QUEL CHE AFFIDIAMO AL VENTO
Buongiorno e bentrovati amici di Everpop! Oggi voglio parlarvi della mia ultima lettura del 2019, un libro letto in anteprima che ho amato e che voglio che conosciate anche voi: Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina.
my point of view
Tutti possiamo scrivere. Tutti possiamo raccontare storie. Ma sono solo in pochi quelli che davvero riescono a rendere i lettori i veri protagonisti; son pochi quelli che rendono reali, attraverso le parole su carta, tutto quello che narrano e descrivono; sono rare quelle persone capaci di portare un frammento di società in ogni parte del mondo. Quando si riesce a trovare anche solo una di queste cose, si capisce sin da subito che si è giunti ad una storia senza pari, un libro fatto di veri sentimenti e di emozioni travolgenti, che dai personaggi passano all'istante dritte nei cuori di chi legge, un po' come quando si riceve un dono inaspettato da una persona amata.
Nello scrivere questa recensione mi sento in qualche modo poetico, raffinato, dolce e delicato, proprio come le differenti sfaccettature che compongono Quel che affidiamo al vento, un romanzo fondato sulle emozioni, una storia ricca ed intensa che travolge chi legge come una ventata di aria primaverile, fatta di malinconia, tristezza, ma anche di speranza; una brezza delicata che arriva fin dritto al cuore, per smuovere, con estrema eleganza, le corde del cuore, le quali diventano immancabilmente corde di un'arpa destinata a riprodurre la stessa armonia presente all'interno del romanzo.
La storia racchiusa (come una perla rara e meravigliosa) all'interno di questo libro è una storia tratta da accadimenti reali, una storia che si sviluppa a partire da fatti realmente accaduti e luoghi esistenti, che l'autrice riesce a riversare su carta e tramuta in pura magia, un racconto poetico che sa come emozionare. Questa è la storia di due anime solitarie che hanno perso l'amore, due anime che pur avendo vissuto due vite completamente differenti si ritrovano a dover fare i conti con la tristezza, la malinconia, la solitudine, e quindi il passato, sul fianco scosceso di Kujira-yama, la Montagna della Balena, dove il mondo dei vivi "tocca" quello dei defunti, nel punto esatto dove sorge una cabina telefonica che sembra in qualche modo mettere in contatto l'altro mondo con il nostro.
Lassù, in quella cabina dove le parole trasportate dal vento ascendono al cielo, si incontrano Yui e Takeshi, giunti in quel luogo per lo stesso motivo: provare a comunicare con le persone amate che il terrificante tsunami del 2011 ha strappato dalle loro braccia e dalle loro vite. Provare perché, nonostante gli intenti, ai due non risulta certo facile dover fare i conti con il lutto e quindi con loro stessi, e tirar fuori così il coraggio e tutto il dispiacere che conservano gelosamente, proprio accanto alle figure indelebili di chi li ha lasciati.
Visita dopo visita, i due si scoprono e si avvicinano, raccontandosi, seppur con quale remora iniziale, le loro vite, le loro esperienze e quindi le loro perdite: Yui, per colpa di quelle feroci onde, ha dovuto dire addio alla madre e alla piccola figlia, ritrovate soltanto dopo strette in un abbraccio che neppure il cataclisma ha saputo separare; mente a Takeshi è stata strappata dalle mani la vita dell'amata moglie e madre di sua figlia, la stessa bambina che dalla perdita della madre ha perduto anche l'uso della parola.
Una storia toccante e triste, ma allo stesso tempo affascinante e ricca di tenerezza, che attraverso fatti realmente accaduti riesce a raccontare la forza di due persone affrante e sconfitte e la loro volontà di andare avanti nella vita, solo però dopo aver fatto i conti e affrontato quel passato tragico e straziante. Mi si è spezzato il cuore, sono rimasto senza fiato e mi sono addirittura commosso nel leggere questo libro, che ho divorato tutto d'un fiato in una sola giornata, nella quale non sono riuscito, neppure per un istante a separarmici. Arrivato alla fine mi sono sentito in qualche modo orfano di una storia che per certi versi sentivo mia, pur non avendo mai provato nulla di assolutamente e minimamente simile ai due protagonisti; una storia che però si adatta ad ogni cuore e sembra quasi cucita su misura, a prescindere dai diversi lettori.
