie non sia poi così frenetico.
Il volume contiene al suo interno tre opere differenti che narrano tre vicende differenti, tutte però surreali, anche se per via di sviluppi differenti. Si parte però sempre da un'azione semplice, quotidiana, potremmo dire quasi banale, che è legata in qualche modo al movimento, al camminare, al vagare e allo spostarsi, da un punto all'altro, come accade ad esempio nel primo racconto con l'Uomo con la calzamaglia. L'input iniziale è semplice, come dicevo, spontaneo, ma accende poi (ben presto) la miccia per un racconto assurdamente fuori dagli schemi, un racconto (in questo caso tre) che nell'evolversi tocca picchi psichedelici e a volte anche privi di senso. Non importa però quanto sia assurda la storia e quanto abbia alla fine effettivamente senso, perché l'attenzione del lettore è completamente focalizzata sul movimento, sul continuo spostarsi della visione dell'autore, dalla sua "telecamera" (per così dire), e quindi dai suoi disegni e dalla sua interpretazione di un mondo che a quanto pare non meritava certo di restarsene in silenzio nella testa del suo creatore.
I tre racconti non sono altro che visioni surreali che mescolano generi narrativi differenti, svariati temi che hanno ben poco in comune e ispirazioni che tutti troverebbero prive di senso e forse anche un po' fuori luogo. Nonostante questo però in qualche modo, forse anche inspiegabile, l'autore riesce a far "quadrare" tutto, a rendere le sue storie interessanti, proprio grazie alle bizzarrie che le caratterizzano.
Con un registro forse un po' lugubre non mancano certo le note di inquietudine che travolgono il lettore sin dalle primissime pagine; inquietudine che si traduce e tramuta in bestie orripilanti e mostri dalle fattezze quasi spaziali, ma anche da uomini spietati e assetati di lussuria. Una vera e propria parabola della vita, dalla nascita alla morte, sviluppata da una mente senza confini che proietta le fantasie psichedeliche su una realtà quasi evanescente eppure incredibilmente reale e tangibile.
Un volume fuori dagli schemi, The Box Man, che non è affatto semplice da apprezzare, soprattutto ad una prima occhiata, che per questo va gustato lentamente, prestando la giusta attenzione ad ogni piccolo particolare. Un volume che va, a mio parere, riletto una volta finito, visto che la lettura scorre rapida, poiché priva di testi, per la gran parte del volume, a "causa" della forze e della potenza delle immagini, che riescono a comunicare un caleidoscopio di emozioni diverse ma tutte ugualmente feroci e opprimenti.
In questo volume fatto di allegorie giapponesi, a cavallo tra stili ed epoche differenti, e visioni futuristiche, sembra quasi di muoversi, costantemente, all'interno di una mostra contenente opere che rispecchiano lo stile giapponese in ogni loro forma. Una mostra a portata di mano da cui difficilmente distoglierete gli occhi.
Il volume contiene al suo interno tre opere differenti che narrano tre vicende differenti, tutte però surreali, anche se per via di sviluppi differenti. Si parte però sempre da un'azione semplice, quotidiana, potremmo dire quasi banale, che è legata in qualche modo al movimento, al camminare, al vagare e allo spostarsi, da un punto all'altro, come accade ad esempio nel primo racconto con l'Uomo con la calzamaglia. L'input iniziale è semplice, come dicevo, spontaneo, ma accende poi (ben presto) la miccia per un racconto assurdamente fuori dagli schemi, un racconto (in questo caso tre) che nell'evolversi tocca picchi psichedelici e a volte anche privi di senso. Non importa però quanto sia assurda la storia e quanto abbia alla fine effettivamente senso, perché l'attenzione del lettore è completamente focalizzata sul movimento, sul continuo spostarsi della visione dell'autore, dalla sua "telecamera" (per così dire), e quindi dai suoi disegni e dalla sua interpretazione di un mondo che a quanto pare non meritava certo di restarsene in silenzio nella testa del suo creatore.
I tre racconti non sono altro che visioni surreali che mescolano generi narrativi differenti, svariati temi che hanno ben poco in comune e ispirazioni che tutti troverebbero prive di senso e forse anche un po' fuori luogo. Nonostante questo però in qualche modo, forse anche inspiegabile, l'autore riesce a far "quadrare" tutto, a rendere le sue storie interessanti, proprio grazie alle bizzarrie che le caratterizzano.
Con un registro forse un po' lugubre non mancano certo le note di inquietudine che travolgono il lettore sin dalle primissime pagine; inquietudine che si traduce e tramuta in bestie orripilanti e mostri dalle fattezze quasi spaziali, ma anche da uomini spietati e assetati di lussuria. Una vera e propria parabola della vita, dalla nascita alla morte, sviluppata da una mente senza confini che proietta le fantasie psichedeliche su una realtà quasi evanescente eppure incredibilmente reale e tangibile.
Un volume fuori dagli schemi, The Box Man, che non è affatto semplice da apprezzare, soprattutto ad una prima occhiata, che per questo va gustato lentamente, prestando la giusta attenzione ad ogni piccolo particolare. Un volume che va, a mio parere, riletto una volta finito, visto che la lettura scorre rapida, poiché priva di testi, per la gran parte del volume, a "causa" della forze e della potenza delle immagini, che riescono a comunicare un caleidoscopio di emozioni diverse ma tutte ugualmente feroci e opprimenti.
In questo volume fatto di allegorie giapponesi, a cavallo tra stili ed epoche differenti, e visioni futuristiche, sembra quasi di muoversi, costantemente, all'interno di una mostra contenente opere che rispecchiano lo stile giapponese in ogni loro forma. Una mostra a portata di mano da cui difficilmente distoglierete gli occhi.
See you soon! -Lewis
THE BOX MAN
- Autore:Imiri Sakabashira
- Editore:Star Comics
- Genere:Seinen
- Pagine:238 pp
- Uscita:24 Dicembre 2019
- Prezzo:€ 15,00
- Titolo originale:Akataitsu Otoko
- Nazionalità:Giapponese
TRAMA
Un lisergico e psichedelico viaggio costellato di visioni surreali, fra evoluzioni pop-art e critica sociale, in compagnia di un bizzarro figuro vestito di una calzamaglia rossa e di un uomo intento a trasportare una misteriosa scatola su uno scooter. Una stupefacente e straniante parabola del tempo dell'uomo – dalla giovinezza alla vecchiaia fino alla morte.
Imiri Sakabashira può essere definito il baluardo del gekiga contemporaneo, degno erede del manifesto artistico di maestri come Yoshiharu Tsuge e Yoshihiro Tatsum.
Imiri Sakabashira può essere definito il baluardo del gekiga contemporaneo, degno erede del manifesto artistico di maestri come Yoshiharu Tsuge e Yoshihiro Tatsum.
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