Le tematiche affrontate sono tante e sono differenti: si parla in primo luogo di lutto e della sua difficile accettazione, del percorso che prima o poi tutti intraprendiamo quando decidiamo di andare avanti, lasciando andare chi abbiamo amato e che continuiamo ad amare, quando decidiamo di custodire gelosamente quel ricordo che porta il nome delle persone a noi care, che non sbiadirà mai dal nostro cuore. Si affronta, con coraggio, il lutto, ma anche tanti, tantissimi, legami e rapporti differenti, come quello che può esserci tra padre e figlio, tra madre e figlia, tra marito e moglie o anche solo tra amici. Il tutto attraverso quella magica e incantata cabina telefonica che rimane salda e dritta, quel porto sicuro dentro il quale tutto è possibile.
Questa storia mi ha emozionato non poco (ed è riuscita, come dicevo, a commuovermi) e proprio per questo mi sembra di non saper scegliere e trovare le parole esatte per descrivere una così bella lettura, una lettura per la quale le parole che sto tirando fuori non mi sembrano all'altezza, all'altezza di una prosa raffinata e attenta alle tematiche, all'altezza di una trama viva e reale e un talento, quello della Messina, raro e quindi da preservare. Con questa recensione però vorrei in qualche modo trasmettervi anche solo un decimo delle emozioni che questo libro e la sua autrice sono riusciti a farmi provare. Spero di poter in qualche modo contribuire a far conoscere questa storia, che scalda il cuore e riesce persino a trovare un rimedio alla solitudine.
Fatevi un regalo e quest'oggi correte in libreria, vi aspettano la cabina di Bell Gardia, i due protagonisti e le parole che sono state affidante al vento.
Nello scrivere questa recensione mi sento in qualche modo poetico, raffinato, dolce e delicato, proprio come le differenti sfaccettature che compongono Quel che affidiamo al vento, un romanzo fondato sulle emozioni, una storia ricca ed intensa che travolge chi legge come una ventata di aria primaverile, fatta di malinconia, tristezza, ma anche di speranza; una brezza delicata che arriva fin dritto al cuore, per smuovere, con estrema eleganza, le corde del cuore, le quali diventano immancabilmente corde di un'arpa destinata a riprodurre la stessa armonia presente all'interno del romanzo.
La storia racchiusa (come una perla rara e meravigliosa) all'interno di questo libro è una storia tratta da accadimenti reali, una storia che si sviluppa a partire da fatti realmente accaduti e luoghi esistenti, che l'autrice riesce a riversare su carta e tramuta in pura magia, un racconto poetico che sa come emozionare. Questa è la storia di due anime solitarie che hanno perso l'amore, due anime che pur avendo vissuto due vite completamente differenti si ritrovano a dover fare i conti con la tristezza, la malinconia, la solitudine, e quindi il passato, sul fianco scosceso di Kujira-yama, la Montagna della Balena, dove il mondo dei vivi "tocca" quello dei defunti, nel punto esatto dove sorge una cabina telefonica che sembra in qualche modo mettere in contatto l'altro mondo con il nostro.
Lassù, in quella cabina dove le parole trasportate dal vento ascendono al cielo, si incontrano Yui e Takeshi, giunti in quel luogo per lo stesso motivo: provare a comunicare con le persone amate che il terrificante tsunami del 2011 ha strappato dalle loro braccia e dalle loro vite. Provare perché, nonostante gli intenti, ai due non risulta certo facile dover fare i conti con il lutto e quindi con loro stessi, e tirar fuori così il coraggio e tutto il dispiacere che conservano gelosamente, proprio accanto alle figure indelebili di chi li ha lasciati.
Visita dopo visita, i due si scoprono e si avvicinano, raccontandosi, seppur con quale remora iniziale, le loro vite, le loro esperienze e quindi le loro perdite: Yui, per colpa di quelle feroci onde, ha dovuto dire addio alla madre e alla piccola figlia, ritrovate soltanto dopo strette in un abbraccio che neppure il cataclisma ha saputo separare; mente a Takeshi è stata strappata dalle mani la vita dell'amata moglie e madre di sua figlia, la stessa bambina che dalla perdita della madre ha perduto anche l'uso della parola.
Una storia toccante e triste, ma allo stesso tempo affascinante e ricca di tenerezza, che attraverso fatti realmente accaduti riesce a raccontare la forza di due persone affrante e sconfitte e la loro volontà di andare avanti nella vita, solo però dopo aver fatto i conti e affrontato quel passato tragico e straziante. Mi si è spezzato il cuore, sono rimasto senza fiato e mi sono addirittura commosso nel leggere questo libro, che ho divorato tutto d'un fiato in una sola giornata, nella quale non sono riuscito, neppure per un istante a separarmici. Arrivato alla fine mi sono sentito in qualche modo orfano di una storia che per certi versi sentivo mia, pur non avendo mai provato nulla di assolutamente e minimamente simile ai due protagonisti; una storia che però si adatta ad ogni cuore e sembra quasi cucita su misura, a prescindere dai diversi lettori.
Le tematiche affrontate sono tante e sono differenti: si parla in primo luogo di lutto e della sua difficile accettazione, del percorso che prima o poi tutti intraprendiamo quando decidiamo di andare avanti, lasciando andare chi abbiamo amato e che continuiamo ad amare, quando decidiamo di custodire gelosamente quel ricordo che porta il nome delle persone a noi care, che non sbiadirà mai dal nostro cuore. Si affronta, con coraggio, il lutto, ma anche tanti, tantissimi, legami e rapporti differenti, come quello che può esserci tra padre e figlio, tra madre e figlia, tra marito e moglie o anche solo tra amici. Il tutto attraverso quella magica e incantata cabina telefonica che rimane salda e dritta, quel porto sicuro dentro il quale tutto è possibile.
Questa storia mi ha emozionato non poco (ed è riuscita, come dicevo, a commuovermi) e proprio per questo mi sembra di non saper scegliere e trovare le parole esatte per descrivere una così bella lettura, una lettura per la quale le parole che sto tirando fuori non mi sembrano all'altezza, all'altezza di una prosa raffinata e attenta alle tematiche, all'altezza di una trama viva e reale e un talento, quello della Messina, raro e quindi da preservare. Con questa recensione però vorrei in qualche modo trasmettervi anche solo un decimo delle emozioni che questo libro e la sua autrice sono riusciti a farmi provare. Spero di poter in qualche modo contribuire a far conoscere questa storia, che scalda il cuore e riesce persino a trovare un rimedio alla solitudine.
Fatevi un regalo e quest'oggi correte in libreria, vi aspettano la cabina di Bell Gardia, i due protagonisti e le parole che sono state affidante al vento.
See you soon! -Lewis
QUEL CHE AFFIDIAMO AL VENTO
- Autrice:Laura Imai Messina
- Editore:Piemme
- Genere:Narrativa Contemporanea
- Pagine:256 pp
- Uscita:14 Gennaio 2020
- Prezzo:€ 17,50
- Nazionalità:Italo-Giapponese
TRAMA
Sul fianco scosceso di Kujira-yama, la Montagna della Balena, si spalanca un immenso giardino chiamato Bell Gardia. In mezzo è installata una cabina, al cui interno riposa un telefono non collegato, che trasporta le voci nel vento. Da tutto il Giappone vi convogliano ogni anno migliaia di persone che hanno perduto qualcuno, che alzano la cornetta per parlare con chi è nell'aldilà. Quando su quella zona si abbatte un uragano di immane violenza, da lontano accorre una donna, pronta a proteggere il giardino a costo della sua vita. Si chiama Yui, ha trent'anni e una data separa quella che era da quella che è: 11 marzo 2011. Quel giorno lo tsunami spazzò via il paese in cui abitava, inghiottì la madre e la figlia, le sottrasse la gioia di essere al mondo. Venuta per caso a conoscenza di quel luogo surreale, Yui va a visitarlo e a Bell Gardia incontra Takeshi, un medico che vive a Tokyo e ha una bimba di quattro anni, muta dal giorno in cui è morta la madre. Per rimarginare la vita serve coraggio, fortuna e un luogo comune in cui dipanare il racconto prudente di sé. E ora che quel luogo prezioso rischia di esserle portato via dall'uragano, Yui decide di affrontare il vento, quello che scuote la terra così come quello che solleva le voci di chi non c'è più. E poi? E poi Yui lo avrebbe presto scoperto. Che è un vero miracolo l'amore. Anche il secondo, anche quello che arriva per sbaglio. Perché quando nessuno si attende il miracolo, il miracolo avviene. Laura Imai Messina ci conduce in un luogo realmente esistente nel nord-est del Giappone, toccando con delicatezza la tragedia dello tsunami del 2011, e consegnandoci un mondo fragile ma denso di speranza, una storia di resilienza la cui più grande magia risiede nella realtà.
Considerazioni Finali
9/10
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